Di Fabio Bagatella – foto Getty Images

Semifinali femminili a senso unico. Come nel loro recente incrocio durante gli ultimi US Open Caroline Wozniacki si mostra troppo solida per una Maria Sharapova competitiva solo a tratti. Discorso molto simile anche per Yannina Wickmayer contro Marion Bartoli. La belga, lontana parente della giocatrice capace di dominare Peer nei “quarti”, offre una valida resistenza solo nel secondo parziale, dando via libera alla transalpina.

Non si può certo rimproverare a Maria Sharapova la consueta “pugnacità” e determinazione, messe in campo nel vano tentativo di scalfire la disarmante solidità di Caroline Wozniacki. La danese, che conferma ancora una volta di essere più che mai la regina della WTA, contiene abilmente le sfuriate dell’avversaria per poi piazzare inesorabilmente le “zampate” decisive al momento più opportuno.

Il 6-1 6-2 in 80 minuti è forse troppo severo per Masha, che in entrambi i parziali parte forte senza però essere in grado di mantenere il vantaggio acquisito. I 41 errori gratuiti della russa, non bilanciati dai soli 19 “vincenti” mostrano chiaramente come sarebbe servita una Sharapova quasi perfetta per impensierire la locomotiva Wozniacki. Il torneo di Masha resta comunque positivo: la top 10 mondiale torna ad un tiro di schioppo.

Dopo il trionfo a Dubai e la finale di Doha (persa contro Zvonareva), Caro raggiunge un’altra finale bissando il risultato ottenuto in California nel 2010. L’anno scorso si arrese a Jelena Jankovic, quest’anno non potrà che partire con i favori del pronostico: sua avversaria sarà infatti la francese Marion Bartoli contro la quale conduce 4-2 negli scontri diretti. Proprio a Doha l’ultima sfida: la danese “stravinse” 6-1 6-1.

Opposta ad un’avversaria troppo fallosa, Bartoli incamera rapidamente il primo set che vola via in meno di mezz’ora (26 primi): Wickmayer salva a malapena il “cappotto” aggiudicandosi il terzo gioco. La seconda partita è decisamente più interessante. Già il primo game lascia intendere che per la transalpina non sarà più tutto così semplice: Bartoli sale 40-0 ma infila tre doppi falli che riportano la belga in parità. Due aces consegnano alla transalpina due altri “vantaggi” che Yannina annulla per poi procurarsi il primo break-point dell’incontro.

Un nuovo doppio fallo di Marion regala il gioco a Wickmayer: sono trascorsi quindici minuti, più della metà rispetto alla durata del primo set. Recuperato immediatamente lo svantaggio, Bartoli esce egregiamente da una situazione molto complicata (0-40) rimettendo il “naso” avanti (2-1). La belga salva due break-points nel game successivo ed altrettanti nel sesto gioco, mentre la sua avversaria torna a tenere agevolmente i propri turni di battuta. Nell’ottavo game la transalpina piazza finalmente il break vincente che la porta a servire per il match.

Prima della gioia finale, Marion risale ancora una volta da 0-40 (anche se il terzo break-ball annullato è un gentile “omaggio” di Yannina che spara fuori un dritto a campo aperto). Il match-point è il punto più bello dell’intero incontro, con le due giocatrici che “picchiano” ogni palla da qualunque parte del campo. Uno splendido rovescio bimane lungolinea della francese decreta, dopo un’ora e 25 primi, decreta la fine del sogno californiano di Wickmayer.

La severa sconfitta in “semi” nulla toglie all’ottimo torneo della belga che nel prossimo ranking WTA di lunedì ritornerà tra le prime venti giocatrici del mondo. Per la 26enne Bartoli potersi giocare il titolo di Indian Wells, dove in 10 partecipazioni aveva raggiunto al massimo gli ottavi di finale, rappresenta senza dubbio – tralasciando la finale di Wimbledon 2007 persa con Venus Williams – il risultato più rimarchevole della sua decennale carriera tennistica.

Semifinali:

[1] Caroline Wozniacki (DEN) b. [16] Maria Sharapova (RUS) 6-1 6-2

[15] Marion Bartoli (FRA) b. [23] Yannina Wickmayer (BEL) 6-1 6-3

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