Dopo due anni di digiuno, torna al successo la Ivanovic nella stessa città in cui aveva vinto il suo ultimo titolo. Dominata 6-1 6-2 la Schnyder…

di Giorgio Spalluto – foto Getty Images

 

La nottata, forse (e sottolineo forse) è passata. Ana Ivanovic torna a vincere un torneo Wta a due anni di distanza dall’ultimo scalpo. Lo ha fatto in un torneo cui non avrebbe neanche dovuto partecipare, un torneo per lei davvero speciale visto che a Linz (edizione 2008) risaliva il suo ultimo hurrà.

 

Il Wta International austriaco sarebbe dovuto essere teatro del ritorno alle gare di Serena Williams dopo le note e famigerate peripezie ai piedi. La wild richiesta (e prontamente accordatale) era stata, però, rimandata al mittente a pochi giorni dall’inizio del torneo. Il forfait della ex numero 1 del mondo aveva così costretto gli organizzatori a cercare in qualche modo di rimpiazzare la pesante assenza. La scelta è caduta su un’altra ex numero 1, il cui innegabile appeal non è riconducibile allo sole qualità tennistiche.

 

Che Ana Ivanovic stesse tornando agli antichi splendori lo si era capito già a Pechino dove, dopo aver battuto Elena Dementieva, aveva dato molto filo da torcere alla fresca numero 1 Caroline Wozniacki nei quarti di finale. La serba è stata quindi brava a cavalcare l’onda, precipitandosi a Linz, dove ha fatto un sol boccone di tutte e 5 le sue avversarie, compresa la nostra Roberta Vinci che in semifinale si è arresa con un onorevolissimo 6-3 7-5.

 

Non si può dire la stessa cosa di Patty Schnyder, giunta però nell’ultimo atto svuotata di energie dopo l’estenuante semifinale vinta ai danni di Andrea Petkovic, incapace di sfruttare 2 matchpoint.

 

L’enorme differenza di velocità di palla tra le due fa sì che la veterana elvetica desista immediatamente da qualsiasi tentativo di rivalsa. La Ivanovic domina in lungo e in largo. Nel 6-1 6-2 finale (in soli 47 minuti) perde la battuta in due occasioni: nel terzo gioco del primo set e sul 5 a 0 della seconda frazione. Il punteggio, di per sé oltremodo punitivo, sarebbe stato ancor più a senso unico se sul 6-1 5-0, la Ivanovic avesse sfruttato il vantaggio di 30-0 nei successivi due giochi.

 

Quisquiglie. Quel che conta è che la semifinalista di Roma e Cincinnati quest’anno sia tornata al successo, lei che non giocava una finale dal torneo di Indian Wells nel 2009 (fermata da Vera Zvonareva). Per la Ivanovic si tratta del nono trofeo della carriera.

 

Grazie a questo successo Ana si guadagna sul campo la qualificazione al Master di Bali, la cui partecipazione le era stata comunque garantita da una wild card. Con un circuito che somiglia sempre di più a un vero e proprio lazzaretto, una Ivanovic in queste condizioni non avrebbe assolutamente sfigurato nel Master originale. Ana è tornata, forse.

 


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