Sui tennisti che si trasferiscono a Monte Carlo piovono critiche per le agevolazioni fiscali, che esistono ma non sono l’elemento decisivo. Grazie ai servizi e alla strutture messe a disposizione dall’Atp, al clima e alla posizione nel Principato, i tennisti ci vivono e si allenano tutto l’anno
SINNER E BERRETTINI SOTTO ACCUSA
Ripubblichiamo un articolo dell’ottobre 2022 su un tema caldo, che sta tenendo banco in questi giorni
Specialmente nel paese – il nostro, naturalmente – dove tutti sono fenomeni a evidenziare i difetti degli altri dimenticandosi dei propri, spostare la residenza nel Principato di Monaco (o in altri dei cosiddetti paradisi fiscali) è visto da sempre come un peccato imperdonabile. È capitato anche ai nostri tennisti di vertice di trovarsi il dito puntato contro: Jannik Sinner è stato criticato da Aldo Cazzullo, editorialista del Corriere della Sera che in sostanza ha invitato mezza Italia a non tifare per lui solamente perché una percentuale dei suoi guadagni non finisce a Roma, mentre alla holding aperta da Matteo Berrettini – utile per curarne gli interessi, sportivi e commerciali – è stato dedicato addirittura un servizio di Report, con tanto di troupe Rai che ha tentato (invano) di inseguirlo lo scorso anno durante il torneo di Vienna, quasi fosse un delinquente. In risposta, l’Atp è corsa ai ripari togliendo la residenza di tutti i giocatori dalle rispettive schede personali sul proprio sito (nell’epoca del diritto alla privacy fa un po’ strano ci fossero ancora…), per provare a smorzare una polemica evitabile. E ingenerosa. Perché l’immagine dello sportivo ricco che prova a fare il furbetto per tenersi più soldi per sé fa sempre presa sull’opinione pubblica, tanto che gli attacchi non si sono fatti attendere, ma nel caso di Sinner, Berrettini e altri la scelta di trasferirsi a Monte Carlo ha una natura molto più profonda (e sportiva) di quanto possa sembrare all’osservatore superficiale. Perché spostare la residenza è una cosa, risiedere davvero un’altra, specie se la professione è quella del tennista e la scelta ricade sul Principato, che negli ultimi anni si è trasformato nella zona d’Europa più affollata dai tennisti di alto livello. Non solo grazie alla possibilità di pagare molte meno tasse.
IL COUNTRY CLUB A DISPOSIZIONE
Le agevolazioni fiscali ci sono e hanno il loro peso, impossibile negarlo, ma oggi i motivi che spingono un tennista a trasferirsi da quelle parti sono anche tanti altri, partendo dal clima che permette di giocare all’aperto tutto l’anno e all’ambiente chic, ma soprattutto grazie alla volontà dell’Atp – che a Monte Carlo ha una delle due sedi europee – di costruire un insieme di strutture, servizi e aspetti organizzativi in grado di rendere il Principato il luogo perfetto per fare base sia durante l’offseason sia nelle settimane di allenamento fra un torneo e l’altro.
È come se fosse stata creata una grande accademia Atp, che si appoggia ad alcune strutture nelle quali i giocatori possono allenarsi gratuitamente grazie a degli accordi stretti direttamente dal sindacato, che fornisce anche le palline e tutto ciò di cui hanno bisogno. La base principale è naturalmente il Monte-Carlo Country Club, dove si gioca il Masters 1000 primaverile e i tennisti hanno a disposizione per tutto l’anno sette campi, cinque in terra battuta e due in cemento, che l’Atp fa rifare ogni stagione così da garantire sempre le migliori condizioni di gioco. «Il Monte-Carlo Country Club – spiega l’italianissima Cecilia Ghe, player relation manager dell’Atp – è a disposizione di tutti i primi 200 giocatori del ranking di singolare e dei primi 25 della classifica di doppio. Ricevono un trattamento pari a quello dei soci del club: possono usufruire dei campi, della palestra, hanno a disposizione un massaggiatore e anche degli sconti al ristorante, nel quale rimangono spesso e volentieri».
ASSISTENZA TOTALE DELL’ATP
In più, sempre grazie ad accordi stretti dall’ATP, ai giocatori è permesso di frequentare anche la Mouratoglou Tennis Academy a Biot, il Tennis Padel Soleil (di Beausoleis) dove da poco sono stati realizzati due nuovi campi indoor in GreenSet, e anche il Piatti Tennis Center, che ha due funzioni principali. La prima è quella di base d’appoggio quando le condizioni meteo non sono delle migliori, grazie ai suoi due campi indoor, la seconda è quella di fornire ai “pro” degli ottimi sparring partner, grazie alla lunga lista di giovani che frequentano a tempo pieno l’accademia di Bordighera.
«Ma i servizi – continua Cecilia Ghe – sono tanti altri: i giocatori che vivono qui hanno a disposizione una palestra molto moderna con attrezzatura all’avanguardia per sportivi professionisti di alto livello, chiamata Club Thirty Nine, e possono usufruire anche di quella presente all’interno dello Stadio Louis II (dove gioca il Monaco, ndr), così come della piscina e della pista d’atletica. E pure del servizio di crioterapia, sempre più utilizzato per il recupero». Ma ci sono anche accordi con alberghi che i giocatori utilizzano per ospitare il proprio team, altri con ristoranti di lusso come il Nobu Fairmont o il Maybourne Riviera, un servizio di lavanderia e persino un autista a disposizione dei tennisti, che a prezzi agevolati li accompagna in aeroporto o dove gli pare. «In più – dice ancora la manager – vengono invitati con trattamento vip agli incontri di calcio del Monaco, e fra i servizi che offriamo c’è anche l’assistenza quando arrivano qui e devono aprire un conto corrente, oppure individuare un appartamento da acquistare o prendere in affitto. Il nostro ufficio è sempre a loro disposizione, infatti ci vengono regolarmente a trovare per le esigenze più svariate».
DA COLLEGHI AD AMICI
Facile quindi rendersi conto di come Monte Carlo si sia trasformato a tutti gli effetti nel luogo perfetto dove vivere e allenarsi, così la lista dei giocatori di alto livello che si è trasferita lì è diventata via via sempre più lunga. Oggi conta addirittura sei dei primi dieci della classifica (il dato è riferito a ottobre 2022, ndr): Medvedev, Zverev, Tsitsipas, Djokovic, Auger-Aliassime e Sinner, ma anche Hurkacz, Berrettini, Cilic, Dimitrov, Rune, De Minaur, Musetti, Goffin, Wawrinka, Bolelli e altri. Più il numero cresce e meglio è per loro stessi, che hanno sempre la certezza di poter trovare colleghi di alto livello coi quali allenarsi, in un clima molto rilassato. «Si è creato un bell’ambiente – dice ancora Cecilia Ghe –, tanto che molti giocatori sono diventati amici e hanno iniziato a trascorrere del tempo insieme anche lontano dai campi. Siamo riusciti a creare una struttura importante a 360 gradi, per la quale ci impegniamo praticamente tutto l’anno, e siamo molto contenti del risultato ottenuto».
L’apice del lavoro è naturalmente fra novembre e dicembre, nel periodo di offseason, quando praticamente tutti i giocatori si trovano contemporaneamente nel Principato, per preparare la nuova stagione. Così, da qualche anno l’Atp ha deciso di lanciare il suo «Training Camp», tramite il quale ai servizi già citati viene aggiunto anche quello di prenotazione degli allenamenti, come fosse il desk di un torneo, così che tutti i giocatori possano trovare gli spazi desiderati. «Per i tennisti l’offseason è un periodo dell’anno fondamentale – dice ancora Cecilia Ghe –, che richiede impegno e serietà. Per questo, per facilitargli la vita, li aiutiamo dal punto di vista organizzativo, occupandoci degli allenamenti». È il periodo dell’anno nel quale tutta la struttura costruita dall’Atp raggiunge l’apice della sua funzionalità, garantendo a ognuno un insieme di servizi impossibili da replicare altrove. Magari non sarà la sola ragione che spinge sempre più tennisti a trasferirsi a Monte Carlo, ma nella decisione può avere un peso determinante.