Appena 53′ bastano a Francesca per battere la Lucic. Alla Vinci ne servono 21 in più per il k.o. alla Cornet … ASCOLTA I PROTAGONISTI

dall'inviato a New York Max Grassi  –  foto Getty Images

 

Fa già caldo, molto caldo nella grande Mela quando Francesca Schiavone fa la sua comparsa alle 11 e un quarto sull'Arthur Ashe Stadium, catino da 20.000 posti, il più capiente stadio del tennis del pianeta. Un bel regalo e una conferma della popolarità raggiunta dalla 31enne azzurra che conquista il proscenio più esclusivo per la sfida contro la modesta croata Mjriana Lucic e che qui a New York gioca il suo 45° Slam in carriera.

 

E comparsa è proprio la parola giusta perché nemmeno 53 minuti(6-1 6-1) e la milanese saluta il pubblico prima di rituffarsi nel tunnel che la riporta negli spogliatoi. Troppo fallosa la 29enne biondina croata(n.96 Wta) per impensierire la testa di serie n.7 che a differenza del match di primo turno oggi ha servito bene per tutto il match (94% dei punti fatti quando ha messo la prima palla).

 

Temeva la potenza della sua avversaria Francesca, così ha provato con successo per tutto il match di variare il gioco alla croata per non darle ritmo. La notizia positiva (al di là del risultato 6-1 6-1) è che Schiavone – solitamente abituata a grandi maratone anche nei primi turni – oggi ha potuto risparmiare le batteriein vista del prossimo match che non appare, sulla carta, preoccupante. La n.1 azzurra affronterà infatti la vincente tra la tedesca Barthel e la sudafricana Scheepers.

 

Oggi la cosa fondamentale– ammette Francesca – era conteneree aspettare il suo errore. Alle volte si gioca anche così. Il centrale qui è immenso e meraviglioso ma spero di non dover giocare mai il serale perché ci sono troppe luci e poi il tabellone gigante un po’ ti distraea meno che tu non ci sia abituato”. E confessa che qualche volta si riguarda anche. Come oggi quando ha piazzato un pallonetto vincente al volo che ha strappato gli applausi del pubblico un po’ assonnato del mattino.

 

E sui campi di gioco qui a Flushing Meadows ha aggiunto: “Ho letto che Roger ha detto che quest’anno i campi sono più lentidello scorso… Cosa ne penso io? Se lo dice il “Capo” vuol dire che è così!”. E conclude: “Qui devo tenere lontana la mia avversaria e non farla entrare. Chiunque sia, da Serena alla Wozniacki. Le prime giocate sono fondamentali: servizio e risposta”.

 

 

VINCI AL 3° TURNO– Ha tentato di starle dietro la compagna di squadra Roberta Vinci. Ma alla fine alla brindisina sono serviti 14 minuti in piùper avere ragione (6-2 6-3) dell’ormai ex stellina francese Alize Cornet, che gli appassionati ricorderanno finalista agli Internazionali d’Italia nel non lontano 2008.

 

“Le davo fastidio – ha detto una radiosa Roberta Vinci dopo il match – lei non riusciva a capire come giocare: se spingere se aspettare”. Quando poi ha provato la francesina a rientrare nel secondo set è stata brava l’azzurra a controllarla: “Sul 6-2 2-0 ho smesso di spingere, aspettavo il suo errore e questo non va bene. Poi però sono stata brava a chiudere”. Al 3°turno per la 28enne n.2 d’Italia c’è la tedesca Petkovic con cui non ci sono precedenti: “E’ una giocatrice che tira molto forte e sarà importante farla muovere perché lei è abituata a spingere con la palla sempre messa bene. Chissà può essere che riuscirò a dare fastidio anche a lei…”.

 

 

BLACK OUT FOGNINIDolorosa sconfitta per il nostro numero 1 Fabio Fognini, non tanto per il risultato finale (la sconfitta contro un top 10 come Tomas Berdych era prevedibile) ma per come è avvenuta. Dopo un primo set lottato e chiuso 7-5 a favore del ceco, la “Fogna” ha smesso di giocare rimediando una bruttissima figura nei restanti due parziali (6-0 6-).

 

“Dopo il primo set sono stato investito da un camion ma avrei dovuto giocare meglio il secondo – ha raccontato un Fognini visibilmente deluso – Sono cose che non devono succedere ed è la dimostrazione di quanto devo lavorare e di quanto ho ancora da imparare. Nel terzo set ho provato a rientrare ma non era giornata. Vorrà dire che che prenderò il bus per andare a farmi un giro a Manhattan oggi”.

 

MISSIONE CILENA– “Vado in Cile senza pressione anche se non sarà facile perché hanno due giocatori che sono stati al top. Abbiamo il 50% di possibilità. Ho giocato tutta la stagione sul cemento e sto bene. L’importante è archiviare questa brutta sconfitta il più velocemente possibile”.

 

 


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