di Fabio Bagatella – foto Getty Images
Questa è una favola. Una favola natalizia. Il protagonista è James Ward, 22 anni da Londra e una carriera di sacrifici tra Futures e Challenger alle spalle. Babbo Natale quest’anno gli ha voluto regalare qualcosa di molto speciale. Il 271esimo del ranking ATP è stato scelto da Rafael Nadal per preparare la stagione 2010.
Almeno fino alla fine del 2009, Ward e Nadal saranno a Maiorca per la preparazione invernale. L’idea del sodalizio è nata alle ATP World Tour Finals di fine novembre. Durante il Masters londinese lo spagnolo si è subito trovato a suo agio durante gli allenamenti con il britannico. Toni Colom, mentore dell’inglese e coach dell’iberico a livello juniores, ha rappresentato il “gancio” ideale. Gli appuntamenti e gli obiettivi dei due tennisti sono chiaramente differenti: per Rafa riprendersi il trono mondiale a discapito di Federer cercando di ripetere il fantastico 2008, per James qualificarsi al maggior numero di tornei ATP possibili (Slam compresi) sfruttando al meglio ogni secondo di allenamento. Se poi i risultati saranno soddisfacenti, l’asse Maiorca-Londra potrebbe rimanere in piedi per tutto il 2010.
Anche la storia (tennistica e non) di James Ward assomiglia per molti aspetti ad una favola moderna. I sacrifici di papà Jim, taxista londinese, per consentire al giovane James di intraprendere l’avventura tennistica. I quattro anni e mezzo lontano da casa alla Juan Carlos Ferrero Academy di Villenne, a Valencia. Il passaggio al professionismo nel 2006 e la tegola della grave malattia diagnosticata al padre l’anno successivo. Le due operazioni al cervello, la chemioterapia, la lenta ripresa. Il rapporto padre-figlio che da speciale diventa specialissimo. I primi successi nel 2008 (due Futures), l’ascesa nel 2009 fino a raggiungere il suo best ranking (187) a settembre grazie al primo Challenger vinto e al turno superato nell’ATP di Eastbourne. Poi uno stop imprevisto. Una fastidiosa febbre ghiandolare lo tiene lontano dai campi fino a novembre cancellando in breve tempo quanto ottenuto faticosamente in nove mesi. Durante la riabilitazione viene inserito dalla Federazione britannica (LTA) in un programma di sostegno ai giocatori meno titolati dove conosce l’ex numero uno inglese Greg Rusedski. Il finalista dell’US Open 1997 inizia a seguire James e il gioco del 22enne ne trae subito beneficio. Al Master di Londra Ward è il compagno d’allenamenti di Nadal, fino alla fine del 2009 sarà sottoposto giornalmente al pressing martellante di Rafa.
“Papà ha fatto sacrifici immensi per me”, dice spesso con estremo orgoglio James, “io farò tutto il possibile per ripagarlo.” Poco importa se Ward ha guadagnato sul campo poco più di 100.000 dollari, quello che un big può incamerare in una settimana vincendo un torneo di medio livello. Papà Jim è felice perché vede negli occhi del figlio bruciare quello stesso fuoco che gli ha permesso di vincere la battaglia più importante. Probabilmente James non diventerà Andy Murray o Tim Henman (top ten britannici del presente e del passato), ma, come sostiene Rusedski, ha tutte le potenzialità per entrare stabilmente tra i top 100.
L’ambito traguardo non potrà sfuggirgli se lotterà tenacemente come ha fatto nel febbraio scorso per ottenere un posto nella squadra di Davis britannica. Il match perduto 21-19 al quinto set contro Chris Eaton dopo sei ore e quarantacinque minuti di puro combattimento rappresenterebbe l’incontro più lungo nella storia del tennis se non si fosse trattato di una sorta di spareggio voluto dal capitano inglese John Lloyd e dunque non registrabile come partita ufficiale.
La favola di James Ward sparring partner di Rafael Nadal potrebbe proseguire nel 2010. Certamente la sua storia d’amore col tennis non si fermerà. Se proseguiranno nei sontuosi palcoscenici metropolitani i sogni di James e papà Jim si saranno avverati, se invece continuerà a frequentare più modesti impianti di provincia non ci sarà comunque posto per la tristezza. Perché questa è una favola, e a Natale c’è sempre il lieto fine.
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