da Londra, Giorgio Spalluto
La vittoria della normalità. In un circuito sempre più popolato da starlette vanagloriose, circondate da genitori-guru, a colpire maggiormente è l’apparente spensieratezza di Petra Kvitova, incredula nel ritrovarsi improvvisamente scaraventata tra le migliori giocatrici del mondo, probabilmente inconsapevole dell’immane potenziale a disposizione, superiore a quello di ogni altra avversaria della sua generazione. Pur potendo contare su un gioco ideale per il tennis moderno su erba, si dimostra stupita nel ritrovarsi in mano il “Venus Rosewater Dish” (il piatto della vincitrice di Wimbledon) quasi come se fosse qualcun’altra a meritare i suoi successi. Ed, invece, è il Centre Court a scegliere i suoi campioni, probabilmente prima ancora che siano gli stessi a rendersi conto delle proprie potenzialità.
Petra Kvitova trionfa a Wimbledon a soli 21 anni, al termine di un torneo memorabile in cui nell’ultimo atto non ha lasciato scampo a Maria Sharapova, battuta per 6-3 6-4, in un’ora e ventisei minuti di gioco. La nativa di Bilovec è la prima ceca a vincere dai tempi di Jana Novotna, vittoriosa a Wimbledon nel 1998. E’ la prima mancina a trionfare dai fasti di Martina Navratilova, altra sua illustre connazionale. Cosa ci sarà di magico in quella terra così prolifica di campioni? Avevano chiesto a Martina proprio alla vigilia della finale. “Penso che il segreto siano i circoli: tu ci vai, corri e giochi magari contro il muro”.
La Kvitova èaddirittura il terzo esponente mancino della scuola ceca a vincere aWimbledon, dopo Jaroslav Drobny e la grande Navratilova. A Maria Sharapova quest’oggi non è stata sufficiente una partenza al fulmicotone con tanto di break in apertura. Entrambe basano il loro “gameplan” sui colpi di inizio gioco per poi comandare lo scambio. Entrambe hanno nel dritto il colpo incerto, che nelle cattive giornate può essere fonte di tanti errori.
La grande incognita, per quanto riguarda la Sharapova, è inoltre rappresentata dal rendimento del servizio, che solo due giorni fa l’aveva fatta penare, al punto da farle commettere ben 13 doppi falli contro la Lisicki.
Dopo aver concesso nel secondo game il controbreak, la russa conferma di avere più problemi nei game di servizio che in quelli di risposta. Con due doppi falli consecutivi Masha concede nel sesto gioco il break che deciderà le sorti del primo parziale. Maria annulla un set point con un ace nell’ottavo gioco ma, nel game successivo, Petra tiene il servizio a zero, archiviando col punteggio di 6-3 il primo parziale.E’ il primo set perso nel torneo dalla Sharapova, un parziale in cui non è stato sufficiente mettere in campo il 76% di prime. La percentuale di realizzazione sulla seconda del 14%, è abbastanza emblematica delle difficoltà al servizio della vincitrice del 2004.
La ceca continua il suo forcing nella seconda frazione, strappando subito il servizio alla Sharapova con unincredibile diritto colpito da fuori campo che pizzica la linea di fondo campo. Malgrado due doppi falli la ceca si porta sul 2-0. Nel quarto game la russa mette a segno il contro-break grazie ad un lob di rovescio che coglie di sorpresa la ceca, rea di aver completamente sbagliato l'angolo dell'attacco (2-2).
La Sharapova non sfrutta tre opportunità per portarsi in vantaggio 3-2 e subisce ancora una volta il break. La russa salva una palla del 2-4 e riprende la sua avversaria che comincia ad avvertire la pressione per il grande risultato che si profilando all’orizzonte (3-3). Petra però non molla e, nel settimo gioco, piazza la zampata decisiva. Vola 5-3, recuperando uno svantaggio dal 15-30 e, due game più tardi, può alzare le braccia al cielo dopo aver messo a segno il suo primo e unico ace del match per il 6-4 definitivo.
Con quello che è il suo primo titolo dello slam (il quarto stagionale su quattro superfici differenti: prima il cemento di Brisbane, poi il sintetico indoor di Parigi, infine la terra di Madrid) Petra salirà al numero sette del ranking mondiale. ”E’ stato bello ed emozionante vedere applaudire in tribuna campionesse come Martina Navratilova e Jana Novotna” – ha detto Petra a fine match –”Ho cercato di restare concentrata su ogni singolo punto e di non pensare che stavo giocando la finale. È stato il miglior match che abbia mai giocato. Martina e Jana mi hanno sostenuto per tutto il torneo ed oggi è arrivata anche tutta la mia famiglia”. E finalmente qualche lacrima solca il viso di Petra resasi conto, forse per la prima volta, di aver colto un successo assai poco “normale”.
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