di Alessandro Terziani – foto Ray Giubilo
Da Melbourne a Roma una striscia di brutte sconfitte e mai oltre il secondo turno. In tanti avevano già intonato il De Profundis per Francesca Schiavone chiamata a breve a rispettare la pesantissima cambiale parigina di 1.400 punti Wta. Ma a Strasburgo la Leonessa ha lanciato a tutti un messaggio forte e chiaro: sono tornata e dovrete ancora fare i conti con me.
L'Internationaux de Strasbourg, 220.000$, è il quinto torneo vinto in carriera da Francesca, a due anni di distanza dall'ultimo, lo storico Slam al Roland Garros. Certo, i detrattori diranno che le avversarie affrontate nel torneo alsaziano non erano proprio tra le più nobili – Francesca per vincerlo ha superato in successione Cadantu (n.75), Lucic (n.119), Larsson (n.81), Stephens (n.79) e Cornet (n.83) senza perdere un set – ma l'importante era ritrovare il feeling con la vittoria.
La finale è stata bruttina, condita di errori, tanta la tensione in campo tra due giocatrici provenienti da un periodo di scarsi risultati – la Cornet addirittura non disputava una finale dal 2008, anno magico in cui giunse anche in finale a Roma.
Partenza sprint per l'italiana che, con un parziale di 10-1, si portava sul 2-0 e palla break. Reazione della francese, parziale di 8-1, e si era di nuovo in parità, 2-2. La Schiavone faceva prevalere la propria supremazia tecnica e staccava l'avversaria, 5-2 e set point. Antichi fantasmi tornavano a visitare la mente di Francesca che faceva avvicinare pericolosamente la Cornet, 5-4. La Leonessa serviva nuovamente per il set e, grazie anche ad uno sciagurato game della francese, chiudeva 6-4.
Abbrivio di secondo set ancora favorevole alla milanese che si portava sul 3-1 ma si faceva rimontare e superare dalla Cornet, 4-3 per la transalpina. Sul 4-4 break decisivo per la Schiavone che andava al servizio e annetteva il match in 1 ora e 42 minuti.
Bentornata Leonessa.
Schiavone b. Cornet 6-4 6-4
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