di Giorgio Spalluto – foto Getty Images
Più ombre che luci. E’ questo il bilancio azzurro al termine di una giornata in cui ci si aspettava un sussulto d’orgoglio da parte di Francesca Schiavone e una maggiore resistenza di Fabio Fognini. Partiamo, però, dalle notizie positive che, come al solito in questo periodo dell’anno, riguardano Flavia Pennetta alle prese con la pesante cambiale di Cincinnati, la località dell’Ohio che nel 2009 le regalò l’ingresso storico (per un’azzurra) tra le Top 10. La brindisina, scesa in classifica al numero 18, ha fatto un sol boccone della rumena Niculescu, dominata con un netto 6-0 6-1 in poco più di un’ora. L’unico contrattempo per la pugliese è stato la pioggia che ha interrotto il match dopo il primo set, prolungando l’agonia della sua avversaria, umiliata quasi con lo stesso punteggio a Wimbledon (doppio 6-1), poche settimane fa.
Agli ottavi la Pennetta se la vedrà con Vera Zvonareva, uscita illesa miracolosamente dallo scontro con la sua connazionale Maria Kirilenko, avanti 5-2 nel terzo, prima di arrendersi al ritorno della finalista di Wimbledon nel tiebreak conclusivo. Bilancio in perfetta parità tra l’azzurra e la russa (2 successi per parte): l’ultima vittoria di Flavia corrisponde alla splendida affermazione negli ottavi degli scorsi US Open, dove annullò ben 6 matchpoint.
Veniamo alle note dolenti. Francesca Schiavone non riesce proprio a sbloccarsi e, contro Elena Vesnina, colleziona la quarta sconfitta negli ultimi cinque match disputati dopo il successo al Roland Garros: 6-4 6-4 il punteggio per la russa che, dopo l’iniziale svantaggio di 0-3 ha messo a referto un parziale di 8 giochi a 1 che ha spaccato in due il match, con Francesca che, nel secondo parziale, non è più riuscita a recuperare il break subito nel primo game.
Con questa sconfitta la numero 1 azzurra rischia di mettere seriamente a repentaglio la qualificazione al Master. Prima del torneo di Cincinnati era sesta nella “Race”, ma purtroppo tutte le più immediate inseguitrici continuano a rosicchiarle punti. Una di queste è la cinese Na Li che, come da pronostico, ha facilmente disposto della nostra Sara Errani, uscita con le ossa rotte (6-2 6-2) come nei due precedenti incontri disputati quest’anno con la tennista orientale. In totale la romagnola ha racimolato solo 9 giochi in 3 incontri. Troppo ampio il divario tra le due giocatrici con la Li che ha messo a referto quasi il doppio (57 a 29) dei punti dell’azzurra.
Ci si aspettava qualcosa di più da Fabio Fognini a Toronto. L’azzurro già bravo a qualificarsi per il secondo turno, dopo aver superato lo scoglio delle qualificazioni, non ha saputo approfittare della stato di forma approssimativo di Nikolay Davydenko. Il russo, alle prese con un ritorno alle competizioni più complicato del previsto, ha confermato di non essere al 100% cedendo il servizio in apertura di match. L’iniziale vantaggio di 2-0 si è rivelato ben presto illusorio per l’azzurro che, perso il break di vantaggio, è riuscito a rintuzzare il ritorno dell’avversario fino al 5-5. Poi è stato un monologo del vincitore del Master 2009, autore di un parziale di 8 giochi a 1, per il 7-5 6-1 finale.
Rimane positivo il bilancio per Fognini che, con i 70 punti conquistati in terra canadese, risistema parzialmente una classifica altamente deficitaria (attualmente è numero 94 del mondo) e può guardare con fiducia al prosieguo della stagione sul cemento nordamericano.
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