Da Wimbledon, Alessandro Terziani – foto Alessandro Terziani
Sul campo n.4, lo stesso di ieri, riprende il match tra Lorenzi e Mahut sospeso al termine del quarto set. Come ieri, parte subito bene Mahut che strappa subito il servizio a Lorenzi. Il senese ha poi ben 4 palle break nel prosieguo del set ma non le sfrutta. Il francese ne realizza invece 2 su 3. Onore delle armi per Lorenzi che ha tenuto testa fino alla fine ad un avversario che sui prati è di casa.
Mahut b. Lorenzi 6-3 5-7 7-6 7-5 6-2
Finalmente un azzurro in programma su uno show court, anche se solo il n.3. Merito della Schiavone o dell'avversaria Robson, guarda caso un'inglese? Ben 14 anni di differenza tra le due giocatrici: Schiavone 32, Robson 18. La mancina Robson è entrata in tabellone grazie ad una wild card. L'inizio match della Schiavone è scoraggiante. Sempre in ritardo sulla palla e molto fallosa. Il servizio non va – 49% di prime con ben 9 doppi falli al termine della partita. Forse non sta bene, chiede anche l'intervento del medico al termine del primo set. La Robson, senza quasi accorgersene, si ritrova avanti di un set e 3-2 0-40 sul servizio dell'italiana. Si sa, il tennis è il gioco del diavolo. La Schiavone, salvate le tre palle break quasi decisive, inizia una nuova partita. La leonessa scende in campo. Inizia a lavorare ai fianchi l'inglese, non proprio un piè veloce. In breve tempo la Schiavone annette il secondo set e si trova addirittura a giocare due match point sul 5-1 del set finale. Mai dire mai con le donne. La Schiavone si complica nuovamente la vita con la Robson, incitata dal pubblico inglese che aspetta una campionessa dai tempi di Virginia Wade, che accorcia fino a 5-4. La Schiavone, finalmente, chiude il match alla quinta occasione utile in poco più di due ore di gioco.
Schiavone b. Robson 2-6 6-4 6-4