di Fabio Bagatella – foto Getty Images, gallery di Ray Giubilo
Il sogno di ogni ragazzina che si avvicina al mondo del tennis è quello di diventare la numero uno al mondo. Pochissime vi riescono, ancor meno sono quelle che possono affermare di aver guidato il ranking WTA per un totale complessivo di 100 settimane. Serena Williams ha raggiunto questo rimarchevole traguardo proprio questa settimana. A 28 anni, nonostante tanti infortuni, ha vinto tutto quello che si poteva vincere. Nel 2010, nonostante tre mesi di stop, la regina è ancora a lei.
E’ la cittadina di Saginaw nel Michigan a dare i natali il 26 settembre 1981 a Serena Jameka Williams. La famiglia Williams, di etnia afroamericana, è composta da papà Richard, mamma Oracene Price e quattro figlie: Lyndrea, Isha, Venus e Serena. Yetunde, la secondogenita, è deceduta il 14 settembre 2003. A metà degli anni ’80 i Williams lasciano il Michigan per la California (Compton, un sobborgo di Los Angeles) ed è lì che Serena e la sorella maggiore Venus impugnano per la prima volta la racchetta. Nel 1990 nuovo trasferimento in Florida, destinazione West Palm Beach.
Fino a quel momento seguite in toto dai genitori, le due Williams hanno così la possibilità di frequentare l’accademia tennistica di Rick Macci. Macci si accorge subito di avere tra le mani due potenziali fuoriclasse ma deve spesso scontrarsi con le idee di papà Richard. Serena e Venus sono ancora delle bambine ed hanno il diritto di essere considerate come tali.
Nel 1991 Serena è l’assoluta dominatrice tra le giocatrici under 10 della Florida con un bilancio di 46 vittorie e 3 sole sconfitte nel circuito giovanile della Federtennis statunitense. Il padre decide però di interrompere la carriera “agonistica” delle giovani figlie. La motivazione ufficiale è di allentare la presa con il tennis per concentrarsi maggiormente sugli impegni scolastici. Alla base della presa di posizione di Richard Williams c’è comunque l’atteggiamento denigratorio che i genitori delle tenniste “bianche” riservano alle sue figlie nel corso dei tornei.
Quattro anni dopo, nel 1995 s’incrina definitivamente anche il rapporto Macci-Williams. Richard opta per seguire direttamente e personale i suoi “gioielli”. A chi le chiede se aver rispettato le diverse tappe del circuito junior sarebbe stato più utile, Serena risponde così: “Non fanno tutti le stesse cose. Penso che io e Venus abbiamo tentato una strada diversa ed ha funzionato.”
Le straordinarie potenzialità di Serena bambina si trasformano presto in obiettiva realtà nel circuito professionistico. Nel ricchissimo palmares della 28enne Serena si contano tra singolare e doppio 54 successi (23 Slam) in 69 finali, due ori olimpici (Sidney 2000 e Pechino 2008 nel torneo di coppia con la sorella Venus), più di 100 settimane di leadership mondiale ed oltre trenta milioni di dollari in soli premi vinti.
Nel 1995 a soli 14 anni è già professionista. Nell’ottobre di due anni dopo, a 16 anni appena compiuti, batte l’ex leader WTA Monica Seles e Mary Pierce a Chicago. Nella storia del tennis femminile nessuna giocatrice con un ranking più alto (304) è mai stata capace di sconfiggere due delle primi dieci al mondo. Con la vittoria su Irina Spirlea a Miami nel marzo 1998 stabilisce subito un record: dopo soli 16 incontri può già vantare tra i suoi “scalpi” 5 top ten.
L’anno dopo la consacrazione: a febbraio il primo urrah nel circuito WTA (Open Gaz de France), a settembre già il primo Slam (l’US Open). 41 anni dopo Althea Gibson (Wimbledon 1958), un’altra tennista afroamericana si aggiudica un Maior. Nel 2001 un nuovo primato: prima partecipazione ai WTA Tour Championships ed è subito vittoria.
La leadership mondiale colta nell’estate del 2002 è logica conseguenza di un dominio quasi assoluto che inizia in primavera e dura sostanzialmente un anno. Dal Roland Garros 2002 infila i quattro titoli dello Slam. Non può però dire di aver completato il “Grande Slam” solo perché la vittoria di Melbourne cade nel 2003. Entra comunque nella ristrettissima elite delle cinque giocatrici capaci di vincere tutti e quattro gli eventi più importanti del circuito maggiore.
Quando la WTA sembra aver trovato finalmente la sua nuova regina giungono i problemi fisici ad innescare un lungo periodo negativo. Nel triennio 2004-06 Serena può giocare veramente poco: esce dalle top 100 e deve praticamente ripartire da capo. Per chi ama le sfide e per chi possiede un temperamento come quello dell’americana, nessun problema. In poco più di tre anni si riprende tutto quello che aveva perduto.
Nel 2009 si riappropria dello scettro WTA e stabilisce il nuovo primato di guadagni per una tennista (6 milioni di dollari). Con il quinto sigillo di inizio anno a Melbourne (record assoluto) consolida la leadership mondiale ma deve fare i conti con un nuovo infortunio che la tiene ferma per tre mesi. Dopo aver chiesto e ottenuto una wild card, è proprio il torneo del Foro Italico di questa settimana a segnarne il ritorno sui campi.
Serena non è solo una tennista, è un personaggio a 360 gradi da sempre sotto i riflettori dell’apparato mediatico: per il suo impegno sociale, per il suo abbigliamento spesso stravagante, per le sue “comparsate” in televisione, per i suoi ambiziosi progetti…
Nel 2003 la fondazione Avon le ha conferito un riconoscimento ufficiale (Celebrity Role Model Award) per l’impegno nella lotta contro il tumore al cervello. Nel 2008 ha contribuito a fondare una scuola in Kenya (Matooni). Nel 2010 in seguito al terremoto di Haiti ha organizzato con altre stelle dell’ATP e della WTA un esibizione alla viglia degli Australian Open i cui fondi sono stati devoluti alle famiglie delle vittime caraibiche. Particolarmente sensibile al disagio giovanile, Serena ha offerto il proprio contributo per la realizzazione di numerose centri educativi, di accoglienza e di assistenza medica aventi come punto di riferimento il miglioramenti delle condizioni di vita dei ragazzi e degli adolescenti meno fortunati.
Da sempre attenta al suo look e alla mondo della moda, la statunitense ha fatto spesso parlare di sé per le sue mise un po’ azzardate. Durante gli US Open 2002 (che vinse) si presentò con un completo particolarissimo in lycra nera, due anni dopo con camicia in jeans e stivali “ascellari” con cui tuttavia non potè giocare per le disposizioni del regolamento internazionale. “Vestita” sino al 2004 da una linea speciale della Puma, è ora una delle grandi sportive di casa Nike. Il contratto con il brand americano le frutta 40 milioni di dollari l’anno e le permette di disegnare personalmente ciò che indossa. Il nome della sua linea è “Anares”, il suo primo nome al contrario. L’anno scorso ha lanciato anche la sua prima collezione di accessori e gioielli.
Non solo tennis comunque tra gli interessi sportivi di Serena. Lo scorso agosto la statunitense e la sorella Venus sono diventate a tutti gli effetti co-proprietarie dei Miami Dolphins, una compagine di football americano. Le Williams sono in buona compagnia, tra gli altri celebri “padroni dei Dolphins” ci sono ad esempio Jennifer Lopez e Gloria ed Emilio Estefan. Alla presenza cubana si è aggiunta per la prima volta nella storia NFL (National Football League) pure quella femminile afroamericana. Emblematico il commento di Stephan Ross, l’azionista di maggioranza dei Dolphins: “L’ingresso di Venus e Serena riflette il nostro impegno per la multiculturalismo della Florida meridionale.”
Numerose anche le apparizioni televisive di Serena. Nel 2002 con la sorella Venus, Sampras e Agassi si è trasformata in cartone animato durante un episodio dell’irriverente “ The Simpson”. Ha partecipato come guest star in “ER” e “Law and Order: Special Victims Unit”. Nel 2007 il rapper Common, suo fidanzato ufficiale da circa tre anni, l’ha voluta a tutti i costi nel suo video musicale “I Want You”. A fine 2009 è stata la prima sportiva professionista ad apparire come protagonista in una campagna pubblicitaria per un noto prodotto dell’igiene intima femminile (Tampax)
Tra i futuri progetti di Serena la scrittura di una saga che potrebbe trasformarsi in fiction televisiva. Dopo aver pubblicato l’anno scorso la sua autobiografia “On the line”, la statunitense è al lavoro per costruire un intreccio unico che la sua agenzia convertirà poi in una vera e propria produzione per il piccolo scherma. Dovrebbe trattarsi di un mix tra “Desperate Housewives”, “Sex and the City” e “Family guy”.
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Il primo match ufficiale nel circuito maggiore è del 30 ottobre 1995. A 14 anni un mese quattro giorni, pur senza un ranking WTA ottiene una wild card per le qualificazioni il torneo di Quebec City. Raccoglie due games contro Miller (149).
Nell’anno successivo non gioca neppure un incontro, nel 1997 si presente subito alla grande. Dopo tre eliminazioni nelle “quali” (Indian Wells, Los Angeles e Zurigo), a Mosca le supera ma perde al primo turno contro Po (22). La settimana successiva a Chicago subito due exploit. Regola nell’ordine Likhovtseva (24), e due top ten: Pierce (7) e Seles (4) prima di arrendersi in semifinale a Davenport (5). A fine anno è già tra le top 100 (99).
Il 1998 è l’anno dei primi titoli in doppio, degli Slam nel “misto” e dell’entrata nelle top 20. In singolare il suo best stagionale è a Sidney dove, partendo dalle qualificazioni e vendicandosi di Davenport (3) nei “quarti”, raggiunge la semifinale (ko contro Sanchez-Vicario 9). Nel corso della stagione colleziona altri sei quarti di finali: Oklahoma City (out contro Kruger 27), Miami e Los Angeles (contro Hingis 1), Roma (contro Venus 9, dopo aver demolito Martinez 8), Eastbourne (contro Sanchez-Vicario 4) e Filderstadt (contro Testud, 18 dopo aver battuto Novotna 3). “Discreti” risultati anche negli Slam: secondo turno a Parigi (supera Spirlea 9, prima di perdere al cospetto di Venus 16), “ottavi” a Parigi (ko ancora con Sanchez-Vicario 5), terzo turno a Londra e New York (dove si ritira contro Ruano-Pascual 47 e subisce la “vendetta” di Spirlea 8). I primi successi giungono dai tornei “di coppia”. Con la sorella Venus si aggiudica Oklahoma City e Zurigo; con Mirnyi incamera i primi due Maior: Wimbledon e US Open. A fine annata è numero 20 del mondo a soli 17 anni con ben 4 vittorie su una delle primi dieci giocatrici WTA.
Il 1999 è l’anno dei primi Slam, in singolare e doppio, nonché dell’ingresso tra le top 10. Tra fine febbraio ed inizio aprile infila una striscia consecutiva di 16 vittorie che le permettono di trionfare a Parigi indoors ed Indian Wells (dove piega tra le altre Davenport 2, Pierce 8 ed in finale Graf 7) e di raggiungere la finale a Miami. In Florida supera altre tre top ten: Seles (3), Coetzer (9) ed Hingis (1), prima di cedere ancora una volta alla sorella Venus (6). Al termine di un trittico letteralmente eccezionale, il 5 aprile approda tra le primi dieci WTA (9). Dopo il primo Slam nel doppio con la sorella Venus al Roland Garros è ancora il cemento a regalarle 14 successi di fila. Urrah a Los Angeles (dove sfata il tabù Sanchez-Vicario 8 e batte la leader mondiale Hingis), primo Maior in singolare a Flushing Meadows (dove comunque trionfa anche in doppio con la “sorellona”) piegando nell’ordine Seles (4), Davenport (2) e in finale Hingis (1) ed in conclusione Grand Slam Cup in cui batte per la prima volta Venus (3). Conclude un’ottima annata al quarto posto mondiale. Si qualifica per la prima volta ai Championships ma non vi partecipa per un infortunio.
Nel 2000 si conferma al vertice e vince il primo oro olimpico. Nella stagione dopo il primo grande successo giungono solo tre titoli WTA: Hannover, bis a Los Angeles e Tokyo. Finali invece a Parigi indoors (ko contro Tauziat 6) e Montreal (ko contro Hingis 1). Coglie a Wimbledon i suoi best stagionali negli Slam: in singolare “inciampa” ancora una volta nella sorella maggiore (5), nel doppio festeggiano insieme per la prima volta. Ai Giochi Olimpici di Sidney la gioia è ancor più grande: medaglia d’oro sempre nel doppio, sempre con Venus. E’ sesta a fine annata nel ranking WTA ma non gioca i Championships per un nuovo guaio fisico.
Il 2001 è l’annata dei primi Championships. Anche questa stagione tre titoli: Indian Wells, Toronto e soprattutto i Championships di fine anno. Nei Maior una finale (all’US Open dove supera Henin 6, Davenport 3 e Hingis 1 prima di cedere a Venus 4) e tre “quarti”: in Australia si arrende a Hingis (1), in Europa due volte a Capriati (4). A Melbourne raccoglie comunque l’ultimo Slam che le manca nel doppio (in coppia con la sorella). Fiore all’occhiello della stagione resta comunque il trionfo nei Championships dove concede pochissimo alla nostra Farina Elia (15), ad Henin (6) e Testud (14) prima di approfittare del ritiro di Davenport (2) nella finalissima. Conferma a fine anno il sesto gradino WTA del 2000.
Il 2002 è a dir poco straordinario: otto trionfi tre quarti di Grande Slam e la corona della WTA. Dopo un avvio di stagione difficile per un problema fisico che le impedisce tra le altre cose di giocare l’Australian Open, ingrana il turbo e non ce n’è più per nessuna. Domina a Scottsdale e Miami dove non perde neppure un set superando tra i “quarti” e la finale le prime tre giocatrici del ranking (Hingis 3, Venus 2 e Capriati 1). Solo Graf al Roland Garros 1999 riuscì in un impresa simile ma concesse un set in tutti e tre gli incontri. Il primo urrah a Roma e il prologo per il doppio trionfo Parigi-Londra dove supera sempre la “sorellona” (sull’erba le due Williams vincono anche nel doppio). Al termine del Roland Garros è seconda nel ranking WTA, dopo Londra è la numero uno del mondo: undicesima statunitense a diventarlo (seconda afroamericana dopo Venus). Anche sul cemento si dimostra un rullo compressore: secondo US Open dopo aver spazzato via le avversarie (29 games lasciati alle avversarie in sette partite), bis a Tokyo e vittoria a Lipsia (dove si aggiudica l’unico doppio nella sua carriera non in coppia con la sorella maggiore bensì con Stevenson). E’ la grande favorita dei Championships ma perde in finale contro Clijsters (6). A fine stagione è comunque la regina della WTA.
Nel 2003 vince il primo Slam australiano, il secondo Wimbledon ma perde la leadership mondiale. L’inizio di stagione è eccezionale: 21 vittorie consecutive le consentono di vincere i suoi primi Australian Open (anche in doppio con Venus), Parigi indoors e Miami. A Charleston è Henin (4) ad interrompere il suo dominio. Con la vittoria di Melbourne completa il cosiddetto Grande Slam anche se non nello stesso anno. Solo altre cinque giocatrici possono vantare un’impresa simile: Connolly, Court, Evert, Navratilova e Graf. In Europa, due “semi” (a Roma e Roland Garros, ko rispettivamente contro Mauresmo 6 e nuovamente Henin 4) ed il bis a Wimbledon. Un problema al ginocchio la costringe a saltare tutto il resto della stagione: l’11 agosto, dopo 57 settimane, “abbandona” il trono WTA. A fine anno è comunque numero tre del mondo.
Il 2004 è un anno di transizione. Otto mesi dopo la vittoria di Londra ritorna alle competizioni in quel di Miami ed è subito vittoria. Il resto della stagione è foriero di altri buoni risultati ma la sensazione è che occorra ancora un po’ di tempo per rivedere la “schiacciasassi” del 2002. Si segnalano il successo di Pechino, le finali di Los Angeles (ko contro Davenport 5), Wimbledon, dei Championships (dove è sempre Sharapova 15 a batterla) e poco altro. Conclude l’annata alla settima posizione nella classifica WTA.
Il 2005 è l’anno degli infortuni a catena e dell’uscita dalle prime dieci giocatrici al mondo. Dopo il secondo urrah a Melbourne in cui si “vendica” di Sharapova (4) annullandole tre match-points in semifinale, iniziano una serie di problemi fisici che la costringono parecchie volte a ritirarsi, molte altre a rinunciare a determinati tornei come il Roland Garros. A Wimbledon fatica ad arrivare al terzo turno dove perde in due set contro Craybas (85), agli US Open si arrende negli “ottavi” a Venus (10). L’ultima partita di una stagione “disgraziata” è la sconfitta all’esordio di Pechino contro Sun (127). A fine anno il suo ranking “piange”: dopo cinque anni è fuori dalle top ten (11).
Il 2006 è ancora peggio del 2005: gioca quattro tornei ed esce dalle prime 100. Dopo la sconfitta al terzo turno dell’Australian Open contro Hantuchova (17), l’ennesimo infortunio al ginocchio la obbliga a restare ferma ai box sino ad agosto. Ad aprile esce dopo quasi dieci anni dalle top 100, a luglio scivola alla 140a posizione della classifica WTA. Rientra solo per giocare sul cemento americano e colleziona dei risultati tutto sommato discreti considerata l’inattività prolungata: semifinali a Cincinnati e Los Angeles (dove viene superata abbastanza nettamente da Zvonareva 50
e Jankovic 28) e “ottavi” all’US Open dove cede al terzo a Mauresmo (1). Recupera qualche posto nel ranking di fine anno: è 95a.
Nel 2007 rincomincia la scalata al vertice WTA. L’inizio è di quelli folgoranti: terzo titolo a Melbourne dove Sharapova (2) racimola in finale tre giochi, idem a Miami dove la russa ne raccoglie due negli “ottavi”, mentre la leader mondiale Henin deve cedere nella finalissima dopo aver avuto due match-balls. Il resto della stagione non è però ugualmente stratosferico. Degne di nota la finale di Mosca (ko con Dementieva 11) e cinque quarti di finale: Roma, Roland Garros, Wimbledon, US Open e Stoccarda. Nei tre Maior è sempre Henin (1) a fermarla, al Foro Schnyder (17), mentre in Germania Kuznetsova (2). A fine anno è nuovamente tra le top ten (7). Si qualifica ai Championships ma è costretta al ritiro nel match d’esordio contro Chakvetadze (7).
Il 2008 è l’anno della definitiva ripresa e del secondo oro olimpico. Dopo la sconfitta di Melbourne nei “quarti” contro Jankovic (4) incamera tre trionfi consecutivi: Bangalore, Miami e Charleston. In Florida supera negli ultimi tre incontri Henin (1), Kuznetsova (4) e Jankovic (3). A Wimbledon si arrende solo nella finalissima a Venus (7), a Flushing Meadows è regina per la terza volta piegando ancora Jankovic (2) e riconquistando la leadership WTA anche se per sole quattro settimane. La sua stagione termina sostanzialmente a New York: nuovi problemi fisici ed a fine anno il secondo posto mondiale. Due soddisfazioni anche nel doppio con la sorella: oro ai Giochi Olimpici di Pechino e secondo urrah a Wimbledon.
Il 2009 è il ritorno agli antichi fasti. Quarto titolo agli Australian Open, terzo a Wimbledon, “semi” agli US Open (sorpresa dalla rientrante e futura vincitrice Clijsters) e “quarti” a Parigi (piegata dopo un’autentica battaglia da Kuznetsova 7). Da segnalare inoltre la finale di Miami dove si arrende ad Azarenka (10) e soprattutto il terzo timbro ai Championships in cui solo la sorella Venus (7) riesce ad impensierirla ma deve arrendersi prima nel round-robin e poi nell’ultimo atto. In coppia con la sorella realizza pure tre quarti del Grande Slam di doppio: Melbourne, Londra e New York. Conclude una stagione in cui può vantare un totale di 14 settimane al vertice WTA proprio al primo posto della classifica mondiale.
Il 2010 si apre con il quarto sigillo in Australia. Dopo la finale di Sidney persa seccamente contro Dementieva (5) è ancora il Maior oceanico a consacrarla trionfatrice. Non è una passeggiata perché dai “quarti” in poi deve lottare per avere ragione di Azarenka (7), Li (17) e della rientrante Henin.
Dopo un infortunio al ginocchio che l’ha costretta al riposo forzato per tre mesi tornerà ufficialmente alle competizioni nel torneo di Roma di questa settimana. In qualità di numero mondiale è la testa di serie numero uno del seeding ed usufruisce di un “bye” petr il primo turno. Nel suo match d’esordio affronterà la vincente tra l’elvetica Timea Bacsinszky (49) e la ceca Barbora Zahlavova Strycova (75).
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a cura di Fabio Bagatella – foto Getty Images, gallery di Ray Giubilo
Nome e cognome completo | Serena Jameka Williams |
Data di nascita | 26 settembre 1981 |
Età | 28 anni |
Luogo di nascita | Saginaw (Michigan) |
Nazionalità | Statunitense |
Residenza | Palm Beach Gardens (Florida) |
Altezza | 175 cm |
Peso | 68 kg |
Professionista dal | 1995 |
Gioco | Destrorso (rovescio a due mani) |
Titoli WTA (singolo) | 36 (1999: Parigi indoors, Indian Wells, Los Angeles, US Open, Grand Slam Cup; 2000: Hannover, Los Angeles, Tokyo Princess Cup, 2001: Indian Wells, Toronto, Championships; 2002: Scottsdale, Miami, Roma, Roland Garros, Wimbledon, US Open, Tokyo Princess Cup, Lipsia; 2003: Australian Open, Parigi indoors, Miami, Wimbledon; 2004: Miami, Pechino; 2005: Australian Open; 2007: Australian Open, Miami; 2008: Bangalore, Miami, Charleston, US Open; 2009: Australian Open, Wimbledon, Tour Championships; 2010: Australian Open) |
Finali WTA (singolo) | 14 (1999: Miami; 2000: Parigi indoors, Montreal; 2001: US Open; 2002: Berlino, Tour Championships; 2003: Charleston; 2004: Wimbledon, Los Angeles, Tour Championships; 2007: Mosca; 2008: Wimbledon; 2009: Miami; 2010: Sidney) |
Titoli WTA (doppio) | 18 (1998: Oklahoma City, Zurigo; 1999: Hannover, Roland Garros, US Open; 2000: Wimbledon, Sidney Olimpiadi; 2001: Australian Open; 2002: Wimbledon, Lipsia; 2003: Australian Open; 2008: Wimbledon, Pechino Olimpiadi; 2009: Australian Open, Wimbledon, Stanford, US Open; 2010: Australian Open) Sempre in coppia con Venus Williams ad eccezione di Lipsia 2002 con Stevenson.
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Finali WTA (doppio) | 1 (1999: San Diego) in coppia con Venus Williams |
Attuale classifica WTA (singolo) | No. 1 |
Miglior classifica WTA (singolo) | No. 1 (08 luglio 2002) |
Attuale classifica WTA (doppio) | No. 3 |
Miglior classifica WTA (doppio) | No. 3 (14 settembre 2009) |
Miglior risultato Australian Open (singolo)
| Vittoria (2003, 2005, 2007, 2009, 2010) |
Miglior risultato Roland Garros (singolo) | Vittoria (2002) |
Miglior risultato Wimbledon (singolo) | Vittoria (2002, 2003, 2009) |
Miglior risultato US Open (singolo) | Vittoria (1999, 2002, 2008) |
Miglior risultato Australian Open (doppio) | Vittoria (2001, 2003, 2009, 2010) con Venus Williams |
Miglior risultato Roland Garros (doppio) | Vittoria (2009) con Venus Williams |
Miglior risultato Wimbledon (doppio) | Vittoria (2000, 2002, 2008, 2009) con Venus Williams |
Miglior risultato US Open (doppio) | Vittoria (1999, 2009) con Venus Williams |
Miglior risultato WTA Championships | Vittoria (2001, 2009) |
Miglior risultato Olimpiadi | Medaglia d’oro nel doppio (Sidney 2000 e Pechino 2008 con Venus Williams) |
Miglior risultato doppio misto | Vittoria Wimbledon e US Open 1998 (in coppia con Mirnyi) |
Matches vinti/persi ATP+Grande Slam (singolo) | 459/98 |
Matches vinti/persi ATP+Grande Slam (doppio) | 141/19 |
Matches vinti/persi Federation Cup (singolo+doppio) | 7/0 |
Allenatore | I genitori (Richard Williams e Oracene Price) |
Guadagni totali in carriera | $30,491,460 |
Stato civile | Fidanzata con il rapper ed attore statunitense Lonnie Rashied Lynn Jr. (Common) |
Sito internet |
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