Andreas supera in tre set lo spagnolo con due tie-break (giocati molto bene) e 6-2 al terzo. E’ sembrato davvero in palla…

dal nostro inviato a Londra Gabriele Riva – foto Ray Giubilo

 

Il bel successo di Andreas Seppi su Nicolas Almagro sta nel modo in cui ha servito a inizio del terzo set. Ancor più che nel modo in cui ha giocato e vinto i primi due tie-break. Concentratissimo, con la faccia giusta, mettendo in campo una marea di prime palle. Percentuali da perfezione. A cavallo tra i primi due turni di servizio dell’ultimo parziale, Andy ha giocato sei prime palle, ha fatto un ace di seconda e piazzato un’altra seconda palla decisa che gli fa chiudere il punto con il colpo successivo. Già alla fine del secondo aveva dimostrato di saperci fare, oggi, con i momenti clou annullando tre set point consecutivi a uno spagnolo che dalla rabbia ha cominciato a fumare dal naso e dalle orecchie.

 

Contrariamente alle abitudini, Seppi è partito bene, tenendo alto il ritmo mentale e tecnico del match. Quando è stato il momento di chiudere non ha esitato: nel primo tie-break, in vantaggio per 6 punti a 2, Almagro ha tentato di risalire ma l’altoatesino è stato bravo a tenergli la testa sotto l’acqua. Due set persi così, in volata, hanno fatto uscire pazzo un Almagro solitamente nervoso, poco simpatico e costantemente sui nervi. Incostante anche nel gioco: un ace, poi un doppio fallo; un diritto in tribuna e un rovescio vincente sulla riga. Sfuggito di mano anche il secondo parziale, Nico ha sbottato, ingaggiando anche una prolungata sfida di sguardi al veleno con un gruppetto di caldi ma educati sostenitori italiani. Proprio in quel momento Seppi è stato bravo a non regalare nulla, a non calare a livello mentale. Anzi, ha serrato il pugno quando ce n’era bisogno. Pronto a entrare di diritto, ad accelerare di rovescio, a far male con la smorzata. Un successo di personalità, una testimonianza che serviva dopo qualche mese di dubbi. Anche perché è vero che Almagro è incostante e nervoso, ma quando si carica può tornare a essere il classico spagnolo ricco di garra.

 

I due break del set finale sono il contorno al piatto forte: ancora il servizio. Detto della serie di prime palle in campo nei game iniziali vale la pena esaminare l’ultimo turno di battuta. Quello che, se ti viene il braccino, diventa assai delicato. Bene, Almagro non ha mai potuto rispondere aggressivo: prima, prima, prima e ancora prima! Un quattro su quattro che ha legittimato un successo chiaro e meritato. Giusto già pensare al prossimo turno. Per Andreas ci sarà un tedesco, il n.128 del ranking Tobias Kamke, uscito vittorioso da una maratona “al quinto” contro lo spagnolo Guillermo Garcia Lopez.

 


© 2010  “Il Tennis Italiano” – Tutti i diritti riservati