di Giorgio Valleris
La festa per la conclusione della seconda edizione de “Il tennis per un sorriso” (VIDEO), la scuola tennis del CT Monza dedicata alle persone con disabilità intellettive, è l’occasione per presentare i giochi Special Olympics 2012 che si terranno dal 21 al 23 settembre prossimo nel circolo del capoluogo brianzolo.
Già nel settembre 2011 il Circolo Tennis Monza ha ospitato il debutto di questa manifestazione sportiva ma, quest’anno, i giochi crescono diventando un meeting nazionale ed internazionale. Infatti è prevista la partecipazione di 6 team della Lombardia, 6 dal Piemonte, 1 dal Veneto ai quali s’aggiunge una comitiva di 8 atleti provenienti da Repubblica Ceca e Romania. Nel complesso, tra giocatori ed accompagnatori, si calcola la presenza di circa 200 persone.
Quella che fino a qualche mese fa era solo un’idea è diventata un progetto. Dal sogno alla realtà. “Il nostro obiettivo – dice Carlo Lazzarini, capo delegazione del team Special Olympics del CTM – è quello di sensibilizzare le realtà sportive dilettantistiche affinché si aprano alle disabilità. Quest’avventura ci sta insegnando, giorno dopo giorno, quanto sia importante per i ragazzi imparare a relazionarsi con gli atleti partner e con tutte le altre persone. Che l’atleta vinca o perda non è così importante, il solo fatto di essersi messo in gioca lo porta a vincere, al di là del risultato in campo”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Alberto Ciriani, responsabile del progetto ‘Il tennis per un sorriso’: “Abbiamo avuto degli ottimi risultati sia dal punto di vista del miglioramento tecnico dei ragazzi che da quello del loro inserimento. Specie quando siamo andati in giro a fare tornei abbiamo notato buoni miglioramenti nelle loro capacità di relazionarsi che è la cosa a cui teniamo maggiormente. Oggi come oggi abbiamo due classi ma per la terza edizione, visto il numero degli iscritti in continuo aumento dovremo raddoppiare le classi”.
L’aumento degli iscritti dimostra un salto di qualità importante: le disabilità (intellettive come fisiche) non vengano più percepite come limiti invalicabili ma come una sfida nella sfida. Una competizione da affrontare e da vincere al di là dei verdetti sul campo; che si giochi sul mattone tritato, che si insegua un pallone sull’erba o si corra a perdifiato lungo una pista d’atletica. A questo proposito, Oscar Pistorius, pluricampione paraolimpico ai Giochi 2008, ha “fotografato” al meglio questo spirito. “Non mi sono mai concentrato sui limiti della mia condizione ma ho sempre cercato di intuirne le possibilità, le sfide che poteva lanciarmi. In generale è una responsabilità, non solo per il significato sportivo del gareggiare a livello internazionale ma la responsabilità è legata al mio percorso, al fatto di trasmettere un messaggio alle persone, ai bambini, che è quello di non arrendersi alle difficoltà”.
L’appuntamento è dunque fissato per il 21 settembre con la cerimonia d’apertura dei Giochi. E come recita il giuramento degli atleti: “Che io possa vincere, ma se non riuscissi che io possa tentare con tutte le mie forze”. Questa è la vera vittoria.