Le parole della numero 1 del mondo alla vigilia degli US Open, tra buone sensazioni e un’idea precisa sulla nuova regola del coaching, che proprio da New York sarà introdotto anche nel circuito maschile
Iga Swiatek esordirà contro Jasmine Paolini nel primo turno degli US Open. La polacca, che sui campi di Flushing Meadows ha raggiunto come miglior risultato gli ottavi di finale nel 2021, ha parlato a pochi giorni dall’inizio del torneo delle sue sensazioni: “Sono molto entusiasta di giocare questo torneo, felice di aver avuto il tempo di allenarmi un po’ di più, mi sento pronta. È fantastico tornare qui e imparare sempre di più ogni anno, avverto i miglioramenti, quindi spero di dimostrarli nelle mie partite” – ha detto la numero 1 del mondo in conferenza stampa – “New York è una città fantastica per starci poche settimane, non la sceglierei per viverci perché sono una persona che ha bisogno di un posto tranquillo con l’ambiente giusto per riposare. New York, in questo senso, è sempre viva. Di sicuro un posto come questo non fa per me, anche se il torneo è fantastico. Ogni torneo che giochiamo è fantastico, con un’atmosfera diversa da qualsiasi altro“.
Swiatek ha speso belle parole anche per l’esibizione organizzata sull’Arthur Ashe a sostegno del popolo ucraino: “È stata un’esperienza straordinaria. Con Nadal ho già giocato una volta al Roland Garros due anni fa, da bambina non avrei mai immaginato di giocare al suo fianco e di formare una squadra. L’intero evento è stato meraviglioso, sono felice che siamo riusciti a raccogliere così tanti soldi e vedere tutte le persone coinvolte, è stato un esempio. È fantastico per noi sapere che come atleti possiamo avere questo tipo di impatto“.
Su Serena Williams, che si ritirerà al termine del torneo, ha poi dichiarato: “Non ho mai pensato di poter essere una tennista professionista perché la vedevo troppo più forte, il nostro modo di giocare non era simile. Mentalmente è una specialista, sa come essere la numero uno. Serena è senza dubbio un grande esempio, è una persona incredibile, non molti atleti hanno raggiunto quello che ha fatto lei. Ha spianato la strada a molti altri e ci ha insegnato che tutto si può ottenere, il cielo è il limite“.
Infine, sul coaching ha confessato: “Vorrei tornare al sistema che avevamo nel 2019, quando sono entrata nel circuito professionistico; potevamo chiamare il nostro allenatore a scendere in campo alla fine di un set, mi piaceva. Adesso è tutto più complicato, i giudici devono interpretare quello che dicono gli allenatori e quante volte lo fanno. Gli stadi sono molto rumorosi, tante volte non ci accorgiamo nemmeno dei consigli. Era più utile quando potevamo chiamare il coach nei cambi di campo, perché potevamo discutere per un minuto“.