Justine batte la connazionale Yanina Wickmayer e approda nei quarti. A sorpresa avanza anche la Kirilenko che approfitta del ritiro della Safina…

di Andrea Merlo – foto Getty Images

 

“It’s derby time”. Sono state due sfide fratricide a  concludere la settima giornata degli Australian Open femminili, giro di boa del primo slam stagionale . Due le nazioni coinvolte: Belgio e Russia.

Sulla Rod Laver Arena è andato in scena un incontro inedito in cui l’ammazza-azzurre Yanina Wickmayer ha impegnato a lungo Justine Henin, dominandola per ampi tratti del secondo set. Andamento regolare del match sino al quinto game del primo parziale, quando la Henin sfrutta bene la prima palla break concessa dall’avversaria, la quale però si rifà subito sotto e conquista nel gioco successivo l’occasione dell’immediato contro-brerak, riaprendo così il set.

La Wickmayer continua a premere sull’acceleratore ma non sfrutta due palle per allungare sul 6-5 e servizio. Al tie-break la maggior esperienza della Henin si fa sentire e grazie al minibreak ottenuto con uno splendido rovescio l’ex numero uno del mondo si porta sul 5-3 prima di chiudere senza concedere alla più giovane connazionale altri punti. Sontuoso il serve and volley che fissa il punteggio del tie-break sul 7-3.

La seconda frazione si apre  con la veemente reazione della Wickmayer che strappa in avvio il servizio all’avversaria e allunga sino al 5-1 a suon di sganassoni biondi che spolverano le righe. Il settimo game si apre ancora una volta a handicap per la Henin, che colleziona il quarto doppio fallo prima di subire una risposta  vincente fulminea che porta la ventenne Yannina a due punti dal set, che vince in scioltezza.

Nei momenti più delicati vengono però fuori le vere campionesse e così all’inizio del parziale decisivo Justine mette il turbo e vola 3-1. Sul 4-2 una caduta in recupero sembra mettere a rischio la sua partita per un infortunio alla mano, ma la ripresa è repentina e nonostante la Wickmayer si dimostri giocatrice solida la vittoria va alla Henin che chiude con una bella volèe conquistando un ulteriore break e fissando lo score sul 6-3.

 

Finale a sorpresa nella sfida  “Made in Russia” della Hisense Arena tra la numero due mondiale Dinara Safina e la “bella” Maria Kirilenko. La sorella di Marat, reduce dall’agevole successo sulla speranza britannica Baltacha, certo partiva con i favori del pronostico di fronte a una Kirilenko che ha faticato più del dovuto di fronte alla nostra Roberta Vinci nel terzo turno.

Parte bene la Safina che ottiene il break in apertura, ma deve fronteggiare poi sei  palle per il contro-break nel sesto gioco, aggiudicandosi il game alla prima occasione disponibile. La Kirilenko riesce comunque a strappare il servizio all’avversaria due giochi più tardi, riportando lo score in parità sul 4-4 prima di allungare beneficiando del servizio. Sotto 5-4 Dinara si porta prima in vantaggio 30-0, poi accusa il ritorno dell’avversaria che si procura un set point. A questo punto, pochi secondi dopo aver affossato il diritto a metà rete che consegna  la palla del primo set alla Kirilenko, tra lo stupore generale la Safina si ritira, probabilmente per il riacutizzarsi del dolore alla schiena che già l’aveva fermata lo scorso ottobre e che sperava di aver lasciato definitivamente alle spalle.

Al terzo confronto diretto, si tratta del primo successo – seppur facilitato – di Maria Kirilenko  sulla connazionale. Adesso per lei  l’occasione, forse irripetibile, di affrontare nei quarti la cinese Zheng, autrice dell’eliminazione di Alona Bondarenko. 

 

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