dai nostri inviati a Roma foto Ray GiubiloMANO DE PIEDRA METTE FINE AL SOGNO ITALIANO di Max GrassiE’ bastata poco più di un’ora a Fernando Gonzalez per far svanire il sogno di avere un italiano in finale al Foro Italico
dai nostri inviati a Roma
foto Ray Giubilo

MANO DE PIEDRA METTE FINE AL SOGNO ITALIANO
di Max Grassi

E’ bastata poco più di un’ora a Fernando Gonzalez per far svanire il sogno di avere un italiano in finale al Foro Italico. Non ce l’ha fatta Filippo Volandri a ripetere le imprese dei giorno scorsi e si è dovuto inchinare al numero 6 del mondo dopo un match senza storia. "Il suo back di rovescio mi ha mandato in manicomio", ha commentato a caldo il livornese. In effetti il cileno ha giocato un match esemplare, tutto mirato a colpire i difetti dell’italiano (in particolare è stato efficacissimo nella risposta al servizio di Volandri, vero tallone d’achille dell’italiano). Il servizio, vicevarsa, è stata un’arma micidiale per Gonzalez, con una punta a 236 km/h nel primo game. Proprio quel primo game avrebbe potuto cambiare la storia del match, se Filippo avesse trasformato subito una palla break. Invece è stato proprio "Filo" ad essere breakkato nel suo primo turno di battuta e poi ancora nel sesto game. Il primo set è scappato via rapidissimo in 32 minuti. E nel secondo parziale la musica non cambia, con il cilena in stato di grazia a comandare gli scambi (6-1 6-2). Peccato per il livornese che comunque si può consolare con la consapevolezza di avere scritto una pagina importante nella storia del tennis italiano, raggiungendo le semifinali agli Internazionali e battendo il numero uno al mondo Roger Federer. E da lunedì anche la soddisfazione di un bel salto in avanti nel ranking mondiale che gli permetterà di entrare direttamente nei tabelloni dei tornei più importanti (a Roma ha usufruito di una wild card) e di essere testa di serie al Roland Garros. Intanto ripartirà da Amburgo, dove ha un posto nel main draw grazie allo special exempt che si è guadagnato con la semifinale romana. Un’ultima considerazione: i soprannomi che, negli anni, sono stati affibbiati a Fernando Gonzalez sono due: "Mano di Pietra" e "Bombardiere"… ncik-name da rivedere almeno in parte vista la classe mostrata dal 26enne cileno questo pomeriggio al Foro Italico.

NADAL E DAVYDENKO DANNO SPETTACOLO, MA LA SPUNTA RAFA

"Non sono mai stato così vicino dal perdere" ha confessato nell’immediato post partita Rafa Nadal, e lo spagnolo dev’essersi spaventato per davvero vedendo tremare quella striscia di vittorie consecutive che lo sta consegnando alla storia. A minare tutte le sue certezze Nikolay Davydenko. Cominciamo col dire che dev’essere una sorta di condanna quella di Rafael Nadal: sul Centrale di Roma è destinato a delle maratone interminabili e di un’intensità fuori dal comune. Dopo quella del 2005 contro Coria e quella dello scorso anno con Roger Federer, quest’anno è stato Nikolay Davydenko a costringerlo sul rosso per tre ore e trentanove minuti di battaglia pura. Ma se alla vigilia ci si attendeva un Davydenko non del tutto "alla pari, ci si è dovuti ricredere e per la 75esima vittoria filata sulla terra Rafa ha dovuto sudare più delle proverbiali sette camicie. Tre set interminabili, cominciati tutti e tre allo stesso modo, vale a dire con break e controbreak (nel secondo parziale, su un totale di dodici game giocati, solo sei sono andati a chi serviva). Certo che Nikolay ha di che recriminare: nonostante abbia giocato contro uno che assomigliava per certi recuperi più a Spider Man che non a un essere umano, le sue chance le ha avute. Nel primo set una palla break l’ha avute e poi nel terzo l’incontro è rimasto in equilibrio fino al nono gioco. La sfida tra il numero due e il numero quattro del ranking comunque ha mostrato un restringimento della forbice che sembrava dividere i primi due (Rogi e Rafa) da tutti gli altri. Più di una volta comunque il pubblico, che ha gremito per il terzo giorno consecutivo gli spalti, ha riservato ai due contendenti delle lunghe e meritate standing ovation. Da sottolineare anche quanto si sia diviso il pubblico del Centrale, chi per Rafa, (un 40%), chi per il russo (la maggioranza) il quale, forse per la prima volta in una carriera oltremodo sottovalutata, ha sentito risuonare il suo nome ritmato dagli appassionati italiani. Questioni di tifo a parte, tutti non possono che essere d’accordo su una cosa: questa è stata la partita (tecnicamente, fisicamente ed emotivamente) più bella dell’intera settimana capitolina. L’attesa ora è tutta per la finale di domani. Se i due protagonisti manterrano l’intensità e la "confidenza" ostentate oggi non potranno che essere fuochi d’artificio, anche in pieno pomeriggio.

IL FEMMINILE, "QUALI" SFORTUNATE, ECCO IL MAIN DRAW  
di Roberta Lamagni

Nell’atmosfera incandescente delle semifinali maschili ha preso il via al Foro Italico il torneo di qualificazione femminile. Delle sette giocatrici azzurre in campo, solo due si sono, con ampi meriti, conquistate l’accesso al secondo turno.
Sara Errani, anno 1987 e attuale numero 154 delle classifiche mondiali, ha avuto ragione della più quotata Emanuela Gagliardi, 13esima testa di serie, per 75 63. A sbarrarle la strada verso il tabellone principale sarà ora la francese Rezai, 57esima giocatrice al mondo.
L’altra nota positiva arriva da Nathalie Vierin, capace di sbarazzarsi della giapponese Nakamura in un match lungo e combattuto. 64 67(1) 61 il punteggio con cui si presenta ora alla cinese Yan. Finiscono invece le speranze di Manna, Dentoni, Besser e Gabba, nonostante quest’ultima si sia arresa alla più esperta Dominguez Lino solo al termine di una maratona conclusasi per 64 al terzo.

Nel primo pomeriggio intanto sono stati sorteggiati gli accoppiamenti per il tabellone principale. Considerate le premature cancellazioni di atlete del calibro di Henin, Clijsters, Sharapova e Hingis, la sorte avrebbe potuto riservare alla squadra italiana un lunedì più sorridente.
Il primo rammarico viene sicuramente dallo sfortunato derby tra Tathiana Garbin e Flavia Pennetta, opposte in un sanguinoso primo turno.
Scarsi motivi di gioia per Maria Elena Camerin, nonostante l’ottima prestazione al torneo di Berlino la scorsa settimana, che incontrerà la russa Elena Dementieva (10) e per Romina Oprandi, che scenderà in campo contro la cinese Na Li (13).
Sembrano invece più “giocabili” le avversarie di Francesca Schiavone, Roberta Vinci e Mara Santangelo. La campionesse del mondo di Fed Cup partono favorite, perlomeno sulla carta. La prima contro la buona doppista Samantha Stosur; la tarantina Vinci opposta alla statunitense Meilen Tu, più abituata alle superfici veloci; infine Mara Santangelo contro la giapponese Akiko Morigami.
Alquanto proibitivi gli eventuali secondi turni delle nostre, rispettivamente con Mauresmo (1), Schnyder (14) e Kuznetsova (2), ma… meglio non precorrere i tempi!
Dovranno invece attendere la serata di domenica per conoscere il nome delle loro contendenti Karin Knapp e Alberta Brianti. Entrambe in tabellone grazie a una wild card concessa dalla Federazione, così come Oprandi e Camerin, le azzurre incroceranno le racchette con due qualificate.

Il tabellone principale del torneo femminile e quello delle qualific azioni in formato Pdf