di Andrea Nizzero – foto Getty Images
Tocca all'uomo meno prevedibile, per storia recente e lontana, fermare il gigante Federer. E' Andy Roddick, sceso a numero 34 del mondo e in cerca di una faticosa risalita, a battere l'uomo più caldo degli ultimi due mesi, quel Roger che aveva perso solo 2 incontri dopo gli US Open. Vince il quasi ventinovenne del Nebraska, battendo per 7-6(4) 1-6 6-4 il trentenne di Basilea. All'inizio, il più giovane sembrava decisamente più vecchio. Così non più a fine partita, quando l'energia dei 10.000 dello Stadium di Crandon Park e l'adrenalina della vittoria scorrevano ormai nelle vene dell'americano.
E' stato sì un Federer non irresistibile, ma non va certo sottostimato il merito di un Roddick veramente rinvigorito dalle motivazioni che solo una vecchia nemesi può portare: solo due volte su 24 era riuscito a battere lo svizzero. Un precedente recente di buon auspicio in realtà c'era, ma davvero nessuno alla vigilia aveva dato peso alla vittoria nell'esibizione al Madison Square Garden di inizio marzo.
A posteriori, diventa interessante andare a ritrovare i momenti in cui una partita prende una direzione invece di un'altra. Chissà come sarebbe andata se Federer avesse saputo trasformare quelle palle break in avvio di primo e soprattutto terzo set. O se avesse giocato con maggior decisione lo smash su cui Roddick ha costruito il passante del minibreak decisivo nel tiebreak.
Fatto sta che questi sono probabilmente i tre punti di svolta della partita.
Dopo che un tignosissimo Roddick aveva strappato il primo tiebreak, Federer aveva saputo innalzare drasticamente il livello di gioco. Il secondo set dura quattro giochi, e il terzo parziale sembra proseguire su quei binari: Federer si porta senza sforzo apparente sull'1 a zero e zero-40 sul servizio di Roddick. Con sei giochi persi consecutivamente alle spalle, la partita sembra conclusa. Invece, in un soffio si capovolge. Andy salva in tutto quattro palle break, dando il là ad un parziale che arriva al 16-3, quando poco dopo effettua il primo break della sua partita e passa a condurre per 4 giochi a 2.
Federer accusa il colpo, mentre Roddick è galvanizzato. Il tentativo di rimonta di Roger non va più in là del 4-5 15-30.
Viene così interrotta la striscia vincente di sedici partite dello svizzero, anche se questo risultato probabilmente fa molto più bene a Roddick che male a Federer.
Quando, poco più di due anni fa, Juan Martin Del Potro e Marin Cilic si incontravano negli ottavi di finale degli Australian Open, la sensazione diffusa era quella di assistere al nascere di una rivalità destinata a caratterizzare gli anni successivi. Vinse Cilic, illudendo di poter diventare una nuova potenza del circuito. Invece a marzo del 2012 questa partita rimane un semplice ottavo di finale a Miami, per di più chiuso sulla carta – e sul campo – a favore di Del Potro, che vince con relativo agio per 6-3 7-6(3). Il tempo perduto dall'argentino a causa dell'infortunio al polso che ne ha messo a repentaglio carriera e stabilità psichica non è servito a Marin per recuperare terreno. Anzi, la differenza tra i due è oggi ben più marcata che nel 2010.
Il primo set si chiude con due break di differenza, mentre il secondo è più equilibrato. Il tiebreak che lo conclude è curiosamente il primo giocato tra i due, nonostante abbiano nel servizio un'arma fondamentale. E' dominato da Del Potro, che si porta sul 6 a 1. Il diritto lungolinea con cui Cilic annulla il primo match point chiude lo scambio più bello dell'incontro. Il colpo di coda prima dell'epilogo, che arriva sul 7 a 3.
Alla fine le statistiche ufficiali contano oltre quaranta errori gratuiti per il croato. Un'enormità, su due set. Secondo l'anagrafica i due sono separati da soli 5 giorni (JMDP nasce il 23 settembre 1988, Marin il 28), ma tennisticamente il divario è ben più ampio.
E' una vittoria di routine, complicata solo da qualche piccola distrazione nel finale, anche quella che Nole Djokovic ottiene sul connazionale Viktor Troicki per 63 64.
Sono vittorie secondo pronostico anche quelle di Ferrer (b. Benneteau 76(5) 64), Gasquet (b. Ramos 62 57 63), Fish (b. Anderson 64 63) e Almagro (b. Verdasco 63 64).
Nessuno come Dominika Cibulkova aveva messo in pericolo l'imbattibilità di Victoria Azarenka in questo suo irripetibile 2012. Nonostante ad Indian Wells la numero uno avesse dovuto salvare match point contro Mona Barthel, quando oggi si è ritrovata sotto per 61 40 la situazione è parsa decisamente più disperata. Soprattutto perché Dominika, tanto minuta quanto agguerrita, ha saputo mettere in campo una determinazione di ferro e una prestazione di diritto di livello assoluto.
I problemi, come prevedibile, sono arrivati al momento di chiudere. Dopo aver preso letteralmente a pallate la bielorussa per più di un set e mezzo, la ceca si è improvvisamente resa conto di contesto, avversaria e punteggio sul 61 52. Non le sono bastati due turni di servizio per chiudere il match, e dopo aver subito quattro giochi consecutivi è stato quasi sorprendente vederla aggrapparsi al tiebreak. Sul tre pari, la Azarenka cambia marcia e conquista tre set point consecutivi: non le bastano, perché la sua avversaria è tutt'altro che scoraggiata. Con due diritti scintillanti la agguanta sul 6 pari, poi sul 7 pari, ma alla fine cede per 9 a 7.
Il break con cui la Azarenka apre il terzo set sembra essere l'inizio di una rapida fine. Niente di più sbagliato. Nonostante l'occasione sfuggita, la ceca continua a lottare, e per ben tre volte recupera un break di svantaggio. Riesce addirittura ad issarsi sul 5-4 in suo favore, portandosi per la quarta volta a due punti dal match sul 30 pari. La Azarenka è brava a mantenere i nervi saldi e a strappare ancora una volta il servizio alla sua avversaria nel game successivo. Salva una palla che l'avrebbe costretta ad un pericolosissimo tiebreak, vedendo poi finire la sua sofferenza quando, inerme a rete su una comoda palla alta, Dominika è tradita dal diritto, il colpo che l'aveva portata ad un passo dalla vittoria.
In precedenza, Serena Williams aveva vendicato la brutta sconfitta della finale degli scorsi US Open contro Sam Stosur. In quella occasione aveva perso 62 63, ieri ha vinto 75 63. Decisivo e quantomai significativo il numero di ace serviti dall'americana, ben venti, in un match divertente ma equilibrato solo nel primo set.
Per la Williams, che con questa vittoria torna tra le prime dieci giocatrici del mondo, c'è adesso Caroline Wozniacki. La danese ha rimontato un complicato tiebreak nel primo set, per poi dilagare nel secondo, battendo Yanina Wickmayer 76(6) 60.
Vincono anche Sharapova (b. Makarova 64 76(3)) e Radwanska, che estromette la rivelazione Muguruza Blanco per 63 62.
©2012 Il Tennis Italiano
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Gli highlights della partita