di Giorgio Spalluto – foto Getty Images
Mi sono allenata molte settimane per tornare a giocare a tennis il più rapidamente possibile, da quando mi sono operata a metà luglio. Ieri ho capito di aver affrettato i tempi e di aver bisogno ancora di lavorare. Dopo essermi allenata ieri mattina, ho sentito fastidio al piede e i test effettuati con il mio medico hanno rivelato, purtroppo, una nuova lesione, dovuta all’eccessivo allenamento.
Starò fuori probabilmente sino alla fine dell’anno. Ero davvero impaziente di tornare a gareggiare a Linz, e poi di andare a Doha per il Masters. Ho il cuore spezzato, e sono realmente devastata, ma so che non sarà questo contrattempo a fermarmi e tornerò più forte di prima.
Tuttavia, per non peggiorare la situazione, devo alleggerire la mia preparazione fisica ma voglio subito iniziare la riabilitazione, non appena avrò l’ok del mio dottore. Pregate per me (ne ho bisogno).
Grazie a tutti per il vostro sostegno e affetto.
E’ con queste parole che Serena Williams si congeda (probabilmente, ma quasi sicuramente) da una stagione che l’ha vista prendere parte a soli sei (6!) tornei. Se per calcolare il ranking fosse ancora valido il criterio della media aritmetica, calcolata dividendo il punteggio ottenuto nei precedenti dodici mesi per il numero dei tornei giocati, non ci sarebbe storia. Con i successi di Melbourne e Wimbledon, e i quarti di Parigi, Serena sarebbe prima per dispersione. E, invece, no. Già superata dalla Wozniacki, la minore delle Williams sarà ben presto scavalcata dalla Zvonareva. La Clijsters la tallona con soli 60 punti di ritardo nella Race. A Kim basterà scendere in campo a Doha (ma anche la sua partecipazione è in dubbio) per relegare Serenona al quarto posto.
“We all know who is the real number 1” ha sempre detto Serena, facendo, come al solito, sfoggio di umiltà. Quel che tutti sappiamo è che Serena al primato ci tiene eccome, malgrado l’ostentata noncuranza. Il filotto di vittorie della Wozniacki potrebbe averla presa alla sprovvista e costretta a forzare i tempi per un ritorno alle gare (poi svanito) che, magari, era già previsto per il 2010.
In chiave Italia, e quindi finale di Fed Cup, si è già concluso il tormentone che lo scorso anno si protrasse ben oltre il Master di Doha. Williams sì, Williams no, con Venus che in Qatar prima confermò la sua presenza, smentita il giorno dopo dalle convocazioni di Mary Joe Fernandez, in cui comparve il nome di Serena. Nel breve volgere di tre giorni anche la ex numero 1 si tirò fuori dalla contesa, a poche ore dalla finale di quel Master che adesso, con il forfait si Serena, regala una chance di qualificazione a una tra Li (3540), Azarenka (3535) e Peer (3355).
Senza Venus e Serena, che a questo punto rischiano seriamente di non partecipare alle Olimpiadi (dovranno giocare la Fed Cup sia nel 2011 che nel 2012 se vorranno prendervi parte), Mary Joe Fernandez sarà costretta a fare le solite nozze con i fichi secchi. Oudin e Mattek-Sands, le probabili singolariste (con il possibile innesto della teenager Coco Vandeweghe, quarto-finalista a San Diego e Tokyo), sono avversarie più che alla portata di Francesca e di Flavia che, dopo la kermesse di Doha (l’una in singolare, l’altra in doppio) dovranno rimanere comunque concentrare e non fare l’errore di sottovalutare le avversarie. Non portare a casa la terza Fed Cup (in 5 anni), sarebbe imperdonabile.
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