di Beppe RussottoPrima di impostare qualsiasi discorso sulle racchette abbiamo un preciso dovere ed è quello di procurarci a tutti i costi (il costo è di 90 euro circa, ma ne vale la pena) il libro “Tennis Rackets” di Sigfried Kuebler
di Beppe Russotto

Prima di impostare qualsiasi discorso sulle racchette abbiamo un preciso dovere ed è quello di procurarci a tutti i costi (il costo è di 90 euro circa, ma ne vale la pena) il libro “Tennis Rackets” di Sigfried Kuebler. Non ha importanza che sia in inglese. E’ il libro esaustivo delle racchette e ricopre uno spazio temporale che va dal ‘500 al 1990 con una incredibile esposizione di fotografie e accuratissima descrizione storica di ogni singola racchetta e della relativa fabbrica. Tra l’altro ogni anno l’autore pubblica sul proprio sito gratuitamente l’aggiornamento con le ultime informazioni nel frattempo acquisite. (Nella foto, in alto, racchetta asimmetrica del 1880 circa. Qui sotto, racchetta, fine ‘800, con cuore convesso e manico fish-tail (coda di pesce)

Ed è a questo punto, una volta deciso che il nostro campo di interesse è rivolto alle racchette antiche, che arriva la famosa domanda: come attribuire una data alle racchette? Ho davanti a me una racchetta molto vecchia, sarò mai in grado di stabilire la data di nascita? Quali elementi possono confermare un periodo ed escluderne un altro? Riportiamo quanto scrive nel libretto “The racket”, di misera qualità grafica ma di ottimo contenuto, Gerald Gurney, il quale a sua volta per certe cose  si riferisce ad un articolo apparso nel 1913 su “Lawn Tennis and Badminton”. Gerald Gurney, grande collezionista, è il fondatore  di  “Tennis Collector’s Society”, un’associazione internazionale che riunisce un paio di centinaia di appassionati e che pubblica un bollettino trimestrale.
Ecco alcuni dati  del libretto.
A       Racchetta asimmetrica del Real Tennis  prima del Lawn Tennis (nato nel 1874)
B       1874,  racchette asimmetriche ad imitazione di quelle del Real Tennis
C       1877-1879, racchette asimmetriche solo in piccola percentuale
D       1882, ancora tracce di asimmetria e grip ottagonale
E
      1886-1889, fine della racchetta asimmetrica
F       1890-1891, racchetta simmetrica e a  forma di ventaglio
G       1897-1900, la forma di ventaglio un po’ rimane ma si allunga ed arrotonda la testa allo scopo di aumentare la potenza
H       1913, ovale molto regolare e presenza di 2 doppie corde verticali

Sempre dal libretto di Gurney  riferiamo qui di lato alcune indicazioni utili per datare le racchette.
Un altro libro importante che merita di essere acquistato è “Tennis Antiques & Collectibles” di Jeanne Cherry di cui vogliamo riportare alcune affermazioni,  sempre riguardanti il problema della datazione. L’autrice conferma la scomparsa della racchetta asimmetrica dopo il 1883 e la comparsa della flat top con cuore concavo alla metà degli anni 80.
Racchette prima del ‘900.
–         Logo inciso
–         Manici checkered (a scacchi), sughero e ovviamente legno normale
–         Incordature inglesi bianche e rosse (rosse orizzontali e bianche verticali)
–         Presenza del collare (fasciatura in alto sul manico al di sotto del cuore)
Primo ‘900
–         Cuore convesso
–         Fasciature sulla spalla della racchetta (fino al 1920)
–         Scomparsa del collare
–         Logo inciso sostituito dall’uso di decalcomanie (in contraddizione con Gurney)
–         Doppie corde centrali verticali
–         Cuore laminato
–         Manico slotted, manico spaccato lateralmente (anche fino al 1930)
Anni ‘20
–         Racchette di metallo con corde d’acciaio
–         Rinforzo della zona del cuore con l’aggiunta di una striscia di legno
–         Primo cuore aperto
Anni ’30 e ‘40
–         Grip di cuoio
–         Solo cuore concavo
–         Colori sulle racchette e brillanti decalcomanie
–         Molte qualità di legni e legni laminati
–         Racchette autografate o con foto di campioni

Queste e molte altre particolarità sono presenti nelle racchette antiche e vi possiamo assicurare che nessuna di queste affermazioni può considerarsi assoluta e che c’è sempre una eccezione alla regola. Non vogliamo entrare nel merito o competere con tali illustri autori. Terremo conto di tutto quello che essi dicono ma l’esperienza nel tempo farà il resto.



(Qui sopra, questa racchetta fine ‘800 presenta alcune peculiarità da notare: forma a ventaglio, laminatura a due elementi e collare)



PARTICOLARITA’ E INDICAZIONI
1.  Grip sul manicoDopo il 1930
2.  Cuore convesso1870-1915 (e anche oltre)
3.  Doppie corde (2) verticali1905-1920
4.  Corde molto spesse ed  anche con varie file di trebling (assieme di corde più sottili vicino al cuore o alla testa)1890 (o prima)
5.  Testa della racchetta molto piatta1870 o1880
6.  Racchette asimmetriche1870 o 1880
7.  Legno laminatoDi solito dopo il 1930 con molti esempi anteriori a tale data
8.  Corde diagonali  o varie file di doppie corde1870 o 1880
9.  Manico fish-tail1890- 1920
10. Manico rotondo1870-1880
11. DecalcomanieDopo il 1930






Qui sopra, un tipico manico fan-tail costruito dalla fine dell’ 800 al 1920 circa. Più a destra, manico a bulbo, un’altra particolarità delle racchette antiche



Se gue alla pagina 2

CH E COSA COLLEZIONARE

CO LLEZIONISTI SI DIVENTA

DO VE COMPERARE

IL LIBRO: 75 ANNI DI RACCHETTE E CAMPIONI
AUTOGRAFATE E CON DECALCOMANIA
Una delle più simpatiche collezioni è sicuramente quella delle racchette “photodecal”, quelle racchette inventate un po’ prima degli anni ’30 dalla Wilson, con la foto in decalcomania dei campioni del momento stampata sul cuore dell’attrezzo. Altre case seguirono l’iniziativa della Wilson e la produzione, che in pratica cessò con la fine del legno (prova ne sia che anche McEnroe figura fra queste immagini), ha sfornato centinaia di modelli. L’Italia non si è adeguata a questa moda e al suo attivo presenta soltanto due campioni in decalcomania, uno è Cucelli su racchetta Maxima e l’altro Panatta su una Wip junior. Una raccolta facile, con moltissime offerte on-line a prezzi più che accettabili.



(Qui sopra, da sinistra, Rosewall immortalato nella Slazenger Personal; rara racchetta della Maxima con Gianni Cucelli e una racchetta Wilson della famosa serie ‘Famous Player Series’ con Don Budge sul fusto)  


Dobbiamo registrare un crescente interesse verso le racchette di legno degli anni ‘70 circa che ultimamente continuano ad attirare un numero crescente di collezionisti. Il motivo si deve forse cercare nella nuova moda di organizzare tornei con l’obbligo della racchetta di legno o forse nel fatto che queste racchette ci ricordano i vecchi campioni di quand’eravamo ragazzi. Sono molto apprezzate le Wilson degli anni d’oro dei Gerulaitis, McEnroe, Evert, le classiche Maxply della Dunlop e in Italia, a parte la Maxima Torneo di cui siamo stati invasi (di facilissima reperibilità), l’interesse maggiore è rivolto verso la Wip Panatta Autograph. La tendenza generale è quella di acquistare queste racchette nuove di zecca e questo raffina la ricerca e aumenta i prezzi che tuttavia non sono esosi.
(nella foto, dall’alto la celebre Donnay Allwood di Borg, molto richiesta dai nuovi collezionisti; apprezzatissima in Italia la famosa Wip Panatta e la prima Pro Staff della Wilson, che è stata anche la prima racchetta di McEnroe)

Segue alla pagina 3

CHE COSA COLLEZIONARE

CO LLEZIONISTI SI DIVENTA

DO VE COMPERARE

IL LIBRO: 75 ANNI DI RACCHETTE E CAMPIONI
LE HANNO FATTE STRANE…

Le racchette strane, anomale, sperimentali rappresentano una collezione di tutto rispetto. Quando una racchetta esce fuori dal normotipo classico e aggiunge o modifica sia struttura che funzioni siamo di fronte ad una racchetta “unusual”. A volte basta poco. La Donnay Borg Pro ad esempio, col il grip esageratamente lungo per favorire la presa bimane di Bjorn, si può già considerare una racchetta anomala. Ma c’è ben altro in questo settore, di cui ci consideriamo personalmente collezionisti preparati, che ci può stupire: ci sono racchette smontabili, pieghevoli, con meccanismi capaci di allungare il manico, dotate di chiavette che possano aumentare o allentare la tensione delle corde. Cosa dire poi della forma del manico o del  piatto corde presentata a volte con tali varianti da sfiorare il grottesco. Una collezione possibile, ma i cento o duecento euro per certi pezzi a volte non sono sufficienti.
 (Nella foto, la singolare racchetta svedese Erge, definita anatomic e, sotto, la Twin della Jenro, un manico e due piatti. A destra, la nostrana Futura (1986) imita la Snauwaert Ergonom, ma va impugnata con la parte pendente rivolta verso il terreno)



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COLLEZIONISTI SI DIVENTA

DOVE COMPERARE

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