di Giorgio Valleris – foto Ray Giubilo
“L’Argentina ha tutte le carte in regola per vincere, quindi l’esito di questa finale è tutt’altro che scontato”. A dirlo è Rafa Nadal che, a pochi giorni dall’ultimo atto della Davis 2011, invita i suoi compagni a non sottovalutare gli avversari. Dichiarazioni di rito prima di una finale, condite con un’abbondante dose di scaramanzia e un pizzico di saggezza.
Di certo c’è che, una volta entrati in campo, statistiche e palmares contano poco. Anzi, a far la differenza può essere quella fame di vittorie che preoccupa il numero due del mondo: “Loro hanno perso grandi occasioni in finale, contro la Russia nel 2006 e contro di noi nel 2008, quando Feliciano Lopez giocò ad un livello altissimo. Ora hanno un’altra opportunità”. Gli argentini non hanno mai vinto l’insalatiera, mentre gli spagnoli cercano il quinto sigillo dopo i successi del 2000, 2004, 2008 e 2009.
Dopo la deludente prova nelle Atp World Tour Finals di Londra, evidentemente, il maiorchino non vede l’ora di tornare a giocare davanti ai suoi tifosi a Siviglia: “Di certo avremo meno pressione rispetto a loro e in più avremo il vantaggio di giocare in casa, ma gli argentini sono molto forti su tutte le superfici, dovremo giocare molto bene”.
“Sarà una sfida molto emozionante: il tennis in Argentina è uno sport molto importante – continua la stella del tennis iberico – e anche in Spagna l’attenzione è cresciuta molto”. E con l’attenzione, inevitabilmente, le aspettative verso una selezione che, negli ultimi anni, ha abituato molto bene i propri tifosi.
Impossibile scucire pronostici ad un Nadal fin troppo cauto, al punto da suggerire un po’ di pretattica anche ai suoi avversari. “Se fossi il capitano dell’Argentina non deciderei troppo in anticipo chi schierare. Un conto è scegliere chi gioca il venerdì, ma i giocatori del sabato dipenderanno necessariamente dall’esito dei match del giorno precedente”.
Non è escluso che il maiorchino debutti affrontando l’amico Juan Monaco. Ma anche su questo aspetto glissa: “Lui ha chiuso la stagione giocando molto bene, ma anche Nalbandian si è preparato con cura a questa finale e, tra l’altro, ottiene sempre ottimi risultati in Davis. Non penso a chi mi troverò davanti, anche perché non dipende da me. Penso solo a giocare bene”.
Il punto cruciale sta proprio dietro quest’altra dichiarazione di rito, anche un po’ scontata. Che Nadal vedremo nella finale di Davis? Quello spento di Londra oppure l’indomabile guerriero che ha trascinato i suoi nella difficile semifinale contro la Francia? Le ultime apparizioni del numero due del ranking sono state deludenti, ma lui resta un campione. E i campioni sanno rialzarsi quando cadono e sanno sorprendere quando nessuno se lo aspetta.
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