E’ la Pennetta a chiudere le sorti di una sfida che si era pericolosamente riaperta. Battuta 6-1 6-2 Coco Vandeweghe… FOTO

di Giorgio Spalluto

 

Alla fine è giusto che a regalare all’Italia il punto decisivo sia stata Flavia Pennetta, lei che chiude il 2010 con un ruolino di marcia immacolato nella Davis al femminile: sei successi in altrettanti incontri per un parziale di 12 set a zero, che diventa di 16 a zero, se si considera anche la finale dello scorso anno a Reggio Calabria dove fu sempre lei a regalarci il terzo punto. Questa volta c’è voluto un match in più del previsto, ma alla fine la terza Fed Cup finisce nella bacheca del tennis tricolore. E’ il terzo trofeo conquistato in cinque anni, su quattro finali disputate.

 

L’Italia vince con merito perché rispetto agli altri team concorrenti, quella azzurra è la squadra più omogenea, più compatta, con due giocatrici che grazie ai successi ottenuti in questi anni in Fed Cup, hanno maturato quella consapevolezza dei propri mezzi, che poi le ha portate a cogliere risultati straordinari a livello individuale. Non bisogna dimenticare, infatti, come questo successo di squadra, cui hanno dato il loro contributo anche Roberta Vinci e Sara Errani, giunga al termine di una stagione a dir poco straordinaria per il nostro tennis rosa, già sufficientemente corroborato dai successi al Roland Garros di Francesca e al Masters (di doppio) di Flavia. Proprio sulla Pennetta, alla vigilia, si concentravano le maggiori perplessità riguardo la sua tenuta atletica e mentale. Giunta a San Diego al termine di un vero e proprio tour de force durato ben 11 mesi, aveva palesato qualche incertezza di troppo nel match vinto il primo giorno sulla Mattek-Sands. Sembrava lei il punto debole della nostra squadra, come sembrava la Oudin la vittima sacrificale della Schiavone nel primo incontro della seconda giornata.

 

Flavia è stata brava a rimanere concentrata, lei che forse, in cuor suo, pensava di aver già terminato le sue fatiche sabato e non si aspettava di essere chiamata a un impegno ulteriore. Galvanizzata anche dalla possibilità di conquistare il punto decisivo per il secondo anno consecutivo, la Pennetta ha dimostrato quella determinazione e quella tenuta mentale che era mancata alla Schiavone qualche ora prima. Ad agevolare il compito della brindisina, il fatto di trovarsi di fronte un’avversaria come Coco Vandeweghe poco avvezza ai lunghi scambi. A differenza della Mattek, la debuttante californiana non è stata in grado di far correre e stancare Flavia che, dopo aver perso il servizio in apertura, ha infilato un parziale di 6 giochi consecutivi, sufficiente a placare sul nascere l’entusiasmo del pubblico di casa. Molto solida Flavia e troppo fallosa Coco, la cui percentuale di prime è troppo bassa per immaginare di impensierire la nostra rappresentante che, in apertura di secondo set strappa il servizio all’avversaria per la quarta volta su 4. E’ una vera e propria mattanza alleviata solamente dai due turni di battuta difesi dalla Vandeweghe, quando ormai è sotto di un break. La lezione di tennis ai danni della povera novizia si chiude dopo un’ora e 20 minuti per un punteggio di 6-1 6-2 ancora più netto rispetto a quello subito ieri da Francesca Schiavone.

 

Fallimentare si è così rivelata la scelta di Mary Joe Fernandez di puntare sulla figlia d’arte californiana. Dopo l’esperienza negativa di Reggio Calabria, la capitana americana ha provato il tutto per tutto. Forse la Oudin vista oggi all’opera contro la Schiavone avrebbe potuto regalare maggiore suspense a questa finale. Ma si sa. Senza se e senza ma, non si fa la storia. Quella l’hanno fatta le nostre quattro moschettiere, ancora una volta campionesse del mondo.

 

“E’ un risultato grandioso – dice il capitano azzurro – sono emozionato e felice. Sono ragazze straordinarie, hanno vinto per la terza volta il titolo mondiale chiudendo alla grande un 2010 strepitoso. Questo successo è per coloro che quando vincemmo la Fed Cup per la prima volta a Charleroi con il Belgio dissero che era frutto del caso, della fortuna. La squadra ha vinto lo scorso anno a Reggio Calabria e si è confermata ora a San Diego. Questa squadra ha dimostrato ancora una volta di essere la più forte del mondo”.

 


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