di Fabio Colangelo – foto Getty Images
Come ogni inizio stagione, mentre i tornei Atp riprendono subito la loro attività a pieno ritmo, i circuiti cosiddetti “minori” (challenger e futures) non regalano moltissimi appuntamenti nei primi due mesi dell’anno.
Per questo motivo il livello dei tornei è spesso molto alto, e chi inizia la stagione con dei buoni risultati è spesso destinato ad avere un’annata positiva. Soffermiamoci in questo appuntamento settimanale ad analizzare il comportamento dei giocatori italiani in questi tornei, dando comunque spazio anche a stranieri e risultati che dovessero meritare attenzione.
E’ piuttosto chiaro il momento difficile che stanno attraversando i nostri giocatori di vertice, e poiché se ne discute già a sufficienza, è interessante capire cosa succede e come si comportano gli italiani nelle “retrovie”. Dal primo gennaio fino ad oggi, ci sono stati solo nove tornei challenger. Solo in tre di questi però ci sono stati azzurri al via.
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di Fabio Colangelo – foto Ray Giubilo
A Noumea nel ricco appuntamento (75.000$ + H) di preparazione agli Australian Open, è giunto in finale Flavio Cipolla, sconfitto da Florian Mayer (giocatore fuori livello in quei tornei), mentre Simone Vagnozzi ha giocato un ottimo torneo giungendo ai quarti di finale dalle qualificazioni. Crugnola invece è stato fermato agli ottavi da Kevin Anderson.
Settimana scorsa, a Honolulu (50.000$) Andrea Stoppini e Marco Crugnola sono usciti di scena all’esordio, mentre questa settimana a Dallas (50.000$) nell’ultimo appuntamento della loro tournée oltreoceano, si sono arresi entrambi al forte australiano Carsten Ball rispettivamente agli ottavi e ai quarti di finale. Come già detto si sono giocati troppi pochi tornei per giudicare il comportamento dei nostri, quindi il giudizio va rimandato alle prossime settimane, anche se per ora la situazione non sembra grave come “al piano di sopra” (anche se fare peggio mi sembra quasi impossibile).
Osservando i tabelloni di questi primi challenger, si scopre che ad andare in fondo sono stati praticamente sempre giocatori compresi tra le teste di serie. Pochissime sorprese e pochissimi giovani alla ribalta, ad eccezione del torneo di Burnie (50.000$) di questa settimana, dove, provenendo dalle qualificazioni, il 18enne Bernard Tomic ha vinto il torneo in finale su Greg Jones, 21 anni (entrambi australiani) come il nostro Trevisan, contro il quale duellava spesso nei più importanti appuntamenti junior di tre anni fa. L’Australia sembra aver trovato un campione e un ottimo giocatore.
Dopo otto mesi di stop si è rivisto Mario Ancic, che dopo aver perso al primo turno a Heilbronn (85.000 euro + H), si è addirittura ritirato questa settimana in un future tedesco. Il rientro non sembra vicino per un campione martoriato dagli infortuni. Come da lui stesso annunciato si è rivisto a Dallas anche Mark Philippoussis. Sconfitto al primo turno dall’americano Yani, dopo più di tre anni di inattività deve aver capito che per tornare a certi livelli il suo nome e il suo servizio non sono sufficienti
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di Fabio Colangelo – foto Ray Giubilo
Dove invece i nostri giocatori si stanno comportando molto bene è il circuito futures, dal quale in queste quattro settimane di tornei sono arrivati parecchi risultati positivi. Tanti buoni piazzamenti da parte di diversi giocatori, ma è il caso di citare soprattutto Stefano Galvani (nella foto), Francesco Aldi e Stefano Ianni.
Il primo, alla soglia dei 33 anni, si è recato in Inghilterra per giocare due “15.000$” di livello altissimo, nei quali ha raccolto prima un quarto di finale e successivamente una vittoria molto convincente. Un ottimo inizio per il patavino che può presentarsi agli appuntamenti per lui importanti rodato e con una buona dose di fiducia ad accompagnarlo.
Francesco Aldi invece si è distinto nei futures spagnoli, dove ottenere una vittoria e una finale come ha fatto lui non è impresa da poco, considerando la concorrenza agguerrita dei padroni di casa. Speriamo che sia l’inizio di un ennesima risalita verso posizioni nel ranking a lui più congeniali. Stefano Ianni invece era impegnato nei futures in Florida sulla terra verde. Costretto a superare quattro turni di qualificazione, è riuscito a raccogliere una finale e una semifinale. Risultati di tutto rispetto considerando l’ottimo livello di quei tornei e la fatica accumulata per via dei match di “quali” e delle continue vittorie in doppio (due vittorie e una finale).
Da questi ottimi risultati, emerge però purtroppo un dato non proprio piacevole. Come detto Galvani è vicino alle 33 primavere, mentre Aldi e Ianni sono a un passo dai 30, e anche gli altri giocatori che hanno fatto bene (Brizzi, Vagnozzi, Trusendi…) non sono proprio dei ragazzini. Tante vittorie, delle quali è giusto e doveroso essere contenti, ottenute però da giocatori più che esperti a questo livello. Come detto per i challenger si sono giocati troppi pochi tornei per dare un giudizio, e inoltre solo pochi dei nostri giovani hanno già iniziato la stagione (Giannessi, Gaio, Fioravante), però la speranza è che queste vittorie inizino ad arrivare anche da loro.
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