L’americano accetta il “consiglio” dell’ITF ad autosopendersi: attività agonistica interrotta in attesa del giudizio WADA…

di Fabio Bagatella – foto Getty Images

 

Alla fine Wayne Odesnik si è arreso. Non è l’esito di un epico incontro tra titani bensì quello di un molto meno edificante braccio di ferro tra il giocatore americano e l’ITF. Lo statunitense, trovato in possesso di sostanze dopanti in Australia e dichiarato colpevole dalla giustizia civile, si auto-sospende in attesa del giudizio sportivo spettante alla WADA. Dopo oltre quattro mesi di aspre critiche dei colleghi e di notevoli pressioni dai media e dall’ITF, il tennista alza bandiera bianca e si rimette alla clemenza della corte.

 

Wayne Odesnik ha accettato di auto-sospendersi volontariamente da tutti gli eventi tennistici sottoposti al Tennis Anti-Doping Program (Programma tennistico anti-doping, ndr)”. Questo quanto espresso ufficialmente il 18 aprile scorso da un comunicato stampa dell’International Tennis Federation (ITF). Il tennista americano ha deciso dunque di “assecondare” le richieste ITF che auspicavano uno stop volontario del giocatore in attesa del giudizio finale della World Antidoping Agency (WADA).

 

L’ “affaire-Odesnik” era nato il 2 gennaio scorso. Un banale controllo all’aeroporto di Brisbane aveva reso palese la presenza di 8 fiale di HGH (human growth hormon, ormone della crescita) all’interno dei bagagli del tennista americano. Dopo aver confutato le giustificazioni del giocatore ed aver accertato che si era procurato le sostanze dopanti via internet, le autorità australiane avevano provveduto ad incriminare Odesnik per detenzione ed importazione di sostanze “proibite” senza la minima autorizzazione. ITF, WADA, e le Federtennis australiana ed americana erano state a loro volta informate dell’accaduto.

 

L’11 Marzo mentre il giocatore era impegnato ad Indian Wells la sentenza del tribunale di Brisbane: Wayne Odesnik è dichiarato colpevole per il possesso di sostanze illecite e per aver tentato di farle penetrare con l’inganno nel territorio australiano. La pena: un’ammenda pecuniaria di oltre 7,000  dollari con in aggiunta 1,000 dollari circa per le spese processuali. Se in poco più di due mesi il processo civile aveva sentenziato la colpevolezza dello statunitense, dal punto di vista sportivo non si è potuto procedere ad alcuna sanzione.

 

Il regolamento antidoping internazionale prevede infatti che uno sportivo possa essere squalificato solo dopo aver assunto sostanze illecite (verificabile da un esame delle urine, del sangue…) e non per il loro “semplice” possesso. L’ITF, pur alla luce di una formale condanna giudiziaria, si è dunque trovata nell’impossibilità di agire in qualsivoglia modo contro Odesnik.

 

Lo statunitense ha giocato regolarmente i primi quattro mesi scarsi della stagione (raggiungendo come migliori risultati i quarti proprio in quel di Brisbane e la semifinale a Houston) ma ha dovuto fare i conti con un nugolo di detrattori. Dall’astio di molti suoi “colleghi” per il suo comportamento antisportivo (primi fra tutti i connazionali Roddick, Blake e Querrey), alle pressioni dei vertici del tennis internazionale affinché interrompesse l’attività agonistica in attesa del giudizio WADA sino al martellamento mediatico ad ogni appuntamento del circuito che presenziava.

 

Durante il week-end appena trascorso la decisione di fermarsi volontariamente. Odesnik, che  è libero comunque di ripensarci e tornare a giocare, attende ora il verdetto WADA. Rischia una squalifica di 24 mesi ma aver fatto un passo verso quanto auspicato dall’ITF potrebbe mitigargli la pena. Dal canto suo l’ITF si sta già muovendo perché non si possa ripetere un altro caso Odesnik. Stuart Miller, direttore del programma anti-doping della Federtennis Internazionale, è stato chiaro: “la regola che non prevede la sospensione preventiva per un tennista colto in possesso di sostanze illecite sarà sottoposta a revisione nel più breve tempo possibile perché è doveroso e necessario che si agisca in tal senso.”  

 

Wayne Odesnik nasce il 21 novembre 1985 a Johannesburg in Sud Africa. All’età di tre anni la sua famiglia si trasferisce in Florida dove Wayne cresce ed inizia a coltivare la passione tennistica. Nel 2004 passa al professionismo ma riesce a raccogliere poche soddisfazioni. In carriera può vantare 9 successi nel circuito minore: 6 Futures e 3 Challengers. Nel circuito ATP il suo miglior risultato è la finale di Houston nel 2009 dove è superato da Hewitt mentre negli Slam non si è mai distinto particolarmente: suo best il terzo turno del Roland Garros 2008 dove viene battuto da Djokovic. Proprio la terra battuta, verde americana o rossa europea è la superficie dove il mancino di religione ebraica dichiara di trovarsi più a suo agio. Occupa attualmente la 111a posizione nel ranking ATP, nell’aprile dell’anno scorso il suo miglior ranking (numero 77). E’ seguito dall’ex top ten argentino Guillermo Canas che fu a sua volta squalificato 15 mesi per doping tra il 2005 e il 2006. 

 


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