di Giorgio Spalluto – foto Getty Images
Sono passati 20 mesi esatti da quel primo pazzo successo di Sergiy Stakhovsky in un torneo Atp (Zagabria) che non avrebbe neanche dovuto disputare, perché eliminato nell’ultimo turno di qualificazione. Ed invece, l’ucraino fu autore di una straordinaria impresa, aggiudicandosi quel torneo da lucky loser, battendo uno dopo l’altro Karlovic, Troicki, Tipsarevic, Bolelli e Ljubicic (all’ultima finale Atp prima del successo a Lione), diventando il primo lucky loser a vincere un titolo Atp, dal 1991 quando a realizzare una simile impresa fu l’argentino Christian Miniussi a Sao Paulo.
Questa volta Stakhovsky – che prima di Zagabria si era messo in luce da giovanissimo nel mai troppo poco rimpianto Atp di Milano (sostituito proprio da Zagabria) in cui raggiunse i quarti battendo C. Rochus e Mario Ancic e perdendo solo da Soderling – si è reso protagonista di un’altra grande impresa, aggiudicandosi il torneo di San Pietroburgo, partendo dalle qualificazioni ed azzeccando così un filotto di ben 8 partite di fila, lui che era reduce dai quarti di finale del torneo di Mosca della settimana precedente, in cui era sempre partito dal tabellone cadetto (altre 6 partite). Il tennista ucraino, che però risiede in Slovacchia, ha avuto il suo bel daffare per avere la meglio, in finale, di un sorprendente Horacio Zeballos, alla prima finale Atp, lui che prima del torneo di San Pietroburgo aveva vinto un solo match nel circuito pro. L’argentino, infatti, da sempre impegnato quasi esclusivamente nel circuito challenger, si era messo in luce nei mesi scorsi, per i 5 titoli colti tutti in Sudamerica, che gli avevano consentito di passare dalla posizione numero 209 alla 54.
In finale il sudamericano partiva fortissimo portandosi immediatamente sul 4-1 grazie alla grande aggressività nei turni di risposta che impediva a Stakhovsky di entrare nel match. Perso il primo set con il risultato di 6-2, l’ucraino cambiava tattica affidandosi con più insistenza al serve and volley. Nel 7° game, però, complice una prima di servizio non all’altezza, l’ucraino concedeva ben 3 palle break di fila all’argentino, tradito a sua volta dalla totale inesperienza a questi livelli. Saranno complessivamente 6 le palle break non sfruttate da Zeballos al termine di un set, il cui epilogo era affidato al tiebreak vinto di esperienza da Stakhovsky per 10-8 al 4° set point. Nel 3° parziale l’ucraino si portava subito avanti di un break, sino ad avere la chance di servire per il match sul 5-4, non prima di aver fallito un matchpoint sul 5-3, ma servizio Zeballos. Questa volta, però, era Stakhovsky a farsi tradire dall’emozione ed a cedere la battuta a zero ad un avversario di nuovo fiducia, aiutato da un palazzetto tutto schierato per l’argentino. Si giungeva, così, nuovamente al tiebreak. A spuntarla era ancora l’ucraino, coraggioso nell’annullare sul 6-7 un match point all’avversario, grazie ancora al serve & volley. Era ancora una voleè, questa volta di rovescio a chiudere in favore dell’ucraino, un match davvero divertente che restituisce agli appassionati un giocatore quasi anacronistico che dimostra come il serve and volley non sia morto o inutile.
Quello di Stakhovsky è il terzo titolo vinto da un giocatore proveniente dalle qualificazioni nel 2009, dopo le vittorie di Benjamin Becker (Hertogenbosch) e Thomaz Bellucci (Gstaad). Con questo successo si issa fino al numero 54 del mondo, migliorando di 20 posizioni il suo best ranking. Grande balzo in classifica anche per il terraiolo Zeballos che sale alla posizione numero 42. Peccato che in questa stagione, tra i tanti “carneadi” che riescono a ritagliarsi i famigerati “15 minuti di gloria” di warholiana memoria, non ci sia nessuno dei nostri rappresentanti. L’ultima settimana in cui erano in programma dei tornei “250”, ha visto tutti gli azzurri uscire al primo turno. Difficile essere ottimisti quando al termine della stagione mancano 2 tornei 500 (Basilea e Valencia) ed il Master1000 di Parigi Bercy.
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