In una fase del match molto delicata, un azzardo come quello di Davidovich Fokina non può essere un caso
Volete saperne di più in tema di personalità? Beh… allora mettetevi comodi e chissà, chissà che tempo qualche anno, non se ne venga a capo.
Se invece andate di fretta, accontentatevi di sapere che tale termine allude alla capacità dell’individuo di spiccare su altri bipedi della stessa natura. Per carità, nulla a che spartire con la tracotanza spicciola dei maci, quella affidata senza tanto acume a deltoidi in esubero. Il fenomeno, piuttosto va inquadrato nel groviglio di risorse comportamentali figlie di una sana autogestione. A coloro, poi, che vorrebbero saperne di più in chiave sportiva, dico che non c’è occasione migliore di un cimento agonistico per fare luce sugli aspetti caratteriali utili a eccellere dal circostante generone.
Se poi vogliamo soddisfare oltremodo la pruriginosa bramosia del sapere, ai più curiosi consiglio di ripassare le immagini tennistiche rimbalzate ieri dalla Caja Magica di Madrid. Più precisamente al mezzo ace di seconda messo a segno da Davidovich Fokina per salvare un set point contro Rublev nel tie break del primo: un colpo dal coraggio cristallino che la dice lunga sulla visione intraprendente che l’iberico ha del gioco. È vero che nello stesso tie break era in fuga per 5/0 sul russo, com’è vero che alla fine della fiera abbia perso set e match, ma quella seconda di servizio giocata con decisione in circostanze particolari, rende giustizia, più di ogni altra retorica, al significato nudo e crudo di personalità.