di Enzo Anderloni
Il tecnico italiano con la più grande esperienza di tennis ad alto livello e il circolo italiano con la più grande tradizione storico, sul piano sportivo e didattico hanno deciso di provare a mettere a frutto insieme i rispettivi patrimoni.
Parliamo di Riccardo Piatti e del Tennis Club Milano A. Bonacossa. Lui, il tecnico comasco da anni residente a Monte-Carlo, è stato allenatore del più bel gruppo di ragazzi italiani cresciuti insieme e approdati al professionismo nel circuito Atp: Furlan, Caratti, Brandi e Mordegan. Poi ha preso un Ivan Ljubicic diciottenne e l’ha aiutato ad arrampicarsi fino al n. 3 del mondo, dietro soltanto a Roger Federer e Rafael Nadal. In mezzo anche un anno di lavoro alla guida di un Nole Djokovic allora diciottenne oggi n.1 del mondo.
Ora che Ljubicic ha detto basta e che deve “solo” seguire il grande talento Richerd Gasquet, Piatti ha più tempo per sviluppare la sua passione e il suo chiodo fisso: fare scuola anche in Italia aiutando a crescere i migliori ragazzi ma anche, e qui sta la vera novità, anche i loro maestri.
Ha così messo a punto con il suo team (che comprende preparatori fisici e specialisti di ogni genere, in primo luogo in videoanalisi) un progetto che lo vede in grado di fare da punto di riferimento per quelle scuole di tennis che vogliono crescere sotto il profilo della qualità dell’offerta tecnica (ma anche dell’esperienza sportiva ed educativa) attraverso il coinvolgimento e la crescita dei propri insegnanti.
In pratica Piatti fornisce i piani di lavoro, le linee guida (tecniche e di formazione sul piano educativo) e insieme ai maestri effettua un monitoraggio capillare degli allievi della scuola, di tutti i livelli. Tutti gli strumenti più evoluti sono messi in campo, compresa una videonalisi ormai sperimentata e che, grazie all’archivio ormai ricchissimo di Danilo Pizzorno, braccio destro di Piatti, permette non solo la verifica dei miglioramenti ma anche il confronto con la biomeccanica dei colpi più performanti del circuito, quelli di fuoriclasse come Federer, Nadal o Djokovic.
Riccardo Piatti ha cominciato a svolgere questo tipo di lavoro lo scorso anno a supporto della scuola tennis del Tc Bordighera, a un passo dalla sua casa monegasca. Poi gli è arrivata la richiesta dello Sporting Stampa di Torino.
Ora giunge anche la chiamata del Tennis Club Milano, guidato da un nuovo consiglio direttivo presieduto da Enrico Cerutti, una lunga esperienza prima da buon giocatore, poi da dirigente sportivo.
Il circolo di via Arimondi, dove il Conte Alberto Bonacossa negli anni Venti metteva a punto il primo vero manuale tecnico del gioco del tennis e nel 1930 si disputava la prima edizione degli Internazionali d’Italia , ha una tradizione di scuola tennis di altissimo livello. Anche solo guardando agli ultimi vent’anni, i nomi dei referenti sono quelli di Maurizio Riva e Barbara Rossi (che tra gli altri hanno seguito Francesca Schiavone, Flavia Pennetta), poi di Laura Golarsa, già quartofinalista a Wimbledon.
Oggi il club, guardando avanti, vuol mettere insieme l’affidabilità del suo team di maestri (dallo storico responsabile della Sat, Gianfranco Tonello, a tanti più giovani insegnanti, ancora ottimi giocatori) con lo straordinario bagaglio di esperienza di Riccardo Piatti.
L’avventura, a quanto si sa, partirà da settembre. I giovani virgulti della Milano tennistica possono cominciare a sognare.