dalla nostra inviata a Roma Roberta Lamagni – foto Ray Giubilo
Non ha tradito le aspettative, Francesca Schiavone. Il pubblico del Foro che l’aveva tanto sostenuta solo una settimana fa, durante la semifinale di Fed Cup, si è ritrovato oggi nello stesso teatro, il Pietrangeli, per proseguire quel rapporto d’amore mai interrotto. La sorte le aveva assegnato Daniela Hantuchova, talento slovacco, numero 24 al mondo, già 5 nel 2003. Una giocatrice per lei particolarmente ostica, non solo per questioni di classifica.
Quando dall’alto, si fa per dire, dei propri 166 centimetri ci si deve scontrare con 1 metro e 81 dal baricentro “sopraelevato”, contando soprattutto su palle cariche dal rimbalzo infernale, si rischia che queste diventino… acqua santa.
Forse sorpresa dalla facilità con cui la Hantuchova abbassava i suoi rotoloni, come la Schiavo li definisce; forse semplicemente imbastita dalla tensione, che alle italiane qui a Roma deve sempre far visita… fatto è che, componendo il puzzle del primo set, se ne ricava un 6-3 Hantuchova costruito su un 54% di prime palle di Francesca in campo, un misero 38% di punti vinti con la seconda e soprattutto un impietoso 43% di 15 conquistati in risposta sulla seconda, aspetto da cui la Schiavo normalmente costruisce gran parte del proprio gioco.
Poi la sosta di fine set e la richiesta di Renzo Furlan, chiamato in campo a schiarirle le idee. Forse un sostituto di Corrado Barazzutti, impegnato nella preparazione dei colleghi uomini per lo scontro di Coppa Davis contro l’Olanda? Sarà la stessa Francesca a sollevare ogni dubbio in conferenza stampa. “Nessuno è il sostituto di nessuno. Quest’anno ho fatto base a Tirrenia per gli allenamenti. Corrado già mi segue da un po’ e soprattutto c’è a ogni Slam. Lui e Renzo sono molto diversi ma da ognuno riesco a prendere ciò che mi interessa. Uno punta di più sulla grinta e sull’aspetto della carica, l’altro dà consigli più tecnici, ma insieme collaborano per farmi migliorare”.
Il secondo set ricomincia e una Schiavo decisamente più carica e grintosa (ma Renzo non era quello più tecnico?) mette da subito le carte in tavola. Lotta su ogni punto (non che prima vi rinunciasse, quando mai?!), ma ora i suoi frulloni sono più profondi e, palla dopo palla, la slovacca perde confidenza, concedendo prima qualche errore, poi anche qualcosa di troppo. Ma sempre per merito della milanese, s’intende. “Dopo un primo set molto ben giocato da parte di Daniela, ho cercato di concentrarmi punto su punto”, ci terrà a precisare.
Supportata dal suo pubblico, sostenuta dai cori di un gruppetto di fan, Francesca prende il largo. Con un perentorio 6-2 si sbarazza del secondo parziale, per poi ripetersi nel terzo (6-2). “Mi sento pronta a regalare emozioni. Questo torneo mi affascina, affascina tutti noi italiani che teniamo a dare il meglio qui”.
Al secondo turno incrocierà la racchetta con la mancina Maria José Martinez-Sanchez. Accadrà sul centrale? “Neanche per sogno, di nuovo sul Pietrangeli, lì sento più il calore della gente, è più raccolto e soprattutto… è più lento”. Palmieri accoglierà la sua richiesta? Neanche da domandarselo. Il sorriso di Francesca non lascia dubbi…
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