di Fabio Bagatella – foto Getty Images
Quello che doveva essere il saluto di Safin alla sua Mosca, è diventato un mezzo miracolo. In pieno stile Marat. Il programma del primo turno dell’Atp 250 russo ($1,080,000; sintetico) proponeva il remake dei quarti dell’edizione passata e della finale 2006. La prima testa di serie del seeding Nikolay Davydenko (n.6 Atp) di fronte all’ex numero uno mondiale Marat Safin (n.76 Atp), che sta giocando gli ultimi tornei da pro della sua carriera prima del ritiro annunciato per fine anno. Sovvertendo i numeri del ranking la vittoria è andata come nel 2008 a Safin: 4-6 6-4 6-2 in poco meno di due ore. Non si è trattato comunque di un exploit completamente inatteso: le motivazioni dei due tennisti erano infatti molto differenti. Davydenko, trionfatore a Mosca nel 2004, 2006 e 2007 e in piena corsa per un posto al Masters di Londra dopo la vittoria a Shanghai della scorsa settimana, sapeva che la Kremlin Cup non poteva regalargli punti validi per il suo obiettivo. A Londra andranno infatti i top eight di una speciale classifica: il “Masters Ranking”, la vecchia race. Essa non tiene conto di tutti i risultati stagionali di un giocatore ma dei suoi best. Il massimo dei punti utili al Ranking Masters che un tennista può ricavare dagli Atp 250 corrisponde alle vittorie in due tornei di quella fascia e il 28enne di Severdonetsk, nel 2009, ha già conquistato Kuala Lumpur e Umag.
Safin, invece, era ben conscio del fatto che il match con Davydenko poteva essere il suo ultimo incontro nella Mosca che tanto ama ma dove non ha mai vinto. All’inizio dell’anno il 29enne di Mosca, seguendo l’esempio di un altro ex numero 1 degli anni ottanta-novanta (lo svedese Stefan Edberg), aveva infatti pubblicamente annunciato il ritiro dall’attività agonistica proprio alla conclusione della stagione 2009.
Il campo centrale dello Stadio Olimpico, quasi tutto a favore dell’idolo di casa, ha visto il talento cristallino e le imponenti doti fisiche del moscovita opporsi all’intelligenza tattica e alla tenace caparbietà di Davydenko. I due si erano già affrontati in sette occasioni: il bilancio, 4-3 in favore del 28enne di origini ucraine, testimoniava comunque il grande equilibrio a dispetto di due stili di gioco e di vita agli antipodi.
Nel primo set Safin falliva il break del 3-1, cedeva il servizio seguente, non riuscendo più a impensierire l’avversario che chiudeva 6-4. Il secondo set si decideva invece al decimo gioco quando Davydenko perdeva servizio e partita, 4-6. Nel terzo Marat volava subito 3-1 concludendo 6-2 al terzo match-point.
L’ avventura moscovita del vincitore di 15 titoli Atp tra cui 2 Slam, Us Open 2000 e Australian Open 2005, continua. Con essa prosegue anche il sogno di Marat e dei suoi numerosissimi tifosi: vedere il nome del loro beniamino, dopo due finali perdute (2006 e 2008), “scolpito” finalmente nell’albo d’oro della Kremlin Cup. Sarà un altro russo, Evgeny Korolev (n.51), vittorioso nel derby contro il campione uscente, Igor Kunitsyn (n.107) a provare a fermare il cammino di Safin. Davydenko potrà rifarsi nel 2010 ma difficilmente sarà in grado di sostituire Marat nel cuore dei moscoviti.