di Gabriele RivaUno si immagina che Fernando "Mano
de Piedra" Gonzalez per battere Nadal debba per forza di cose
tirare dei missili al massimo delle sue possibilità, cosa che per altro
sa fare molto bene
di Gabriele Riva
Uno si immagina che Fernando "Mano
de Piedra" Gonzalez per battere Nadal debba per forza di cose
tirare dei missili al massimo delle sue possibilità, cosa che per altro
sa fare molto bene. E invece no. Anzi, tutto il contrario. Già,
perché,
quando ha provato con la tattica del "tiro più forte io" lo
scambio
è sempre andato a favore dello spagnolo. Quando invece Gonzo ha cambiato
ritmo, tagliato il rovescio, e giocato palle abbastanza morbide, Rafa è
andato scientificamente in crisi e non ci ha capito più nulla. Da qui la
sorpresa: Nadal fuori nei quarti, comunque miglior risultati di
sempre sotto il sole di Melbourne. Ci attende così una semifinale, quella
della parte bassa del tabellone, tra sorprese. E che sorprese. Il buon
Fernando, autore dell’impresa di giornata da una parte, e Tommy
Haas
dall’altra. Il tedesco d’America ha infatti superato in cinque set Nikolay
Davydenko, grazie ai suoi colpi di genio e a una condizione fisica del
russo non proprio al 100%, cosa che è facilmente comprensibile alla luce
dell’infortunio al piede subito dal fresco vincitore in Davis.
Molto più affascinante e da titoli a nove
colonne, la "semi" della parte alta del draw,quella che vede
opposti Andy Roddick e Roger Federer.
Organizzatevi in qualche
maniera, fate voi, ma domani, insieme a pop corn e patatine, davanti alla
Tv ci dovete essere. Sconsigliata invece la birra vista l’ora (9.30
del mattino su Eurosport).
Match
straordinari quelli che hanno chiuso il quadro delle semifinali
femminili.
Maria Sharapova ha vinto in due set, ma sempre ricorrendo "al
sette", contro la sua erede predestinata, la splendida (sia in termini
estetici che tecnici) Anna Chakvetadze che nel 2007 ha aspirazioni
da vetta nel ranking. Nell’altro quarto di giornata, pardon, di nottata,
Kim Clijsters ha battuto Martina Hingis ma ci ha dovuto spendere
sangue e sudore, due set a uno per la belga. I motivi del risultato sono
essenzialmente due, il primo, banale, l’ottima forma di Killing Kim
(incredibilmente
prossima al ritiro) e la "povertà" del servizio della svizzera,
specialmente sulla seconda palla di servizio.
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