Mariano Puerta, che per la seconda volta in due anni non ha superato un test antidoping, è stato punito severamente

Mariano Puerta, che per la seconda volta in due anni non ha superato un test antidoping, è stato punito severamente. Otto anni di squalifica significano, forse, la fine di una carriera

E’ arrivata la tanto attesa stangata a Mariano Puerta, otto anni di squalifica. Sono tanti, troppi per poter pensare che la carriera del ventisettenne argentino possa superare questo lungo periodo di inattività forzata. Quando la squalifica terminerà, il 5 giugno del 2013, avrà la bellezza di 35 anni. Puerta ha tre settimane per fare appello cercando di ottenere, se non altro, una riduzione della squalifica, ma le speranze sono poche, quasi nulle. Anche perché c’è il fattore di recidività che incide pesantemente sull’attuale numero 13 delle classifiche mondiali già sospeso per nove mesi il tre ottobre del 2003 per essere risultato positivo ai test antidoping al torneo di Vina del Mar. "Si ha a che fare con una persona che è stata trovata positiva per ben due volte nel giro di due anni e che probabilmente pensa che le regole non valgano per tutti" ha commentato lapidario Dick Pound della World Anti Doping Agency. La provetta incriminata questa volta risale alla sconfitta che Puerta subì al Roland Garros per mano di Rafa Nadal, proprio il 5 giugno scorso. Un tribunale indipendente, formato da Tim Kerr, Jose Pascual e il dottor Inggard Lereim, ha rianalizzato il caso di Puerta nei primi giorni di dicembre che conferma la presenza di sostanze non lecite. Oltre al lunghissimo stop, Puerta dovrà rinunciare anche a tutti i punti guadagnati nei vari tornei e ai rispettivi montepremi che si possono stimare sulla cifra di 520.000 dollari (per il singolo) e di 3.876 dollari (per il doppio). Stesso discorso vale per punti e soldi degli Open di Francia. Non si può certo dire che gli sia andata bene, ma non si può nemmeno dire il contrario perché, essendo stato trovato positivo ben due volte, il rischio era la squalifica a vita. Puerta ha abbozzato una linea difensiva dichiarando che avrebbe assunto le sostanze incriminate bevendo da un bicchiere precedentemente usato da sua moglie. La signora Puerta ha infatti testimoniato di farne uso spesso sia durante le mestruazioni che nei periodi di grande stress come, ad esempio, quando suo marito ha in vista dei match importanti. La mattina del 5 giugno dice di aver assunto una variante inodore e incolore della droga proprio perché stava cominciando il ciclo mestruale. Ma i tre membri del tribunale di cui sopra non hanno ritenuto che questa versione potesse essere credibile. "Non ci sembra molto realistica come linea di difesa” hanno scritto nel rapporto, precisando però che non si tratterebbe di una mera invenzione dei due. Il dubbio più che legittimo secondo il tribunale è che se questa versione fosse vera, sarebbe dovuta venire fuori molto prima di quanto invece sia effettivamente avvenuto. Il tutto a prescindere dal fatto che questo copione presenta degli evidenti buchi di sceneggiatura con vari elementi contradditori. La terra rossa di Parigi era sembrata all’inizio la superficie del rilancio e della resurrezione dopo la prima squalifica ma è avvenuto esattamente il contrario, quella finale a Parigi doveva essere il momento più importante di una carriera nuova, e invece è stato, ancora una volta, l’inizio della fine.