di Giorgio Spalluto – foto Getty Images
In ambito tennistico si può davvero parlare di un momento d’oro per la Lettonia. Dopo le scorribande operate al Foro Italico da quel talento, forse troppo ricco per volerci provare davvero, come Ernests Gulbis, il piccolo staterello baltico si scopre competitivo anche nel circuito femminile, grazie ad Anastasija Sevastova, 20enne di belle speranze, residente a Vienna, e protagonista di un ottimo torneo poco meno di 2 mesi fa, sul cemento di Monterrey, quando eliminò nientemeno che Jelena Jankovic, all’esordio. Era stato quello il suo miglior risultato nel circuito Wta prima della settimana grazia portoghese, in cui ha messo in fila una dopo l’altra Szavay, Date, Rodionova, Peng e Parra Santonja, sconfitta in finale con il punteggio di 6-2 7-5.
La Sevastova è la prima lettone ad aggiudicarsi un titolo dai tempi di Larisa Neiland, vincitrice a Schenectady, New York, nel 1993. Sempre la Neiland, con la finale colta nello stesso torneo, nel 1984, era stata l’ultima rappresentante del suo paese ad aver raggiunto l’ultimo atto di un torneo del circuito maggiore.
Anche per la sua avversaria in finale, la spagnola Parra Santonja, si trattava della prima finale in carriera, lei che in semifinale aveva eliminato la testa di serie numero 2, Sorana Cirstea. La rumena si è consolata, vincendo il torneo di doppio in coppia con la spagnola Medina Garrigues.
La pioggia, che ha condizionato la giornata di sabato all’Estoril, ha costretto gli organizzatori a confinare la finale femminile su un campo secondario, per lasciare il Campo Centrale, a Sua Maestà, Roger Federer, impegnato nel suo match di semifinale contro Albert Montanes. Una scelta inevitabile, favorita anche dallo scarso appeal di una finale che vedeva in campo la numero 74 e la n.81 del mondo.
Quello della Sevastova è il secondo successo di una giocatrice non accreditata di una testa di serie, in questo 2010. In precedenza si era imposta la Duque Marino nel torneo di Bogotà. La contemporaneità con il torneo di Roma – che ha visto il successo di un’altra “unseeded” come la Martinez Sanchez – ha fatto sì che le migliori giocatrici focalizzassero la loro attenzione sul Premier del Foro Italico. Un’occasione ghiotta per le cosiddette comprimarie, di rosicchiare punti e posti in classifica. La Sevastova grazie a questo successo, si porta in 60° posizione.
Il torneo maschile ha visto trionfare per il secondo anno di fila, Albert Montanes, lo spagnolo di scorta, che sulla terra difficilmente tradisce e che in finale era opposto all’ ”enfant du pays”, Frederico Gil. Il quarto titolo in carriera per “El Rato” è giunto al termine di una finale rocambolesca in cui era sembrato in totale controllo del match fino al 6-2 5-3 (con 2 match point falliti, un dritto lungo ed un cross di rovescio out) e spacciato, pochi istanti dopo, nel terzo set, quando si era trovato sotto 3-0 pesante. Supportato dal non proprio correttissimo pubblico presente sugli spalti, Frederico, oltre a recuperare lo svantaggio di 5-3 nel secondo parziale, era stato in grado di recuperare (a zero) nuovamente il break di svantaggio, sul punteggio di 6-5 per Montanes, mentre lo spagnolo si apprestava a servire per il match, per la seconda volta.
Il successo nel tiebreak (7- 4) e l’inizio sprint del terzo set, tutto di marca lusitana, sembrava porre fine alle speranze di successo dello spagnolo, a caccia del secondo titolo consecutivo in terra portoghese. Lo spirito combattivo, e mai domo, del catalano si esplicitavano ancora una volta nel grande recupero operato da Albert che, non solo recuperava i 2 break di svantaggio subiti in apertura di set, ma strappava il servizio all’avversario nel 12° gioco, quando pareva ormai inevitabile un epilogo al tiebreak: 6-2 6-7(4) 7-5 il punteggio finale per Montanes che conferma così i 250 punti colti lo scorso anno.
Per l’iberico, la seconda affermazione all’Estoril (l’ultimo a riuscirci era stato Thomas Muster nel 1996, ai danni del nostro Andrea Gaudenzi), giunge 24 ore dopo il più grande successo della sua carriera, colto ai danni di un Roger Federer, ancora lontano da uno stato di forma accettabile.
Dopo il successo agli Australian Open, lo svizzero ha giocato appena 9 incontri, perdendone ben 4. Anche lo scorso anno, la marcia di avvicinamento al Roland Garros era stata tutt’altro che entusiasmante prima dell’inaspettata vittoria di Madrid che fece da prodromo allo storico successo parigino. Chissà che nella capitale spagnola, nella sua splendida Caja Magica, il numero 1 del mondo non possa ritrovare nuovamente quell’ispirazione e quella fiducia necessaria per presentarsi a Parigi con uno spirito diverso, meno arrendevole di quello “ammirato” nelle ultime settimane.
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La vittoria di Montanes in semifinale su Roger Federer