Foto Ray Giubilo

Ospite del podcast “Good Trouble” condotto da Nick Kyrgios, Novak Djokovic si è raccontato in un’intervista dove ha parlato tra le altre cose della difficoltà di trovare sempre nuove motivazioni

Novak Djokovic non sta certamente vivendo la sua migliore stagione, l’eliminazione al terzo turno per mano di Alejandro Tabilo a Roma ha certificato una crisi che va avanti da diversi mesi. Zero titoli vinti e zero finali disputate fino a questo momento in stagione, e un Roland Garros al quale si approccia non senza qualche perplessità. Il numero uno al mondo è stato ospite del podcast “Good Trouble” – condotto dal collega e amico Nick Kyrgios – e si è raccontato senza filtri in un’intervista piuttosto lunga. Tra i tanti temi trattati anche la difficoltà di mediare tra la figura del giocatore professionista e quella del padre di famiglia. “Ad essere onesto ci sono giorni in cui sono molto motivato e il piccolo Novak che ha iniziato a giocare a quattro anni in Serbia è ancora dentro di me ed è innamorato di questo sport, ma c’è anche il padre e il marito Novak più maturo e sai, ci sono anche altre cose importanti nella vita. C’è una parte di me che vuole andare avanti e non ha un limite, ma dall’altra parte sono passati più di venti anni in cui ho fatto tutto ciò che potevo sognare“.

In un altro spezzone dell’intervista Djokovic ha anche parlato della costanza del lavoro, e della difficoltà di trovare sempre nuove motivazioni. “Sento di dover sempre gratitudine per avere la vita che ho, ma ci sono alcune mattine in cui mi sento così male e demotivato e semplicemente privo di ispirazione per viaggiare e giocare a tennis. Ma poi devi superare questo, tutto inizia e finisce con la tua mente. Devi chiederti cos’è che vuoi veramente e quale è il tuo scopo, penso che la chiarezza aiuti a impostare il tipo di routine per i professionisti“.

Infine una simpatica battuta su come è iniziata l’amicizia tra i due, dopo che per diverso tempo non c’è stato un rapporto idilliaco. “Due anni fa è successo quello che è successo qui in Australia, non voglio tornare indietro ma ho passato un momento difficile e tu mi hai difeso. Sei stato uno dei pochissimi colleghi che si è alzato e ha usato la sua voce per sostenermi, e questo non lo dimenticherò mai“.