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di Federico Ferrero
voce degli Australian Open su EurosportSi candida a scontro al vertice del prossimo
futuro la sfida tra Rafa Nadal e Andy Murray:
il giovane
rampollo di Brad Gilbert ha assunto in abbondanza dosi di
cattiveria
e determinazione per affrontare a viso aperto il numero due del seeding
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di Federico Ferrero
voce degli Australian Open su Eurosport
Si candida a scontro al vertice del prossimo
futuro la sfida tra Rafa Nadal e Andy Murray:
il giovane
rampollo di Brad Gilbert ha assunto in abbondanza dosi di
cattiveria
e determinazione per affrontare a viso aperto il numero due del seeding.
Ne è uscito un match appassionante, il più lungo della giornata e
di gran
lunga il più pericoloso per il due volte campione di Parigi, sotto di un
set e quattro a uno nel secondo e ancora di due set a uno; per uscirne
Rafa ha usato ogni grammo di forza delle sue braccia erculee ma una cosa
è certa: finalmente i sudditi di Sua Maestà hanno trovato un
cavallo di
razza. Beati loro.
C
hi
ha indiscutibilmente steccato è James Blake. Per la
gioia di Nadal,
che non se lo troverà lungo la strada, lo statunitense ha giocato un
match
scialbo, messo costantemente alla berlina da un Fernando Gonzalez
in versione extralusso: il lavoro di Larry Stefanki su Mano de Piedra ha
creato un cliente durissimo per tutti ma, nella débacle di Blake, a
guadagnarci
davvero è Rafael.
Nikolay Davydenko ha conquistato
il terzo quarto di finale consecutivo: pur relegato (ennesima onta) sulla
Margaret Court Arena a seguire di tre doppi, il numero tre del seeding
si è trovato di fronte Tomas Berdych e, pensando alla brutta fine
di Tursunov, avrebbe potuto temere. Invece il russo, sempre presente ed
estremamente concreto, ha finito per fiaccare le resistenze del ceco cui
manca ancora, è evidente, la costanza di un vero top ten.
Zitto zitto Tommy Haas si è conquistato
un posto tra gli ultimi otto. Senza impressionare il tedesco ha domato
la verve di David Nalbandian, il re delle rimonte, avanti di un set e
potenzialmente
in grado di "uccidere" la partita nel secondo. Questa volta,
però, el gordo non ce l’ha fatta a resuscitare quando, indietro di
un
set e due break, ha tentato una vana rimonta in stile… Nalbandian. I
miracoli
riescono una volta (Tipsarevic), due (Grosjean) ma non tre, soprattutto
se la teutonica concretezza di Tommy non concede appigli.
Maria Sharapova migliora col passare
dei giorni: quella vista all’esordio contro Camille Pin è un vago
ricordo,
ora c’è la Masha che non perdona e fa valere la legge della
più forte
contro Vera Zvonareva, sufficientemente in palla per fare partita pari
ma non abbastanza da piazzare la zampata decisiva nei momenti caldi di
due set comunque molto combattuti. Masha può guardare con fiducia al
futuro
ma c’è Kim Clijsters che, incamerata la scontata vittoria
(ora
il bilancio è di nove su nove) sulla bella e brava Daniela Hantuchova,
un esempio di stile e completezza ma un po’ leggera per Killing Kim,
rappresenta
il suo autentico problema sulla strada della finale. Kim sta per incrociare
il suo cammino con quello di Martina Hingis, brava a imbrigliare
una Na Li brillante, mortifera di rovescio ma non saggia nel momento di
chiudere la partita: Martina dei miracoli avrà bisogno degli straordinari
per non finire schiacciata.
Grazie Rafa, modello di talento e intelligenza
Un campione unico, buono, intelligente, amato da tutti, fan e avversari, anche il suo più grande foto Ray Giubilo...