Un ottimo Roger lotta e s’impone in 4 set sul campione uscente: 6-3 3-6 6-4 6-3. E’ in finale a Wimbledon per l’ottava volta in carriera, record assoluto…

Di Francesco Camanzi – foto getty images

Roger Federer batte in 4 set (6-3 3-6 6-4 6-3) il campione uscente Novak Djokovic ed è in finale a Wimbledon per l'ottava volta, record assoluto nella storia del tennis. La notizia è questa. Perchè Roger non sconfiggeva Nole dal Roland Garros 2011, vittoria bella ma non sufficiente a cancellare il ricordo bruciante di quel match-point di Flushing Meadows.

La partita che tutti attendevano sin dall'inizio del torneo, annunciata da più parti come una finale anticipata, ha sublimato i messaggi che l'edizione 2012 di Wimbledon aveva anticipatamente lanciato con la scioccante eliminazione di Nadal. L'equilibrio tra i Tre Tenori è ristabilito e il merito, almeno per oggi, è tutto di Roger Federer. Lo svizzero ha giocato una semifinale impeccabile, direzionata con intelligenza sul piano degli scambi rapidi e infiorita dal solito tennis di classe. La forza di Federer è stata proprio questa: portare l'incontro sull'unico piano in cui, a 31 anni, è ancora superiore a Nole. Il tocco e la freddezza nei punti chiave hanno fatto il resto.

Alle 14 in punto i giocatori entrano in un Centrale gremito in ogni ordine di posto e sorprendentemente coperto dal tetto. C'è, nell'aria, quella sensazione che questa sia la finale mancata. C'è la tensione per il beniamino di casa Federer, frenato da un misterioso mal di schiena lungo tutto il torneo e costretto a giocare anche oggi con una preoccupante maglia della salute. C'è curiosità per il primo confronto diretto sull'erba di Wimbledon tra Novak, numero 1 del mondo, e Roger, numero 2. C'è, da ultimo, l'apprensione per il figliol prodigo Andy Murray, impegnato nella seconda semifinale di giornata. 

Il primo set è teso e contratto. Quando serve Federer cerca di far gioco d'attacco ma Djokovic contiene con i soliti schiaffi da fondo. Lo strappo arriva nel sesto gioco quando lo svizzero centra un break decisivo e vola a chiudere il set, 6-3. La chiave tattica è chiara: Federer spinge e, quando può, rifugge gli scambi prolungati, inevitabilmente sbilanciati a favore del serbo. Nel secondo arriva la reazione di Novak: break sul primo turno di battuta e un filotto di punti che fa tremare i sostenitori dello svizzero. Si rivede il Djokovic formato Slam, finalmente assistito dalla prima e di nuovo incisivo dalla baseline. 6-3 e un set pari. L'equilibrio prosegue.

Il terzo set è quello decisivo: Federer attacca a testa bassa e disegna il campo come nei giorni migliori. In queste situazioni generalmente Djokovic alza il livello del suo tennis, arrivando ad annichilire l'avversario con le sue risposte micidiali. Oggi non è stato così. Lo svizzero si vede annullare una palla break nel primo turno di risposta, ci riprova nel sesto game quando, per alcuni scambi, dimostra di essere in grado di resistere alla potenza di fuoco del serbo. Nole picchia ma senza criterio, Roger picchia ancora più forte ma lo fa con precisione.

Il risultato sarà il gioco più bello della partita, impreziosito da un rally mozzafiato chiuso da un dritto in corridoio di Federer. Ma il break è nell'aria e arriva nel decimo game: Nole spara fuori uno smash comodo e Roger non perdona, scende a rete e chiude il set, 6-4.

Nel quarto un Djokovic arrendevole cede il servizio nel secondo game. Federer ringrazia, conserva con attenzione tutti i suoi turni di servizio e stacca il biglietto per la sua ottava finale in carriera a Wimbledon. Una in più di Becker e Sampras, leggende dell'Era Open.

 

Nella finale di domenica sfiderà Andy Murray, alla sua prima finale di Wimbledon, maturata in seguito alla bella vittoria su Jo-Wilfried Tsonga…

 

Federer b. Djokovic 6-3 3-6 6-4 6-3