di Daniele Rossi – foto Getty Images
“E’ stata una fantastica esperienza per tutte noi, quest’anno per me è stato molto speciale, perchè questo è il mio ultimo torneo”.
Sorpresa, sconcerto e incredulità, Elena Dementieva con queste poche parole, annuncia il ritiro dal mondo del tennis. All’improvviso, quando ancora è in Top Ten, quando non ha neanche compiuto 30 anni e quando può ancora battere praticamente chiunque.
Non doveva contare nulla, eppure quell’ultima partita del Round Robin ai WTA Championships di Doha, ha assunto un connotato doppiamente storico: uno perchè si tratta della prima vittoria di un’italiana al Masters (se si eccettua la vittoria per ritiro di Raffaella Reggi sulla Mandlikova), due perchè andrà in archivio come l’ultima apparizione su un campo da tennis di Elena Dementieva.
Alcuni hanno storto il naso, perchè tenere questo segreto? Perchè non annunciarlo ad inizio anno e farsi fare la festa ad ogni torneo (come fece per esempio Edberg nel 1996)? Perchè scegliere un evento, sì importante, ma tutto sommato un po’ dimesso e distaccato come quello di Doha?
Perchè Elena non è un tipo da celebrazioni, feste e annunci roboanti. No, la sua carriera è stata lo specchio di quello che è come persona: classe, sobrietà, compostezza, intelligenza…e quella piccola festicciola improvvisata con le sue avversarie di una vita in lacrime, è stato probabilmente il miglior modo di lasciare. Senza rumore, senza eccessi e senza rimpianti. Meglio lasciare quando si è al top, piuttosto che ritirarsi dopo anni di declino e anonimato. Certo, il ritiro di Sampras dopo la vittoria agli Us Open 2002 rimane imbattibile, ma viaggia sugli stessi binari.
Si potrebbero dare i numeri della straordinaria carriera di Elena, 16 tornei vinti in carriera più 16 finali perse (tra cui una al Roland Garros e una agli Us Open, entrambe nel 2004), best ranking di numero 3 nel 2009, 10 qualificazioni al Masters di fine anno, 415 partite vinte in carriera contro 212 sconfitte. Quest’anno è stata in grado di vincere due tornei, Sydney e Parigi indoor, e non possiamo neanche immaginare quanto sia stato doloroso per lei ritirarsi in semifinale al Roland Garros contro Francesca Schiavone e dover rinunciare a Wimbledon.
Ma sopra ogni cosa Elena è stata Medaglia d’Oro alle Olimpiadi di Pechino 2008. Per lei questo trionfo ha rappresentato lo zenit della carriera e ha sempre affermato che la equipara ad una vittoria in uno Slam, visto che “in Russia in pochi sanno cos’è uno Slam, ma tutti sanno cos’è un’Olimpiade”.
Ha sicuramente raccolto meno di quello che avrebbe meritato, ma a lei non importa: “Non ho rimpianti, sono stata una tennista tutt’altro che perfetta, ma ho avuto un grande spirito combattivo. Senza un grande servizio, mi sono battuta in tutti match senza darmi per vinta. Ho sempre dato il 100% , indipendentemente dalla qualità del mio gioco. Non è indispensabile essere perfetti, ma dare il meglio di sé. Ed è ciò che ho fatto per tutta la mia carriera”.
Parole che ancora una volta andrebbero prese d’esempio e che rispecchiano in toto l’eccezionale personalità di Elena, paradigma di sportività, correttezza e volontà.
Ora per lei si apre una nuovo capitolo. Studierà giornalismo all’Università di Mosca e sopratutto metterà su famiglia. Come sempre (e giustamente), Elena tiene il massimo risebro sulla sua vita privata, ma ha dovuto ammettere che il suo ritiro è dovuto principalmente alla voglia di sposarsi e di avere dei figli.
Ma la russa ha sempre visto il tennis come una passione, non come un lavoro, un’imposizione o un business come altre sue connazionali, quindi continuerà a giocare e ad essere presente nel circuito. Visti gli studi non è da escludere un futuro da presentatrice o commentatrice, à la Barbara Schett, ex giocatrice austriaca, ora volto di Eurosport per gli eventi più importanti.
Speriamo di rivederla presto, perchè dopo una settimana già ci manca.
Ma la cosa più importante e ciò che tutti noi le auguriamo, è la frase che campeggia sul suo sito internet: “Be Happy, Elena!”
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Il momento del trionfo a Pechino
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Il momento…delllo shopping
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E il momento del ritiro