L’americano è stato squalificato per 12 mesi in seguito all’assunzione di un farmaco proibito. Lui si difende: “L’ho preso per il jet lag”…

di Daniele Rossi – foto Getty Images

 

A chi non segue il circuito con assiduità, probabilmente il nome di Robert Kendrick non dirà nulla. Certo non un fenomeno, 31 anni da Fresno, il suo best ranking è stata la 69° posizione raggiunta nel luglio 2009, adesso è numero 109. Dieci tornei Challenger vinti in carriera, mai oltre il secondo turno negli Slam, canotta e cappellino sempre portato con la visiera all'indietro. Uno dei tanti onesti mestieranti della racchetta, che si guadagnano da vivere nel modo più bello del mondo, giocando a tennis. Circa una settimana fa però, Robert è balzato agli onori delle cronache per una questione di doping. Il fatto risale al Roland Garros di quest'anno: Kendrick gioca al primo turno con Garcia-Lopez e perde. Il controllo anti-doping però non va come dovrebbe: Robert risulta positivo alla metilexaneamina, uno sorta di stimolante. Quasi immediatamente, scatta la squalifica di 12 mesi con effetto retroattivo,

 

Kendrick si difende sostenendo che ha ingerito il farmaco per combattere i sintomi del jet lag, senza prestare attenzione alle sostanze ivi contenute. La WADA, pur dando per buona la giustificazione del giocatore americano, ha reputato l'assunzione del farmaco una leggerezza imperdonabile per un professionista. Gli avvocati di Kendrick hanno già fatto appello presso il TAS, richiedendo la riduzione della squalifica a 3 mesi e difendendo il proprio cliente con l'alibi: “Nessuno legge attentamente il foglietto illustrativo”.

Una faccenda dunque ambigua, che ha portato già due illustri colleghi a schierarsi con Kendrick. Andy Murray (da sempre uno più insofferenti ai controlli anti-doping) e Mardy Fish, hanno dato vita ad una campagna pro-Kendrick, denominata “FreeKendo” sui social-network. “Robert non può essere squalificato, ha fallito un test solo per aver preso una pillola per dormire! Non vedo come questo possa aver migliorato le sue prestazioni!”, ha twettato lo scozzese.

La durezza di questo provvedimento per un giocatore che sembra aver compiuto solo una leggerezza, stona decisamente con la polemica che sta impazzando al torneo di Washington. In questi giorni nella capitale americana si sta giocando il “Legg Tennis Mason Classic” (ATP 250), dove ha fatto il suo ritorno Wayne Odesnik. Il giocatore statunitense nel 2010 viene intercettato con otto fiale di ormone della crescita in borsa. Odesnik si dichiara colpevole e l'Itf lo squalifica per due anni. La pena viene però ridotta ad un solo anno e Wayne è tornato a giocare due giorni fa proprio nel primo turno (da lucky loser) contro Radek Stepanek, risultato vincitore col punteggio di 6-1 6-1.

L'apparizione di Odesnik ha scatenato molte polemiche, soprattutto da parte dei suoi colleghi, come il suo ex-amico James Blake: “I due casi mi sembrano molto distinti, soprattutto per il fatto che un ragazzo che gioca con noi ha fatto molto peggio e lo ha ammesso con chiarezza”. Della stessa lunghezza d'onda Ryan Sweeting: “Non capisco come le sanzioni di questi due casi possano essere simili. Noi giocatori ci interroghiamo sempre più spesso sulla logica della giustizia sportiva”.

 

Parole dure dunque, che fanno capire chiaramente come i giocatori si siano schierati a favore di Kendrick e contro Odesnik. Vi terremo informati sullo sviluppo della questione. 

 

 


 

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