A Parigi il russo si ritira sotto di un set contro Ernests Gulbis per un problema alla schiena. Era in lizza per le World Finals di Londra…

di Daniele Rossi – foto Getty Images

 

Ritiro pesante nell’ultimo Master 1000 dell’anno a Parigi Bercy: Mikhail Youzhny sta giocando il suo match di secondo turno contro Gulbis, quando sotto 6-4 3-0 si vede costretto ad abbandonare la contesa per un infortunio alla schiena.

Il russo si era già presentato a Parigi in precarie condizioni ed è stato indeciso fino all’ultimo se giocare o meno, ma essendo l’ultimo torneo dell’anno e correndo ancora per un posto alle World Finals di Londra, decide di provarci. L’avversario è di quelli scomodi, perchè non si sa mai cosa aspettarsi da Ernests Gulbis.

Il lettone ha la solita aria di chi si è alzato dieci minuti prima (la partita ha avuto inizio alle 11 del mattino), ma gioca un tennis solido e concreto, mentre Misha fa molta fatica a spingere e, soprattutto al servizio, trattiene i movimenti. Gulbis fa suo il primo set per 6-4, mentre i tre giochi del secondo, sono solo uno stillicidio a cui Youzhny decide di porre fine il prima possibile.

Le sue speranze di qualificarsi al Masters scompaiono definitivamente, nonostante fossero comunque poche anche alla vigilia, visto il forfait al torneo di Valencia dove difendeva la finale raggiunta l’anno scorso.

Sono ancora cinque i pretendenti per gli ultimi tre biglietti per la capitale inglese: in prima fila Tomas Berdych, David Ferrer e Andy Roddick, un po’ più defilati Fernando Verdasco e Jurgen Melzer. Lo spagnolo e l’austriaco avrebbero bisogno di un mezzo miracolo: a Parigi Nando dovrebbe arrivare almeno in semifinale, mentre Jurgen dovrebbe addirittura vincere il torneo. Dunque i giochi sembrano fatti, ma le sorprese sono sempre in agguato.

 

Tornando a Youzhny, per il focoso Misha il 2010 è stato sicuramente l’anno migliore della sua carriera.

Ottiene due prestigiose finali ad inizio anno, a Rotterdam e a Dubai. Da entrambe esce sconfitto, ma in Olanda è costretto a ritirarsi contro Soderling, mentre negli Emirati Arabi si deve inchinare in tre set a Novak Djokovic.

A Maggio arriva la prima vittoria dell’anno, a Monaco (ATP 250 sulla terra) sconfigge in finale Marin Cilic, ottenendo il suo secondo successo sul mattone tritato, dopo il trionfo a Stoccarda nel 2002.

Dopo un buon quarto di finale al Roland Garros, attraversa un brutto periodo dove vince appena 4 partite nell’arco di 5 tornei.

La crisi si interrompe agli Us Open, dove, come tutti ricorderete, raggiunge la semifinale. Successivamente, conferma la condizione ritrovata con la vittoria a Kuala Lumpur (ATP 250 indoor, battuto Golubev in finale) e con la finale a San Pietroburgo, dove viene sorpreso da Mikhail Kukushkin.

La continuità non è mai stato il suo forte e non è raro vedere il suo livello di gioco cambiare radicalmente da un momento all’altro, ma forse a 28 anni Mikhail ha raggiunto l’agognata maturità che ha cercato invano per tanto tempo.

Talento a palate (assolutamente splendido il rovescio ad una mano), a Misha per fare il salto di qualità è mancata solo la testa.

Ora il treno per una grande vittoria sembra passato, ma se riuscirà a confermare quanto di buono fatto vedere quest’anno, potrebbe recitare una parte da protagonista anche nella prossima stagione.

 


 

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