di Daniele Rossi – foto Getty Images
Serata da dimenticare per i tifosi australiani che hanno visto in un solo colpo uscire di scena i loro portacolori: Lleyton Hewitt e Samantha Stosur partivano nettamente sfavoriti contro i padroni dei rispettivi circuiti, Roger Federer e Serena Williams, hanno perso entrambi piuttosto nettamente, ma sono usciti a testa alta e tra gli applausi del proprio pubblico.
Non è bastata la proverbiale grinta a Lleyton Hewitt per avere le meglio, o per lo meno impensierire, un Roger Federer in versione…”seconda settimana”. Come sempre, quando il livello si alza l’elvetico diventa implacabile e inizia a giocare un tennis al limite della perfezione. Purtroppo per Hewitt il suo gioco piatto, senza vincenti e da fondo campo, rappresenta lo specchio ideale per il talento del numero uno del mondo. Doppio break nel primo set che scivola in mezz’ora con un comodo 6-2 per un Federer solido e concentratissimo. Poco da fare per l’australiano anche nel secondo parziale; Roger mette sempre in ambasce l’australiano quando è al servizio, mentre Lleyton difficilmente riesce a fare due punti sui game di risposta. La naturale conseguenza è un 6-3 in 35 minuti di gioco. Il terzo set sembra ricalcare le sorti dei primi due: Federer strappa il servizio sul 4-3 e sembra avviarsi ad una comoda vittoria, ma il suo inesauribile spirito battagliero consente a Hewitt di effettuare il contro-break e di risvegliare la Rod Laver Arena. Roger, un po’ stizzito, riprende la concentrazione e ri-breakka Hewitt con un fantastico passante in cross di diritto. Prima di capitolare definitivamente “Rusty” si conquista con le unghie altre tre palle break, ma Federer le annulla da par suo e chiude la contesa al primo match-point. Punteggio finale: 6-2 6-3 6-4.
Applausi convinti per Hewitt, autore sì di un buon torneo, ma che rimane ancora lontano anni luce dai top 10. Su Federer si allunga nei quarti di finale l’ombra mingherlina, ma sempre più minacciosa, di Nikolay Davydenko.
Il torneo ci ha offerto almeno una maratona al quinto set al giorno e questo lunedì non ha voluto fare eccezioni: i protagonisti sono stati Jo-Wilfried Tsonga e Nicolas Almagro. Ha avuto la meglio il francese che ha vinto per 6-3 6-4 4-6 6-7(8) 9-7 in un partita dalla straordinaria intensità e dalle infinite emozioni.
A Tsonga basta un break per set per aggiudicarsi le prime due frazioni. Almagro gioca alla pari e sfoggia il suo bel rovescio ad una mano, ma “Cassius-Jo” al servizio è devastante e lo spagnolo non vede una palla break. Poi, come spesso gli accade, Tsonga si distrae pensando di aver già vinto la partita e concede la chance ad Almagro di rientrare nel terzo set, allor quando lo spagnolo sfrutta la prima e unica palla break del match per assicurarsi la terza frazione. Nel quarto set regna il totale equilibrio fino all’inevitabile tie-break, che Almagro fa suo per 8 punti a 6. Per Tsonga è tutto da rifare, ma il francese non è tipo da perdersi d’animo e ricomincia a macinare ace e vincenti, ma anche Almagro non è da meno e si conquista anche tre palle break, che Tsonga però annulla brillantemente. Ancora una volta però ad essere premiate sono il coraggio e la personalità della testa di serie numero 10, che si conquista la vittoria attaccando Almagro al quindicesimo gioco dell’ultimo set. Solita esultanza sfrenata per Tsonga che nei quarti incontrerà Djokovic, per una rivincita della finale del 2008. Per Almagro può valere una battuta che il grande Mats Wilander ha fatto dopo il match: “dove è stato fino ad ora?”. Bella domanda. Lo spagnolo possiede dei colpi da top ten, ha un rovescio fenomenale e sa disimpegnarsi egregiamente sia col servizio sia col diritto, ma manca ancora della necessaria cattiveria e continuità (e forse della adeguata forma fisica) per vincere le partite che contano. Non sia mai che questa partita possa rappresentare un punto di svolta…
Avanza senza affanni invece Serena Williams, che si sbarazza in poco più di un’ora dell’ultima atleta di casa rimasta in corsa, Samantha Stosur. Un 6-4 6-2 che chiarisce la superiorità di Serenona contro una Stosur, che pur volenterosa, ha dimostrato di non avere armi a disposizione per far partita pari con l’americana. Basti considerare il numero dei vincenti, 30 contro 8, in favore della Williams e delle palle break convertite: 3 su 4 per Serena, 0 su 3 per Samantha.
L’ultimo match della sessione serale doveva stabilire chi, tra la testa di serie numero sette Victoria Azarenka e la testa di serie numero nove, Vera Zvonareva, sarebbe andata a giocarsi i quarti proprio contro la Williams. Ha vinto alla fine la Azarenka, più solida di nervi e di gioco rispetto alla solita tremebonda russa. Grande equilibrio nel primo set, con entrambe le giocatrici particolarmente in palla e capaci di giocare numerosi vincenti. Brave anche nel servizio almeno fino al nono gioco, quando la Azarenka, con un sanguinoso doppio fallo, regala break e set alla Zvonareva. La russa si porta avanti anche 3-1 e poi 4-2 nel secondo set, dopo una girandola di break e contro-break, ma poi accusa uno dei suoi proverbiali black-out e subisce un terrificante parziale di 10 giochi a zero. Fino a metà terzo set i game sono tutti combattuti, ma alla fine li va a vincere sempre la Azarenka, che inizia anche a giocare vincenti da qualunque posizione. La partita si conclude con l’esultanza prematura dell’amazzone bielorussa che deve aspettare il secondo match point, causa challenge, per festeggiare il primo approdo nei quarti di finale negli Australian Open.
Risultati della sera:
Federer – Hewitt 6-2 6-3 6-4
Tsonga – Almagro 6-3 6-4 4-6 6-7(8) 9-7
S. Williams – Stosur 6-4 6-2
Azarenka – Zvonareva 4-6 6-4 6-0
QUARTI DI FINALE
Federer – Davydenko
Djokovic – Tsonga
Nadal – Murray
Cilic – Roddick
S. Williams – Azarenka
V. Williams – Li
Henin – Petrova
Zheng – Kirilenko
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