Primo titolo per Dodig, vincitore in finale su Michael Berrer per 6-3 6-4. Era stato l’unico a strappare un set a Djokovic, a Melbourne…

di Giorgio Spalluto – foto Getty Images

 

Unico a vincere un set contro Novak Djokovic a Melbourne nel 2011. Poteva rimanere questa la più grande soddisfazione in carriera di Ivan Dodig, tennista croato non più di primo pelo (ha compiuto un mese fa 26 anni), nato in Bosnia, a Medjugorie, come il più titolato connazionale Marin Cilic. Vincitore a Zagabria delle ultime due edizioni, Marin ha confermato una volta di più le difficoltà palesate negli ultimi mesi, abbandonando la compagnia già nei quarti (per mano del sempre temibile Florian Mayer) così come aveva fatto l’altro enfant du pays, Ivan Ljubicic, sconfitto sempre nei quarti proprio dal suo omonimo Ivan Dodig, per la prima volta in carriera in una semifinale di un torneo Atp. Il suo miglior risultato nel circuito maggiore era stato il quarto di finale colto pochi mesi fa a Stoccolma, quando a sconfiggerlo era stato proprio Ljubicic.

 

Autentica meteora nel circuito maggiore, Ivan Dodig aveva fatto parlare molto di sé a causa di alcune intemperanze sul campo di gioco, come quella che lo vide protagonista nel corso della finale del challenger di Kolding nel 2009. Una mancata chiamata del giudice di linea su un servizio apparentemente fuori del suo avversario, il britannico Alex Bogdanovic, sul punteggio di 6-6 del tiebreak del secondo set (il primo era stato vinto da Ivan), mandò su tutte le furie il croato che, perso il parziale, diede inizio a uno show degno del miglior Koellerer.

 

Avviatosi verso gli spogliatoi per un toilet break, Dodig si esibì in una serie di imprecazioni verso la categoria arbitrale, che resero inevitabile la squalifica. Non pago della scenata in questione, ricevuto il classico “default”, Ivan ripercorse il corridoio e sfogò la sua rabbia sul trofeo del finalista, scaraventandolo contro un muro.            

 

Chissà se qualcuno avrà ripensato a questo episodio quando nella finale odierna contro Michael Berrer, il giudice di sedia Cedric Mourier ha effettuato proprio sul matchpoint un “over rule”, giudicando fuori il servizio vincente che aveva mandato in visibilio il pubblico di casa. Per la gioia, Dodig aveva lanciato sugli spalti la racchetta, inconsapevole del cambio di decisione dell’arbitro. Incredulo, il croato chiedeva inutilmente spiegazioni a Mourier cui magari interessava verificare la rinnovata tenuta mentale del “terribile” Ivan.

 

A differenza del challenger menzionato in precedenza, Dodig ha mantenuto la calma, chiudendo, poco dopo, con uno splendido passante lungolinea di rovescio che ha baciato la riga di fondo per il 6-3 6-4 finale. Per il secondo anno consecutivo, Michael Berrer deve rimandare il sogno di vincere il suo primo titolo in carriera, a un passo dal successo. Quella persa lo scorso anno contro Cilic era stata la prima finale del tennista teutonico, incapace contro Dodig di sfruttare le 7 palle break a disposizione, tutte nel secondo parziale. Al tennista di Medjugorie va riconosciuto il merito di aver servito alla grande (16 ace, 82% di punti sulla prima) e di non essersi fatto condizionale dai 7 doppi falli messi a referto. Una grande prova di maturità per Ivan, ex terribile.

 

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La fase finale del match con il matchpoint ritrovato


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