Il tedesco batte Simone Bolelli in finale dopo aver faticato solo al primo turno contro Brizzi. C’era anche Starace…

di Andrea Merlo – foto Getty Images

 

I più attenti osservatori lo avevano notato già nel match di secondo turno disputato nella tarda mattinata di mercoledì, quando Bjorn Phau aveva annichilito il connazionale Tobias Kamke in un derby durato poco più di cinquanta minuti disputato su un “centralino” semi-deserto. Rovescio a una mano stilisticamente apprezzabile, diritto solido anche se non eccessivamente esplosivo e soprattutto ottima gestione tattica del match, il tedesco non era comunque tra le stelle del  ritrovato Challenger di Biella. Dotato di un montepremi di 30.000€  – ma  con un entry list degna dei migliori centomila – il Canella Open si presentava già con il miglior pedigree  grazie alla suggestiva cornice offerta dal circolo “I Faggi”, struttura dalle notevoli dimensioni adagiata tra le morbide colline biellesi e da cui è possibile ammirare una vista mozzafiato della città sottostante. Inoltre la Dea Bendata ha baciato la manifestazione del capoluogo piemontese, che ha potuto fregiarsi di ospitare i Davismen azzurri Potito Starace e Simone Bolelli appena rientrati dalla fortunata trasferta olandese. Nel tripudio dell’italico orgoglio, rinvigorito dalla presenza di Paolo Lorenzi e della pattuglia di giovani formata da Arnaboldi, Naso, Gaio, Napolitano e Fioravante, il trentenne tedesco inizialmente era passato quasi inosservato, seppur accreditato della settima testa di serie.

 

Invece, una geometria dietro l’altra, è riuscito a infilare una striscia vincente che gli ha assicurato il titolo, il primo in stagione. Dopo aver faticato all’esordio con il solido Brizzi – autore di un’altra ottima prestazione purtroppo non coronata dalla vittoria – Phau ha superato con agevolezza Kamke e Mertens, prima di ingaggiare un’altra dura battaglia con Kindlmann. Due set equamente ripartiti caratterizzati dal grande equilibrio, poi il crollo mentale e fisico dell’avversario ha consentito a Phau di far suo il secondo derby targato Germania della settimana. In finale Simone Bolelli, autentico  beniamino del pubblico piemontese, ha dimostrato la consueta propensione al gioco d’attacco, con ottimo anticipo di palla e spiccata esplosività nell’impatto. Peccato che il tennis del bolognese, seppur molto spettacolare continui a essere poco redditizio – soprattutto sul rosso – come dimostrano i soli sei games racimolati contro il mastino di Darmstadt, nuovo Re del Canella Open.

 

 


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