ROMA – All’entrata un abbraccio con il presidente Binaghi, all’uscita un bell’incontro con un gruppetto di tifosi, all’altezza del Pietrangeli. In mezzo, venti minuti circa di conferenza stampa di Jannik Sinner, felpa verde speranza e volto serio di circostanza, dalla quale siamo emersi con qualche punto interrogativo in più sulle reali condizioni fisiche del nostro campione, il Grande Assente degli Internazionali d’Italia (domani il sorteggio presso la Fontana di Trevi, martedì le prime partite del tabellone femminile) a causa di un problema all’anca di cui non siamo riusciti a conoscere i veri contorni. «Non voglio entrare nei particolari – ha dichiarato Jannik – dico solo che pensavamo fosse una questione non grave, facile da risolvere, invece gli ultimi esami hanno evidenziato qualcosa che non va. Non voglio dire cosa, ma abbiamo tutto sotto controllo». Intanto però sul prossimo futuro il nostro, che resterà a Roma per un paio di giorni, ha lanciato messaggi precisi ma poco rassicuranti. «Starò ancora qualche giorno senza toccare la racchetta, svolgendo lavori fisici a bassa intensità, poi vedremo come riprendere. Il Roland Garros? Comincia tra poco (domenica 26 maggio, ndc) e sicuramente la mia preparazione non sarà ottimale. Parigi è un torneo duro, si gioca tre set su cinque, non ci sarò se non mi sentirò al cento per cento. Non voglio rischiare di buttare via tre anni di carriera, curare il corpo è molto più importante di tutto il resto. Non devo avere fretta, ho solo 22 anni e posso giocare qui a Roma per dieci anni di fila («anche 15, ha chiosato Binaghi», ndc). Certo, fa male non scendere in campo al Foro Italico, forse l’appuntamento più speciale della mia stagione. Ora spero di arrivare in buona forma alle ATP Finals di Torino (solo una dimenticanza aver taciuto sulla Davis in programma a Bologna a settembre?, ndc) per riabbracciare il pubblico italiano».
Sinner ha poi ricostruito gli ultimi giorni di coabitazione con un infortunio che, sembra, abbia cominciato ad avvertire anche prima dell’inizio della stagione sulla terra. «Dopo Monte Carlo mi sentivo bene, ero solo stanco; a Madrid tanti alti e bassi, ma avvertivo che c’era qualcosa di strano: ho provato dolore contro Kotov, stavo bene il giorno dopo, poi ancora problemi nella partita contro Khachanov. Una prima risonanza ha evidenziato qualcosa e ho deciso di non giocare contro Auger Aliassime poi altri esami a Monaco mi hanno spinto a rinunciare anche a Roma». Una vicenda senza colpevoli: «Penso che siano state fatte le cose giuste, se dovessi tornare indietro non saprei cosa fare in modo diverso. Ho avuto la conferma che il riposo per un tennista è molto importante, ma prima di Monte Carlo era stato 5 giorni senza racchetta, poi a Madrid la situazione è peggiorata. Vedremo nel prossimo anno se aggiustare qualcosa nella programmazione, forse potrei rivedere la partecipazione a Monte Carlo, ma a me piace giocare tanto e gli infortuni fanno parte dello sport. Mi consolo pensando di avere cominciato molto bene la stagione e spero di tornare presto, e più forte. Intanto farò il tifo per gli azzurri in campo al Foro».
«Doveva essere la festa di Jannik, dopo quasi cinquant’anni avevamo finalmente un italiano favorito al Foro Italico – ha detto il presidente Binaghi – la telefonata con la quale mi ha annunciato di non poter giocare è stata una coltellata. Il suo staff è il migliore possibile, la scelta è giusta se pur dolorosa. L’obiettivo è il medio termine, la continuità. Naturalmente noi gli restiamo vicini, nella consapevolezza che da queste situazioni si riparte, più forti di prima».