A Stoccarda abbiamo visto un Berrettini deciso a valorizzare gli aspetti migliori del suo bagaglio: servizio, dritto e un eccellente back di rovescio

foto Paul Zimmer

In una conferenza stampa di qualche anno fa, chiedevo  a Matteo Berrettini del  suo frequente ricorso al rovescio tagliato e con fare sincero ne esaltavo la felice esecuzione:  “…incisiva e scivolosa come dev’essere quel tipo di soluzione”, dicevo nel timore di apparire come il saputone di turno.
Dunque mi ero rallegrato e avevo proseguito indagando se ci stesse lavorando molto. “No – esordiva lui deciso – il minimo indispensabile! Anzi col mio coach cerchiamo di evitarlo a favore della versione a scorrere”. 
Sorpreso da tanta affermazione, finivo per chiedermi se il gigante capitolino avesse ben compreso i vantaggi offerti da una soluzione che di contro non presenta apprezzabili effetti collaterali.
Di qui a interrogarmi sul Berrettini visto a Stoccarda il passo è stato breve. Non tanto per parlare della finale appena terminata, quanto per dare un senso alla montagna di rovesci underspin giocati dal nostro nei cinque turni del torneo tedesco. Siamo sull’erba, lo so,  e questo cambia, seppure di poco, l’utilizzo dei colpi ma il ricorso del fresco finalista a un convinto slice di rovescio fa pensare a un cambio di rotta a favore di un  tennis meno soggetto a maledetti infortuni.

E il torneo tedesco ci consegna un Matteo Berrettini con accresciuta massa muscolare, utile a valorizzare gli aspetti migliori del suo bagaglio, dedicando a quelli deboli meno attenzione rispetto al passato. Il fine calcolato è quello di accorciare scambi troppo lunghi, forieri di stress fisico e mentale e andare verso una più rapida risoluzione dei punti.
I 63 ace serviti lungo tutto il torneo del sud ovest germanico vanno in questa direzione, come in questa direzione vanno i vincenti di dritto accumulati in 15 set di ottimo tennis. E nella parte forte del bagaglio metterei anche quel rovescio tagliato, alternato naturalmente a quello in top, considerato a torto come un colpo da cui girare alla larga e che finalmente sembra godere di piena fiducia.