Lunedì cominciano i Championships 2010: numerosi forfait (anche eccellenti), trombette vietate e scaramanzie d’ordinanza…

di Fabio Bagatella – foto Ray Giubilo

 

Fioccano i forfait per l’edizione 2010 di Wimbledon. Dopo quello eccellente di Elena Dementieva e quelli già registrati del tedesco Tommy Haas e dei sudamericani Juan Martin Del Potro, Fernando Gonzalez e Juan Monaco, altri sei giocatori hanno comunicato alla vigilia del sorteggio del main draw la propria defezione. Seguendo l’ordine del ranking ecco chi non calpesterà l’erba londinese: il ceco Radek Stepanek (25), il serbo Ivo Karlovic (33), il francese Richard Gasquet (45), l’uruguayano Pablo Cuevas (55), l’argentino David Nalbandian (150) e il croato Mario Ancic (456). Stepanek per problemi al ginocchio sinistro, Karlovic per un infortunio al tendine d’Achille del piede sinistro, Cuevas ed Ancic per guai alla schiena. Nalbandian ha invece optato per “sacrificare” il terzo Slam stagionale in vista dei quarti di finale di Coppa Davis tra Argentina e Russia. Poca fortuna per Gasquet che sembrava essersi ristabilito dal problema che lo aveva costretto al ritiro al Queen’s. L’infiammazione intercostale appurata dagli approfondimenti la scorsa settimana non si è invece risolta. Il transalpino, che martedì era tornato in campo ad allenarsi, ha nuovamente avvertito i dolori alla parte posteriore dello sterno che lo avevano fermato sull’erba della Regina. Per il secondo anno consecutivo (nel 2009 stava scontando la squalifica per il “bacio alla cocaina”), Richie deve rinunciare al Major preferito e lo deve fare proprio nel giorno del suo 24o compleanno. Tanti auguri lo stesso, andrà meglio l’anno prossimo…

 

 Mentre nei Mondiali di Calcio in Sud Africa imperversano sugli spalti, lo Slam londinese le proibisce: di cosa si tratta? Naturalmente delle “ronzanti” vuvuzelas. Le trombette ad aria che spopolano negli stadi sudafricani sono infatti state ufficialmente vietate dagli organizzatori di Wimbledon. Tra gli “strumenti” banditi dall’All England Club anche sonagli, clacson e qualsiasi altro oggetto che possa recar danno al silenzio, sacro diritto per la concentrazione dei giocatori di tennis.

 

RODRIGUEZ SCARAMANTICO

Poco ottimista Carlos Rodriguez, il coach di Justine Henin, sull’avventura londinese della sua “protetta”. Queste le sue parole: “ Non la inserirei tra le candidate alla vittoria. Ha certamente delle possibilità, ma ci sono giocatrici con maggiori credenziali rispetto a Justine. Dopo le finali in Australia (Brisbane e Australian Open, ndr) molti hanno affermato che fosse pronta per tornare regina. In realtà bisognava considerare che in Oceania Justine si presentò fresca e senza pressioni. Si trattava dei primi appuntamenti, le aspettative non erano molte e si poteva sfruttare l’effetto sorpresa. Ora le cose sono cambiate. Spero di sbagliarmi ma sono dell’idea che le occorra ancora del tempo.” Realismo o pretattica?

 

POCA INGHILTERRA A WIMBLEDON

Due soli britannici nel main draw maschile dello Slam di casa (Andy Murray 4 e James Baker 250). Non non era mai accaduto nei 133 anni di vita di Wimbledon. Molto severo e critico il giudizio di Tim Henman, quattro volte semifinalista sull’erba londinese: “E’ pazzesco! Non fanno risultati, ma pensano solo a domandare e riscuotere aiuti economici dalla Federazione. ‘Non mi hanno dato questo, non mi hanno dato quello, hanno tolto finanziamenti a me per consegnarli al giocatore X…’. Sono queste le tipiche frasi pronunciate dai tennisti inglesi. Il nocciolo della questione risiede nel fatto che a loro viene dato troppo. Dovrebbero assumersi più responsabilità, imparare a poter contare solo su se stessi: questo deve essere l’obiettivo. Gli input devono però partire da loro. Credete che i giocatori argentini o quelli spagnoli godano di tale sostegno dalle loro Federazioni? Per niente! La responsabilità è di chi scende in campo. Sono loro a pagarsi i biglietti aerei, gli alberghi. Per tale motivo giocano con tutt’altro mordente.” Forse Tim si è fatto qualche “nemico” tra i suoi connazionali ma la schiettezza non può essere una colpa.

 

MURRAY ALLA  RIBALTA

Quando si incomincia a sentire aria di Wimbledon, è sicuramente il nome di Andy Murray a convogliare gran parte dell’attenzione dei media d’oltremanica. A far parlare dello scozzese anche la sua rinuncia alla Davis ed un nuovo video girato per la Head dove si diletta nei panni di un prestigiatore sui generis. “Si può vincere 5-0 anche senza di me”. Questa la motivazione data da Andy Murray per spiegare il suo no alla sfida di coppa Davis contro i turchi. Gran Bretagna e Turchia si giocheranno la permanenza nel Gruppo II della competizione per team sull’erba di Eastbourne nel secondo fine settimana di Luglio.

Dopo lo spot della campagna antimalarica, il 23ennne di Dunblane è protagonista di un nuovo video sponsorizzato dalla Head: “Andy Murray Street Magic Tennis in London” (Andy Murray e il suo magico tennis di strada a Londra). Il tennista scozzese in “urban-syle” (felpa e jeans), si aggira per le vie di Londra “armato” della sua Head  YouTek TM Radical Pro realizzando vere e proprie “magie”. Per il noto brand sportivo si prospetta un altro spot di grande successo dopo il milione di visualizzazioni registrate nell’ultimo mese dal video “Tennis Machine Experiment” (L’esperimento della macchina del tennis) in cui il primattore è un altro top player Head, Novak Djokovic. 

 

 


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