dalla nostra inviata a Londra Roberta Lamagni – foto Ray Giubilo “Mi diverte che le prime 10 domande riguardino i miei vestiti. E’ sorprendente!”. Maria Sharapova si sfoga così davanti alla platea di giornalisti che le richiede insistentemente curiosità sui suoi gusti in fatto di moda, sulle strategie di marketing Nike, addirittura sulle sue attitudini al cucito. Più che a una conferenza tennistica è sembrato di assistere a una campagna di lancio per la collezione primavera-estate, con tanto di elogi all’Italia da parte della Divina per il nostro gusto estetico. Il fatto che la “Shara” si sia sbarazzata in due set della francese Stephanie Foretz pare non interessare ad alcuno. Hanno certamente più colpito gli shorts che indossava, come del resto avevano destato molta attenzione il trench di Serena e il “gentleman look” di Roger: cardigan e cintura logati con il trofeo dei Championships e il numero 5. Il tennis va di moda o, ancora meglio, il tennis è moda. Oltre a questo però c’è sofferenza, lotta, dispiacere (poco) e gioia in questo martedì wimbledoniano. Amazzoni azzurre – Nella seconda giornata le eroine azzurre hanno reclamato la scena, compiendo, ognuna con il proprio stile, piccole imprese. In un’ipotetica assegnazione degli oscar Francesca Schiavone riceve il premio di “partita al cardiopalma”. L’incontro con Tamira Paszek, sospeso il giorno precedente sul 4-4 del secondo set, si conclude con un folle 10-8 al terzo. Un match praticamente perfetto quello dell’austriaca, regolarissima e in spinta sin dai primi punti. La “Schiavo” ha fatto i numeri per non uscire sconfitta: i suoi “topponi” non sortivano efficacia e il back era troppo poco cattivo per impensierire la solidità avversaria. Meglio quindi affidarsi all’estro, azzardare serve and volley, punzecchiare con smorzate, sfoderare sbracciate di rovescio (non certo il suo miglior colpo). E’ stato un incontro di nervi, di continui alti e bassi, ma il finale le ha dato ragione: passa il turno e, nemmeno il tempo di godersi la vittoria, ritorna in campo oggi contro la Medina Garrigues, nostra vecchia conoscenza. E’ giunto il momento di cancellare il brutto ricordo di Fed Cup. In apertura di giornata anche Flavia Pennetta si prenota per il secondo turno. Julia Vakulenko, la bambolona ucraina dall’altra parte della rete, è costretta a un brusco risveglio. Flavia è in palla e non si fa spaventare dai missili terra-aria che la racchetta avversaria lascia partire. Fortunatamente per noi il mirino non è dei più precisi e la rapidità di sparo non eccellente. La “Penna” sfrutta queste sbavature e oppone continuità e un gioco di pressione. Si merita la vittoria. Ora l’attende la giapponese Sugiyama. Il martedì di Church road fa registrare anche l’acuto di Mara Santangelo. La prima vittoria dopo il lungo stop era già arrivata lo scorso mese in Bundesliga (il campionato a squadre tedesco), ma si trattava di un doppio in una competizione estranea al circuito Wta. Questa volta invece siamo a uno Slam, e soprattutto in un match di singolare. Mara approfitta del sorteggio clemente che le aveva assegnato Maret Ani, numero 95 delle classifiche, per affondare il colpo. Dopo una partenza in salita (cede il servizio al primo game) e qualche errore di troppo, prende le misure e allunga 7-5 6-3, complice l’arrendevolezza della estone. Al secondo turno Nadia Petrova non sarà tanto generosa, ma per la ragazza di Cavalese questa vittoria conta più di ogni altra, senza falsa retorica. Cede invece a una rivale meglio equipaggiata Sara Errani. Contro la rediviva Daniela Hantuchova, assente dai campi dal torneo di Amelia Island ma pur sempre numero 10 al mondo, Sarrita nulla può, nonostante l’inizio incerto della slovacca. La ravennate di adozione spagnola lascia il torneo con un onorevole 7-6 6-4. Giungerà invece in mattinata il verdetto di Camerin-Dementieva. Come già accaduto alla Schiavone, l’incontro è stato sospeso per oscurità. Primo set in favore della russa, secondo in parità (3-3). Doppia vittoria per Stefano – Sul versante maschile l’impresa arriva da chi meno ci si attendeva. Potito Starace cede in tre facili set a Sebastien Grosjean, senza dare mai l’impressione di poter infastidire il francese. Ed è invece Stefano Galvani a passare al “successivo” e a unirsi alla coppia Bolelli-Seppi nel difendere l’onore del tricolore. Questa vittoria acquista ancora più valore se si considera l’infernale preludio all’incontro. Fino a poche ore dal match infatti non c’era certezza che l’incontro si sarebbe disputato. Il giorno precedente, durante un allenamento, Stefano era svenuto in campo. Per rilasciare il benestare a competere l’Atp ha dunque richiesto una serie di accertamenti cardiaci, che peraltro non hanno rivelato (fortunatamente) alcun problema. L’epilogo è dei più felici: Galvani domina in tarda serata l’inglese Baker con un netto 6-4 6-2 6-3. Oggi in campo Seppi-Serra (primo incontro sul campo numero 14), Bolelli-Gonzalez (secondo incontro sul 18) e Schiavone-Medina Garrigues (terzo incontro sul solito campo 3). | ||
Wimbledon 2008 – Il tennis va di moda, e gli italiani vanno forte
dalla nostra inviata a Londra Roberta
Lamagni – foto Ray Giubilo“Mi diverte che le prime 10 domande
riguardino i miei vestiti