di Giorgio Spalluto – foto Getty Images
Nella giovane storia del torneo di Chennai, solo Carlos Moya era riuscito ad aggiudicarsi per ben 2 volte consecutivamente l’evento indiano. Ad emulare l’impresa dell’ex numero 1 spagnolo (tornato alle gare proprio questa settimana e sconfitto all’esordio da Tipsarevic), è stato il campione uscente Marin Cilic, testa di serie numero 2 del torneo, che ha sfruttato a dovere la precoce eliminazione del “Top Seed” Robin Soderling, per mano di Robby Ginepri.
Il croato, chiamato a dare continuità all’ottimo 2009 che ha segnato la sua definitiva esplosione, ha sfruttato un tabellone non impossibile, che lo ha visto perdere un solo set durante tutto il torneo, contro l’iberico Granollers, prima di affrontare in finale una delle sue bestie nere, Stanislas Wawrinka. Lo svizzero, vincitore di tutti e 4 i precedenti, questa volta ha dovuto arrendersi alla maggiore freddezza del suo avversario nella stretta finale dei 2 set, entrambi conclusisi al tiebreak in favore del nativo di Medjugorje. 7-2 7-3 il punteggio dei 2 tiebreak, con il numero 2 elvetico che può recriminare nel primo set, per non aver sfruttato un vantaggio di 5-3 e un set point sul 6-5 in suo favore, seguito da un parziale di 10 punti a 2 per Cilic. Il numero 14 del mondo profittava del passaggio a vuoto di Stan per strappargli il break in apertura di secondo set. Wawrinka operava subito il controbreak, sfruttando quello che rimane, per adesso, il maggior difetto del croato, la mancanza di killer instinct, che a volte lo costringe a rimanere sul rettangolo di gioco molto più tempo del necessario, pur dimostrando in campo di essere superiore al giocatore che ha di fronte.
Non a caso, il match, costellato di game molto combattuti e di lunghi palleggi, è durato un’enormità per essere incontro decisosi in due set: 2 ore e 41 minuti di intensa battaglia, almeno fino ai tiebreak, dove lo svizzero, nervosissimo per alcune chiamate dubbie (anche a Chennai la mancanza di occhio di falco si è fatta sentire…), non ha retto mentalmente, consegnandosi all’avversario.
Peraltro Wawrinka non è nuovo a maratone sulla distanza di soli 2 set. A Miami, lo scorso anno, si arrese sempre in 2 tiebreak a Rafa Nadal in 2 ore e 43 minuti. Il croato, oltre a una tenuta mentale sconosciuta fino a poco tempo fa, ha mostrato una condizione fisica davvero invidiabile con cui può guardare con fiducia al primo slam dell’anno. Sicuramente a Melbourne, soprattutto nei primi turni, dovrà stare attento a non sprecare inutili energie che potrebbero tornare utili più avanti nel torneo.
Per Marin quello conquistato in India è il 4°titolo della sua giovane carriera. In Australia sarà indubbiamente uno degli osservati speciali, lui che fece parlare di sé per la prima volta proprio a Melbourne, battendo nei sedicesimi il finalista uscente Fernando Gonzalez . Lo scorso anno, a fermarlo negli ottavi, fu il suo “gemello” Juan Martin Del Potro in un match dall’andamento molto simile al recente quarto di finale disputato New York dagli stessi due giocatori, con il croato vincitore del primo set e poi sconfitto al quarto. Rispetto alla Torre di Tandil (più vecchio di Marin di soli 5 giorni) gli manca ancora qualche chilo. Una volta colmato il gap fisico, sarà davvero dura liberarsi dalla morsa degli enormi tentacoli del “cristone”…di Medjugorje.
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