Dopo un inizio di stagione sfortunato, torna a sorridere Ferrero che si aggiudica il 13° titolo in carriera, infliggendo un tremendo 6-1 6-0 a Kubot…

di Giorgio Spalluto

 

Come a Rotterdam, anche a Costa do Sauipe a imporsi è stato un giocatore che a inizio settimana era ancora a secco di vittorie nel 2010. Trattasi di un ex numero 1, Juan Carlos Ferrero, alla 30esima finale in carriera, 2 giorni dopo aver festeggiato il suo 30° compleanno. Spettatore non pagante della festa di compleanno tributata allo spagnolo, un Lukasz Kubot obnubilato dalla ritrovata verve da fondo campo di “Mosquito”, in uno stato di forma psicofisica davvero invidiabile. Quanto lontani sono i propositi di ritiro palesati dallo spagnolo a inizio 2009, quando era sprofondato in classifica fuori dalle prime 100 posizioni.

 

La finale odierna è stata una vera mattanza ai danni del povero polacco, sempre più sorprendente in questa sua insospettabile metamorfosi da doppista di successo a più che discreto singolarista. Fulminato sulla via di…Belgrado, dove da lucky loser si era issato fino alla finale (sconfitto da Djokovic), Kubot ha iniziato una cavalcata vincente che lo ha visto passare, nel giro di un anno, dalla 200° posizione del ranking a un posto tra i Top50, 48° per la precisione. Le vittorie in questo torneo contro Montanes e Andreev, rispettivamente teste di serie numero 2 e 4 (oltre a quella con il nostro Fognini) avevano illuso il tennista di Boleslawiec di poter riportare in Polonia un titolo Atp, 28 anni dopo Wojtek Fibak.

 

Non c’è stato niente da fare con il Ferrero deluxe sceso in campo quest’oggi sul Centrale di Costa do Sauipe. Kubot, che pure ha nel servizio una delle armi più pericolose, non è mai riuscito a tenere un turno di battuta, raccattando l’unico game del suo match grazie ad un break, a inizio partita, precisamente nel 2° game, dopo aver perso a zero il servizio nel primo gioco dell’incontro, grazie anche a 2 doppi falli.

 

Il controbreak appena ottenuto dal polacco è frutto principalmente di qualche distrazione di troppo di Ferrero, che dal terzo game in poi, comincia a macinare punti da fondocampo, per una serie di 11 giochi di fila su cui il polacco ha ben poco da recriminare. Sotto 1-3 non sfrutta una situazione di 40-15, mentre nel secondo game del secondo parziale, spreca malamente un vantaggio di 40-0 che spegne definitivamente le già flebili velleità di rimonta. A contribuire alla mattanza, una prestazione a dir poco impeccabile di Ferrero che così può festeggiare il 13° titolo della carriera (il 10° sulla terra battuta), il primo in Brasile dove era già stato finalista nel 2007, quando fu battuto da Canas. “Mi piace giocare qui a Costa do Sauipe. Ho una casa qui vicino, a Guarajuba, ed è sempre bello quando si può giocare a casa” Effettivamente, tranne che durante la semifinale contro il beniamino di casa, Ricardo Mello, l’esuberante pubblico verde-oro ha sempre sostenuto calorosamente il valenciano che li ha ripagati ritrovando quel gioco che, nel 2003, gli consentì di trionfare al Roland Garros. E si sa, i vincitori dei French Open sono sempre molto apprezzati da queste parti…

 

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