di Giorgio Spalluto – foto Getty Images
Non sarà con questo successo che Juergen Melzer riuscirà a scrollarsi di dosso la pesante etichetta di magnifico perdente. Il mancino austriaco – che, non a caso, prima di Vienna poteva vantare nelle finali Atp, un record di 1 vittoria (nel modesto torneo di Bucarest, sul nostro Filippo Volandri) e 6 sconfitte – è stato comunque bravo a ritrovare il suo gioco scintillante in occasione del torneo di casa, lui che aveva giocato l’ultima finale Atp, sempre in Austria, ma a Kitzbuhel nel 2008, quando fu sconfitto da un Del Potro in prepotente ascesa. Vienna, città natale del nostro, non vedeva trionfare un tennista autoctono da ben 21 anni. Precisamente dal 1988, quando a trionfare era stato lo sfortunato Horst Skoff su un altro beniamino di casa, Thomas Muster, ultimo austriaco, nel 1995, a raggiungere la finale nella “Città dei Musicisti”.
A suonarle a tutti, per una volta, è stato però il mancino austriaco che, col suo gioco caratterizzato da acrobatiche e pregevolissime voleè, ha eliminato uno dopo l’altro, Chiudinelli, Hrbaty, Stepanek e Tipsarevic (reduce dalla finale di Mosca), prima di imbattersi in uno dei tennisti più caldi del momento, Marin Cilic, contro cui Juergen aveva perso tutti e 3 i precedenti. Il giovane croato, cui gli organizzatori avevano accordato una wild card dopo il forfait di Del Potro, non è riuscito in finale a dare seguito alle splendide prestazioni messe in mostra durante la settimana. A fare la differenza sono state indubbiamente le diverse motivazioni con cui sono scesi in campo i 2 giocatori. Cilic, infatti, non aveva granché da guadagnare dalla vittoria di questo torneo, avendo già incamerato il massimo dei punti, per quanto riguarda i tornei 250. Opposto a 9000 tifosi, tutti schierati per il beniamino di casa, e contro un avversario bravo a innervosirlo, soprattutto nei suoi turni di servizio, il croato ha finito per commettere una vagonata di errori, soprattutto col suo colpo più debole, il dritto. Dal canto suo, Melzer è riuscito per una volta ad affiancare all’eleganza del suo gioco, una concretezza che gli è sempre mancata in carriera: 6-4 6-3 il punteggio per l’ex campione junior di Wimbledon (1999), che con questo successo sale al numero 28, lui che vanta un best ranking di 26.
Giocatore versatile – finalista su tutte le superfici: erba, cemento, terra e sintetico indoor – negli ultimi tempi, Juergen ha fatto parlare di sé più per le sue liason amorose, che per i suoi risultati sul campo, a conferma di quella fama di perdente di successo, comprovata anche dall’avvenenza delle sue compagne. Tante le colleghe cui è stato legato sentimentalmente: da Anastasia Myskina a Nicole Vaidisova, fino alla piccola Dominika Cibulkova. Negli ultimi mesi, però, ad accompagnarsi al 28enne di Vienna è stata la nuotatrice austriaca Mirna Jukic, una vera e proprio eroina in patria, primatista europea nei 200 metri rana e vincitrice di diverse medaglie olimpiche e mondiali. Che sia stata proprio la bella nuotatrice di origine croata, ad aver trasmesso parte del suo Dna vincente al vecchio Juergen?
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Gli Highlights della finale