di Luigi Casale |
Il servizio può essere considerato come il “biglietto da visita” di un tennista agonista: attraverso l’esecuzione di questo importante e spettacolare colpo, il giocatore inizia lo scambio di gara e pone le basi della sua espressione sportiva tecnico-tattica. Nel gergo tennistico si ricorda, infatti, che un giocatore “mantiene il proprio servizio” se vince il game nel quale è alla battuta, oppure “strappa il servizio” nel caso in cui il servizio fosse stato a disposizione del suo avversario.
Come per tutti gli altri colpi di tennis, il servizio si struttura nella concatenazione dinamica e precisa di singoli movimenti che vengono collegati e fusi per l’ottenimento del risultato voluto: la direzione, la velocità e l’effetto impressi alla pallina.
Dietro l’apparente semplicità esecutiva di un campione come Pete Sampras ci sono anni di studio e di allenamenti mirati a rendere più fluido ed efficace possibile il servizio che, ricordiamo, è composto dalla perfetta successione di quattro fasi tecniche distinte:
1. lancio della pallina, inizio del caricamento delle gambe e rotazione laterale del busto,
2. movimento in fuori del braccio-racchetta,
3. movimento di caricamento del braccio preparatorio all’impatto con la palla,
4. finale del colpo dopo l’impatto con la palla.
Senza addentrarci troppo in considerazioni prettamente tecniche dobbiamo sapere che, per svolgere un efficace allenamento organico-muscolare per il miglioramento del servizio devono essere conosciute ed assunte correttamente alcune posizioni ed eseguite delle azioni basilari (per meglio comprendere la complessità di questo tipo di allenamento, vengono qui di seguito sottolineate le parti del corpo interessate durante il servizio):
– Le gambe devono essere divaricate e i piedi devono essere posizionati in modo da consentire il piegamento delle ginocchia e la rotazione
contemporanea sia della parte alta che di quella bassa del corpo,
– Le braccia si devono muovere contemporaneamente in direzione opposta in modo da poter ruotare il tronco e la spalla,
– Durante la fase di lancio della pallina le anche ruotano indietro, la spalla del braccio-racchetta ruota internamente e il gomito si piega portando la
racchetta dietro la schiena,
– La rapida estensione dell’avambraccio sul braccio permetterà di imprimere alla pallina la rotazione voluta,
– Durante l’impatto delle corde della racchetta con la pallina, continuano la pronazione dell’avambraccio e la rotazione in fuori del polso,
– Dopo l’impatto con la palla avviene una energica decelerazione del movimento attraverso il coinvolgimento dell’arto superiore, della spalla, del
tronco e delle gambe.
Come si può notare, durante il servizio vengono coinvolte, con modalità diverse, tutte le parti del corpo, specialmente i seguenti muscoli, che
debbono essere intensamente allenati nella preparazione fisica specifica:
- Tricipiti surali (i muscoli dei polpacci), quadricipiti, femorali e glutei,
- Obliqui, addominali ed estensori del tronco,
- Sottospinali e sopraspinati, bicipiti, dentati, flessori, estensori e supinatori del polso, sottoscapolari, grandi pettorali, trapezi.
La preparazione fisica specifica per il servizio non si compone, generalmente, di una fase di allenamento organico (corsa, ecc.), e l’allenatore deve porre uguale attenzione all’esecuzione tecnica corretta e all’eliminazione di eventuali conflitti articolari, muscolari e tendinei che dovessero insorgere nel giocatore.
Ecco tre semplici esercizi di rafforzamento muscolare particolarmente adatti al miglioramento del servizio:
– Squat – distensione delle braccia con bilanciere:In piedi, gambe leggermente divaricate, con bilanciere pesante circa 1/10 del peso corporeo appoggiato sui trapezi, eseguire un piegamento sulle ginocchia mantenendo esteso il dorso; durante la fase di risalita dalla posizione di piegata, estendere le braccia in alto sollevando il bilanciere dalle spalle, e portarlo sopra il capo. Appena raggiunta la posizione di distensione delle braccia, piegarle nuovamente e, dopo aver posizionato il bilanciere sulle spalle, ripetere l’azione. Eseguire 10 – 15 volte per 5 – 6 serie con adeguato tempo di recupero (1 – 2 minuti fra l’una e l’altra).
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– Dorsali prono con torsione del busto: Da posizione prona a terra con le braccia flesse e le mani intrecciate alla nuca, eseguire 20 – 30 iperestensioni del busto in alto e contemporanea torsione alternata a destra e sinistra. Cercare di mantenere le gambe distese a terra e il perfetto allineamento dei gomiti per non sbilanciare la flesso – torsione da un solo lato. Ripetere per 3 – 5 volte con adeguato tempo di recupero.
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– “French press” con manubri su panca inclinata: Da posizione seduta su panca inclinata di 45°, impugnare e mantenere sopra la testa due manubri del peso complessivo corrispondente a circa 1/5 del peso corporeo. Eseguire 10 – 15 flessioni dei gomiti portando i manubri dietro le spalle; durante la loro successiva distensione verso l’alto, eseguire una contemporanea pronazione dei polsi, ruotando i palmi delle mani (e quindi i manubri stessi) in fuori. Ripetere 6 – 8 volte con adeguato tempo di recupero.
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