Dopo otto mesi di collaborazione, Nole e Todd si separano. Alla base i contrasti tra Martin e Vajda e un 2010 sottotono…

di Fabio Bagatella – foto Getty Images

 

Due allenatori sono meglio di uno? Per Nole no. Otto mesi con il doppio allenatore e Novak Djokovic dice basta. Tra il coach storico, Marian Vajda, e l’ultimo arrivato, Todd Martin, Djoko decide di “scaricare” l’americano e restare nelle mani del ceco. Un’annata sino a oggi deficitaria, le incomprensioni tra i due trainers e la battuta del serbo tra i motivi di un “divorzio amichevole”.

 

Alla vigilia del suo esordio nel Masters 1000 di Monte Carlo Novak Djokovic ha annunciato che la collaborazione con Todd Martin si è consensualmente interrotta. Il sodalizio con lo statunitense aveva preso inizio nell’agosto scorso subito dopo il Masters 1000 del Canada ma, a quanto pare, non ha funzionato. Il ceco Marian Vajda, allenatore “storico” del serbo, rimane dunque il solo coach che seguirà il serbo d’ora in avanti.

 

Queste le parole di Djoko: “Ho deciso di interrompere il mio rapporto lavorativo con Todd. Ritornerò ad allenarmi con Marian a tempo pieno e sono fiducioso che arriveranno molte nuove vittorie. Ho provato a lavorare con due allenatori ma non è stato proficuo. E’ facile che si creino problemi quando sono due persone a seguirti anche se entrambi remano nella stessa direzione.”

 

Martin ha cercato di instillare maggior aggressività al gioco di Nole ed in particolar modo i due hanno lavorato molto sulla dinamica del servizio per limitare i dolori alle spalle che hanno afflitto il serbo nell’ultima fase del 2009. “Abbiamo provato un’azione leggermente diversa e tutto è diventato più complicato. – ha riassunto Djoko – Ora ho intenzione di ritornare a servire come facevo prima…

Todd ha dovuto affrontare molte difficoltà, dentro e fuori dal campo. E’ una persona straordinaria con cui ho condiviso molto: semplicemente non ha funzionato.”

 

L’inizio della collaborazione con Martin sembrava essere partita nel migliore dei modi: dal Masters 1000 di Cincinnati di metà agosto a quello di Parigi di inizio novembre, Nole ha partecipato a sei tornei raggiungendo come minimo le semifinali. Tre vittorie (a Pechino, Basilea e Bercy), la finale in Ohio e le semifinali dell’US Open e di Shanghai. Dopo l’inattesa eliminazione nel round-robin del Masters londinese (ko contro Soderling e Davydenko, che si sarebbero poi giocati la vittoria nella finalissima), il trend si è invertito.

 

Nei primi tre mesi del 2010 Nole ha ottenuto qualche buon risultato ma molto spesso ha vinto senza mai convincere del tutto. A Melbourne, grazie anche ad un tabellone non troppo complicato, è arrivato sino ai “quarti” dove si è arreso ai problemi di stomaco ed a Tsonga. Di ritorno in Europa: “semi” a Rotterdam, titolo di Dubai difeso con le unghie e i denti e vittorie (faticose) nei due singolari di Davis a Belgrado contro gli americani Isner e Querrey. Molto male la trasferta americana.  In California, dopo due turni passati col brivido, si è arreso piuttosto nettamente a Ljubicic. Ancora peggio in Florida dove ha ceduto all’esordio contro O. Rochus.

 

Nella stagione sul “rosso” deve difendere le finali di Montecarlo, Roma e la semifinale di Madrid.

I 1560 punti dei tre Masters 1000  sono davvero un bel “malloppo” ma quel che più conta per Nole è forse ritrovare la condizione ottimale ed il tennis spumeggiante dell’ultimo scorcio della scorsa stagione. Quest’anno, sfruttando anche i guai fisici altrui (di Nadal), ha raggiunto il secondo gradino del ranking ATP (suo best di sempre) ma non ha ancora mostrato neppure una minima parte delle sue grandi potenzialità.

 

Dopo l’esordio positivo nel doppio (in coppia con il partner di Davis Viktor Troicki), Nole (numero uno del seeding) debutterà oggi nel Masters monegasco contro Florent Serra (67). Il francese, che a Miami fece sudare non poco Federer, ha già avuto modo di prendere confidenza con il “rosso”: la scorsa settimana ha raggiunto una buona semifinale in quel di Casablanca, ieri la vittoria dopo due ore di battaglia con il connazionale Stephane Robert (64). Per Djoko, un esordio tutt’altro che sul velluto…

 


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