di Giorgio Valleris – foto Getty Images
Chi si rivede… Era da un bel po’ che non si avevano più notizie di Mardy Fish, ex numero 8 del ranking (oggi scivolato in 12esima posizione) nonché protagonista degli Atp World Tour Finals 2011. Dalla kermesse londinese ad oggi, le apparizioni del 30enne a stelle e strisce sono state poche e scialbe. Nel 2012, infatti, ha disputato appena 13 incontri (7 vittorie e 6 sconfitte), l’ultimo dei quali nell’Atp 250 di Huston lo scorso 9 aprile.
Fin qui, quella di Mardy è stata una stagione da dimenticare: prima dell’eliminazione ai sedicesimi nel torneo di Houston, Fish non era andato oltre il terzo turno di Indian Wells e il secondo agli Australian Open. Unico acuto è la prova di doppio in coppia con Mike Bryan ai primi di febbraio quando ha sconfitto la squadra svizzera composta da Roger Federer e Stanislas Wawrinka nei quarti di Davis.
Colpa di un problema fisico ben più serio di contratture o distorsioni: una strana forma di aritmia cardiaca che gli ha causato forti palpitazioni, specie durante il sonno. Dopo il comprensibile spavento, un mese fa Fish è finito “sotto i ferri” e si è fatto operare in un ospedale di Los Angeles per risolvere il problema. L’intervento è perfettamente riuscito e oggi Mardy non è più convalescente ma ha ripreso un blando allenamento.
Tramontata l’ipotesi di un ritorno al Queen’s nell’Aegon Championships di Londra, Mardy potrebbe rimettere piede sui campi di gioco calpestando l’erba di Wimbledon. Per il momento però non ci sono certezze. Già lo scorso anno, nel pieno del suo magic moment, Fish aveva accusato alcuni guai fisici come l’infortunio alla coscia che lo aveva costretto al forfait a Basilea e aveva messo seriamente a rischio anche la sua partecipazione proprio al Master di Londra.
Intanto, in attesa di rimettersi in forma, Fish si dà al golf. Poche ore fa il tennista americano ha cinguettato su Twitter la sua gioia per la buona prova al Dallas National golf club, torneo chiuso in 65 colpi, facendo segnare un incoraggiante +15. La speranza è che l’ex numero 8 del mondo possa, al più presto, mettere in soffitta la mazza e tornare ad inforcare la sua racchetta. Magari sempre su un tappeto verde che non sia però quello del golf club di Houston…
©2012 Il Tennis Italiano