di Giorgio Spalluto – foto Getty Images
Lo ha eguagliato (e poi scavalcato) in termini di titoli dello slam. Lo ha superato in quanto a tipologia di major vinti, con il trionfo al Roland Garros (e conseguente Career Grand Slam). Adesso lo affianca per quel che riguarda il numero di titoli nel circuito maggiore.
Pete Sampras ancora una volta torna a far parlare di sé per un traguardo raggiunto dal suo epigono svizzero.
Per Federer, infatti, quello di Stoccolma è il sessantaquattresimo torneo vinto in carriera. Raggiunge “Pistol” Pete al quarto posto di una classifica, quella dei plurivittoriosi che, certo, tanto attendibile non è. Il leader incontrastato, infatti, è Jimmy Connors che con i suoi 109 trofei rimarrà probabilmente irraggiungibile. Poco importa che molti di questi tornei siano stati confezionati in manifestazioni (spesso disputatesi negli Stati Uniti) dall’infimo livello tecnico. Alle spalle di “Jimbo” restano saldamente al loro posto Ivan Lendl a quota 94 e John McEnroe con 77 titoli.
Nei 63 tornei vinti in precedenza, mai Roger si era imposto nella “terra delle tre corone”, lui che vide l’epifania della sua impareggiabile carriera proprio nel Belpaese, in occasione del mai troppo rimpianto torneo di Milano (2001).
Sarà per questo che neanche la Principessa Victoria ha voluto mancare a questo appuntamento storico. Sugli spalti della “Royal Tennis Hall” di Stoccolma la testa coronata ha così potuto ammirare un altro sovrano “Re Roger” prodursi nella consueta partenza letargica, “ammirata” nei quarti contro Stan Wawrinka (quando si era trovato sotto di un set e un break) e in semifinale con Ivan Ljubicic. Paradossalmente l’ultimo atto si rivela quello più agevole per Roger, opposto al tedesco Florian Mayer (n.47 del mondo), avversario sempre battuto nei due precedenti e mai vittorioso in nessuna delle due finali colte in carriera, entrambe sulla terra di Sopot, dove era stato sconfitto prima da Monfils e poi da Davydenko.
Come contro Ljubicic, è lo svizzero a perdere per primo il servizio, lui che non era riuscito a sfruttare tre palle break secondo gioco. Sul 3-3 il numero 2 del mondo concede due palle break commettendo due svarioni di dritto abbastanza simili. E’ con una splendida risposta che il poco ortodosso tennista tedesco strappa il servizio all’elvetico. Il vantaggio dura lo spazio di un mattino. Roger si procura immediatamente il controbreak, mettendo pressione a Mayer che, chiamato a servire per rimanere nel set, sul 5-4, subisce la maggiore aggressività dell’avversario. Un fantastico passante in back, chiude le ostilità per quello che riguarda un primo set ben giocato da entrambi, in cui Federer ha avuto bisogno di andare sotto di un break, per tirar fuori il meglio di sé. Nel secondo parziale l’equilibrio si spezza nel sesto game con Federer che, avanti 3-2, approfitta di qualche regalo di troppo del teutonico per dare la spallata decisiva. Da quel momento in poi la partita non ha più storia. Roger tiene i suoi due turni di battuta e chiude con il punteggio di 6-4 6-3 dopo appena 63 minuti di gioco.
Per lo svizzero si tratta del terzo alloro stagionale dopo quelli ottenuti agli Australian Open e a Cincinnati. Battendo Wawrinka nei quarti, Federer aveva incamerato la 50° vittoria stagionale, diventando il 5° tennista nell’Era Open a centrare un simile obiettivo nell’arco di 9 anni consecutivi. Chi era stato l’ultimo a riuscirci? Pete Sampras naturalmente.
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